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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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Sul rapimento, a Baghdad, di due volontarie italiane dell’associazione "Un ponte per…"

Una ragione in più per ritirare tutte le truppe straniere dal paese

(8 Settembre 2004)

Apprendiamo con angoscia e preoccupazione la notizia del rapimento, a Baghdad, di due volontarie italiane dell’associazione "Un ponte per…" dopo un blitz attuato nella sede della Ong da un gruppo composto da 20 uomini armati. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai familiari e agli amici di Simona Torretta e di Simona Pari. Chiediamo fin da subito al Governo Italiano di adoperarsi affinché si ottenga l’immediata liberazione delle due cooperanti italiane attraverso la trattativa.

Aderiamo al sit in indetto per oggi nei pressi di Palazzo Chigi dalle 19,30 in poi, in contemporanea con la riunione del Governo, invitando il movimento della pace a mobilitarsi chiedendo il ritiro dei militari italiani dal paese mediorientale.

La partecipazione italiana alla occupazione dell’Iraq trasforma in obiettivi di rapimenti e rappresaglie anche coloro che sono presenti nel paese allo scopo di alleviare le sofferenze della popolazione civile, colpita prima da più di un decennio di embargo e poi dai bombardamenti indiscriminati dell’aviazione USA e poi ancora dai combattimenti che non accennano a diminuire nonostante Washington abbia ufficialmente proclamato la vittoria.

Occorre comunque sottolineare la stranezza dell’episodio di oggi pomeriggio. Dopo un giornalista non embedded e schierato contro la guerra come Baldoni e due reporter provenienti da un paese non belligerante come la Francia, adesso sono state rapite due esponenti di quel vasto mondo della solidarietà con il popolo iracheno che mai chi si oppone alla occupazione statunitense potrebbe considerare un obiettivo da colpire.

Aumenta il sospetto che gli ultimi eventi rispondano alla logica di una strategia della tensione in versione irachena, con all’opera forze oscure riconducibili alle potenze occupanti o al governo iracheno indipendente.

Una ragione in più per ritirare tutte le truppe straniere dal paese nel più breve tempo possibile.

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq
viadalliraqora@libero.it

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Commenti (5)

Interrogativi inquietanti

L'angoscia per Simona e Simona è grande e condivido le perplessità e gli interrogativi dell'articolo. Gli USA per iniziare questa carneficina hanno dovuto vincere non solo l'esercito irakeno ma anche e sopratutto i governi della Francia e della Russia ed il movimento per la pace che in Italia ha avuto la maggior partecipazione di popolo. Oggi questi misteriosi terroristi attaccano proprio i reporter francesi, le scuole e gli aerei russi, le pacifiste italiane più schierate a fianco del popolo irakeno... Quello che fa rabbia è che oggi queste affermazioni sembrano avventate e le facciamo sottovoce, domani quando saranno una verità evidente avremo a che fare con altre montature. E' stato così per i falsi genocidi dei kosovari che hanno portato alla guerra con la yugoslavia e per le falsi armi di distruzione irakene... Una realtà terribile che dobbiamo trovare modo di contrastare.

(8 Settembre 2004)

Angelo

CHE SI FA?

che cosa facciamo quindi?a quando un'enorme manifestazione generale in tutte le città italiane per andarcene dall'Iraq?

(8 Settembre 2004)

Silvia

erbjo@virgilio.it

manifestazione a roma sabato prossimo

Mobilitazione permanente per il ritiro dei militari italiani dall'iraq e il rilascio immediato degli ostaggi

Di fronte all'escalation della situazione in iraq il movimento per la pace deve mobilitarsi immediatamente per chiedere il ritiro dei militari italiani e l'attivazione di tutti i mezzi politici e diplomatici per ottenere il rilascio degli ostaggi ed impedire un altro caso Baldoni.

Venerdi', sabato e domenica prossimi ci sara' in italia la visita del "presidente" irakeno .

Sabato 11 settembre alle ore 17.00 - P.zza della repubblica - Roma

manifestazione per il ritiro delle truppe dall'iraq, il rilascio immediato degli ostaggi italiani e la fine della complicita' con il governo irakeno.

(8 Settembre 2004)

