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Zahraa e Nubl simboli scontro sunniti-sciiti

(24 Ottobre 2012)

Tanti nella Siria in guerra civile vorrebbero tornare alle relazioni esistenti in passato mentre ora si trovano in bilico tra le comunità avverse.

newsnubl

di Eleonora Vio

Roma, 24 ottobre 2012, Nena News - Con l'inizio delle sollevazioni volte a rovesciare il regime di Bashar al-Assad, le differenze di carattere etnico e religioso sono tornate a farsi tragicamente sentire in Siria.

Seppur difficile da spiegare, un paese a stragrande maggioranza sunnita, connotato da una grande varietà di credo minoritari e un governo dall'impronta sciita ma alawita, era riuscito nel corso degli anni a cucire pazientemente per sé e i suoi una tela integra ma variopinta.

Così, anche sotto il vento rivoluzionario che si è dispiegato in Siria a partire dal marzo 2011, e che ha schierato inevitabilmente i tanti milioni di sunniti locali contro una novella coalizione composta dai pochi sciiti al potere e da impaurite famiglie cristiane ai margini, nessuno avrebbe immaginato un tale drammatico esito.

I villaggi a maggioranza sciita di Zahraa e Nubl, situati nella roccaforte sunnita che si dispiega a nord di Aleppo, sono uno dei casi rappresentativi della grave frattura creatasi. Da ciò che riporta l'agenzia di stampa americana Associated Press (AP), nel momento in cui i centri sciiti - e perciò allineate con il governo di al-Assad - sono state riconquistate con la forza dalle forze ribelli sunnite, spalleggiate dalle potenze occidentali, la vita per gli abitanti di quelle localita' è diventata impossibile.

I ribelli sunniti hanno imposto l'assedio su ambo i centri e, piazzate alcune centinaia di cecchini in punti strategici, impediscono con le armi spiegate i più banali movimenti alla compagine sciita. A Zahraa e Nubl i sunniti stanno agendo con smisurata violenza per farla pagare agli uomini armati asserviti al regime alawita, noti ai più come "shabiha", raggruppatisi qui in precedenza e artefici di una lunga serie di rapimenti e brutalità.

Ciononostante, anche ora che la distanza tra le due sette islamiche sembra essere quanto mai estesa, a Zahraa e Nubl, come nel resto dello stato siriano intero, vi sono individui che vorrebbero tornare all'armonia precedente e che, per motivi diversi, si trovano in bilico tra le due comunità avverse.

Bashar al-Hajji, nativo della cittadina sunnita di Beyanon situata lungo la strada che connette Zahraa a Nubl, è sposato da cinque anni a una sciita originaria di Zahraa e vive il dramma in corso con maggior intensità rispetto ai suoi compatrioti. Al-Hajjii è infatti sunnita salafita - termine che fa riferimento all'area più radicale in seno al ramo religioso in questione - ed è l'unico sunnita di Beyanon a essere accompagnato da una sposa sciita.

La famiglia della moglie di al-Hajji non perde occasione per sputare veleno contro di lui e sta facendo di tutto per convincere la donna a ritornare a Zahraa dai suoi cari.

"Sanno che sono salafita e perciò pensano che mi sia permesso uccidere gli sciiti," dice al-Hajji. "Se davvero fosse così non dovrei andare molto lontano per farne fuori una," conclude l'uomo ammiccando alla moglie poco distante. Chi è stato vittima di violenze in passato è proprio al-Hajji, il quale zoppica visibilmente a causa di una pallottola sparata lo scorso febbraio da una gang sciita che lo aveva fatto prigioniero. "Solo quando la mia famiglia e altri con loro hanno rapito 20 sciiti e hanno minacciato di ucciderli tutti, sono stato rilasciato," spiega al-Hajji. Indicando un quartiere di Zahraa poco distante, ricorda come in quel periodo i cecchini pro-regime scagliassero incessantemente piogge di proiettili contro "qualunque cosa si muovesse" nella sunnita Beyanon.

"Hanno ucciso e ferito così tanti tra noi che siamo stati costretti a bloccare la strada," conclude al-Hajji. Oggi su questa stessa strada giacciono cumuli di macerie e materiale da lavoro e si ergono checkpoints e cecchini sunniti pronti a far fuoco su chiunque si voglia imbattere nella folle missione di entrare a Zahraa. Per rifornirsi di viveri e quant'altro, i membri della comunità sciita si rivolgono allora a un piccolo villaggio curdo situato sull'altro lato della città, ma mai osano avventurarsi oltre quella soglia per paura di essere ammazzati o rapiti.

Se la vita per gli sciiti di Zahraa è in costante bilico, anche gli abitanti sunniti di villaggi limitrofi come Beyanon, Hayan, Haritan e Mayer non se la passano troppo bene. L'assedio calato sul conclave sciita impedisce a questi cittadini sunniti l'accesso a infrastrutture e comodità presenti esclusivamente nella ricca Zahraa - quali ristoranti, negozi o ospedali, oltre alla possibilità di studiare nell'unico liceo o istituto vocazionale della zona.

La storia di Zahraa, Nubl e Beyanon è paradigmatica di una crisi che si sta dispiegando sull'intero suolo siriano - e non solo siriano, visti gli ultimi scontri nel limitrofo stato libanese.

Nelle principali città della Siria i quartieri noti per l'affascinante mix alawita-sunnita stanno scomparendo progressivamente, e ciò sia perché i membri dell'una o dell'altra setta ne sono allontanati dalla controparte, sia perché questi stessi individui decidono consapevolmente di mescolarsi ai propri simili in località più amene. Nonostante sunniti e sciiti in più di un'occasione si siano dichiarati pronti ad abbondonare la gratuita violenza perpetrata finora, i fatti correnti fanno trapelare la volontà di entrambi a vendicare i torti subiti e non lasciano spazio ad alcuna ottimistica previsione futura.

Nena News

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