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq

viadalliraqora@libero.it

bertinotti all'approdo socialdemocratico

Una breve risposta alle stucchevoli dichiarazioni di Bertinotti degli ultimi giorni dal coordinamento dei Giovani Comunisti della federazione di Udine.
Il Coordinamento provinciale dei Giovani Comunisti di Udine, a seguito delle sconcertanti dichiarazioni rilasciate dal segretario del Partito della Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, al quotidiano “La repubblica” del 9 settembre 2004, constatate le profonde divergenze con le opinioni del compagno, intende esprimere quanto segue.
Il ritiro di tutte le truppe d’occupazione in Iraq e soprattutto quelle italiane deve restare la proposta politica centrale e inalienabile del nostro partito. Il compagno Bertinotti, non pago di essersi seduto allo stesso tavolo con il governo guerrafondaio di Berlusconi, è giunto a sostenere: “ora salviamo le due ragazze del ritiro riparleremo dopo” e prosegue “adesso stiamo parlando di come salvare delle vite umane. In questi casi c’è un’urgenza temporale e di valori che impone una gerarchia una scelta. (…) C’è l’altra dimensione, quella strategica, sulla quale rimane un dissenso profondo con il governo. Ma è una questione che va tenuta separata.”
Ferma restando la piena solidarietà con le compagne di “Un ponte per…”, non crediamo che le parole di Bertinotti si attaglino a quello che dovrebbe essere un dirigente comunista, consapevole delle nefandezze causate da un’occupazione brutale ed assassina che giorno dopo giorno ha dimostrato di essere assolutamente insensibile alla vita umana, confermando ciò attraverso l’uso indiscriminato di massicci bombardamenti (settanta morti ieri a Felluja).
Per i Giovani Comunisti di Udine la liberazione degli ostaggi è inscindibile dalla richiesta di ritiro delle truppe dall’Iraq, di quelle truppe italiane, tanto celebrate anche qui in Regione, che sono state protagoniste di episodi oscuri e controversi come la battaglia dei ponti a Nassirja dove hanno perso la vita decine di iracheni, donne e bambini compresi; tentare di trarre in salvo gli ostaggi non equivale ad accettare compromessi di unità con questo governo, come vuole farci credere Bertinotti, per far cosa poi, per mandare Frattini in Iraq?
Infine crediamo doveroso fare alcune precisazioni sulla resistenza irachena, infatti, se il compagno Bertinotti frettolosamente la bolla come resistenza con la “r” minuscola, noi pensiamo che non sia possibile suddividere i movimenti resistenziali di liberazione nazionale in categorie d’importanza, ma pensiamo che la lotta di massa degli iracheni sia legittima, espressione dell’ambizione del popolo iracheno ad un paese libero e non ad un paese governato e derubato da stranieri, né un paese di tagliatori di teste. Il fenomeno dell’estremismo e del terrorismo islamico è minoritario, se esso ha avuto delle recrudescenze in un territorio storicamente laico come l’Iraq è solo grazie al generoso aiuto dell’imperialismo.
La priorità in questo momento non è discutere con Berlusconi, ma cacciarlo con una mobilitazione di massa, come è avvenuto per Aznar in Spagna quest’anno. Negoziare oggi sul ritiro delle truppe in Iraq, compagno Bertinotti, significa essere disposti a cedere domani sul terreno della lotta contro la precarietà, per la giusta pensione, per l’occupazione.

(12 Settembre 2004)

Gianx Dogville-nordest (mds48@libero.it) (www.ecn.org/queimada)

mds48@libero.it

l'inciucio le uccide

star col governo le uccide. se le due simone sono state rapite (probabile) su commissione per ricattare chi sta in iraq con occhi indiscreti, allora bisogna denunciare i governi occupanti no incontrarsi con essi rinunciando a chiedere il ritiri delle truppe. Se sono state rapite inquanto assimilate comunque alle nazioni occupanti militarmente l'iraq acordarsi con il governo guerrafondaio imperialista vassallo degli Usa potrebbe significare la loro condanna. I moralismi sono balle, bertinotti è responsabile consapevolmente di ciò se i comunisti fanno i riformisti.... islam ?se i comunisti diventano riformisti socialdemocratici neocapitalisti convertiti e abbandonano la lotta rivoluzionaria antimperialista (in europa, in russia, in cina ecc.), le masse diseredate che sono oppresse e sfruttate, nella loro necessaria ribellione vengono naturalmente egemonizzate dai fondamentalisti ed anche dai gruppi mafiosi. E' logico e materialistico storico che sia così. Perchè meravigliarsi, la barbarie e la rovina sociale (“se non vi sarà la rivoluzione comunista”) è la logica conseguenza, di cui Marx ed Engels parlavano nel Manifesto e che si è rivelata duramente reale. Ma perchè i comunisti o la maggior parte di quelli che si definiscono tali non fanno più i rivoluzionari? questo è il vero problema che si elude, il resto sono solo pippe moralistiche campate per aria buone solo per lavare le coscienze dei piccoli borghesi che tra una cena ed una vacanza si sentono turbati dalle tragedie in cui il mondo è precipitato. il prc composto a maggioranza per la parte che conta di piccoli borghesi, funzionari sindacali, consiglieri di municipalizzate. amministratori di enti locali, beneficiari previlegiati di cooperative di comodo, e sovvenzioni di enti, gli operai sono appendice minore, quindi come tale non è obbiettivamente trasformabile in partito rivoluzionaro indipendente. La componente di sinistra coerente si stacchi come nel 1921.ernst everhardmds48@libero.it(12 settembre 2004)

(14 Settembre 2004)

everhard

mds48@libero.it

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