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Repubblica di Guinea: incriminato per tortura governatore di Conakry

(16 Febbraio 2013)

Non era mai accaduto in Guinea che un procedimento per fatti così gravi e che vede il coinvolgimento di alti ufficiali militari fosse istruito così rapidamente

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di Rita Plantera

Cape Town, 16 febbraio 2013, Nena News - Il Tribunale di Dixinn ha incriminato ieri l'attuale governatore di Conakry, capitale della Repubblica di Guinea, il comandante Sékou Resco Camara, e altri due alti ufficiali militari, il generale Nouhou Thiam e il comandante Aboubakar Sidiki Camara, perché ritenuti responsabili di atti di tortura contro i manifestanti durante le elezioni presidenziali del 2010.

A darne notizia sono l'International Federation for Human Rights (FIDH) e l'Organisation Guinéenne de Défense des Droits de l'Homme et du Citoyen (OGDH). Il generale Nouhou Thiam e il comandante Aboubakar Sidiki Camara sono imputati anche nel procedimento penale per l'attacco missilistico contro la residenza del presidente della repubblica Alpha Condé del luglio 2011.

Nel maggio del 2012, a seguito della denuncia congiunta presso il Tribunale di primo grado di Dixinn (Conakry II) da parte di FIDH e OGDH e di 17 vittime costituitesi parte civile, il Procuratore della Repubblica aveva aperto un'inchiesta contro il comandante Sékou Resco Camara, il generale Nouhou Thiam, ex capo di stato maggiore, e il comandante Aboubacar Sdiki "De Gaulle" Camara, ex capo della guardia presidenziale, con le accuse di arresti illegali, sequestro, aggressione e percosse, abuso d'autorità e altri reati commessi nell'esercizio delle proprie funzioni.

Non era mai accaduto in Guinea "che un procedimento per fatti così gravi e che vede il coinvolgimento di alti ufficiali militari fosse istruito così rapidamente" ha dichiarato Thierno Maadjou Sow, presidente dell'OGDH. "Con il rinvio a giudizio del governatore di Conakry per reati così gravi, la giustizia in Guinea ha lanciato un segnale importante nella lotta contro l'impunità" ha aggiunto Souhayr Belhassen, presidente della FIDH.

Tuttavia, pur riconoscendo che l'attuale Capo dello Stato, Alpha Condé, si stia realmente impegnando nella creazione di uno stato di diritto rispettoso delle libertà fondamentali e nonostante le recenti dichiarazioni di condanna, da parte del Ministro per i diritti umani, contro la pratica della tortura soprattutto nei luoghi di detenzione, le due organizzazioni si dicono preoccupate per il rischio di interferenze sull'attività giudiziaria. Con questa accusa, infatti, l'attuale governatore Sékou Resco Camara è già stato condannato dal Tribunale di primo grado di Conakry nel novembre del 2011.

Nel 2010 le prime elezioni libere in Guinea dal 1958, anno dell'indipendenza dalla Francia, si conclusero con la vittoria dell'attuale presidente Condé e posero fine al governo della giunta militare al potere dalla morte del vecchio leader Lansana Conte nel 2008. Tra il primo e il secondo turno elettorale, però, circa 10 manifestanti vennero uccisi e più di 200 feriti durante le proteste contro l'allora capo ad interim della giunta Sékou Resco Camara, a seguito di arresti e detenzione arbitraria e atti di tortura inflitte dalla guardia presidenziale, alla presenza e per ordine dello stesso Resco Camara.

L'International Federation for Human Rights (FIDH) e l'Organisation Guinéenne de Défense des Droits de l'Homme et du Citoyen si sono costituite parti civile in altri due procedimenti penali, riguardanti uno la repressione del 2007 e l'altro il massacro del 2009 allo stadio di Conakry. A gennaio e febbraio del 2007 manifestazioni pacifiche dei sindacati e della società civile a favore di uno stato di diritto furono brutalmente represse dalle forze di sicurezza dell'allora presidente Lansana Conté. Il bilancio fu di centinaia di morti e feriti, stupri e saccheggi.

Nel 2009 più di 150 persone vennero uccise, decine di donne furono vittime di violenza sessuale, centinaia e centinaia le persone disperse e ferite. Il primo febbraio 2012 il luogotenente colonnello Moussa Tiegboro Camara è stato incriminato di violazione dei diritti umani durante il massacro del 2009. Il 13 settembre 2012, nell'ambito dello stesso procedimento penale, il colonello e medico militare Abdoulaye Chérif Diaby è stato incriminato per aver deliberatamente ostacolato le cure mediche ai feriti presso diversi centri ospedalieri, soprattutto in quello di Donka, nelle vicinanze dello stadio del massacro.

Tuttavia, come sostiene Human Rights Watch nel suo rapporto annuale, nonostante il presidente Condé abbia preso in questi anni alcune misure per contrastare la violenza e le violazioni dei diritti umani che hanno caratterizzato il Paese per più di cinque decenni, la piena transizione verso un governo democratico e uno stato di diritto sono tuttora compromessi dalla mancanza di elezioni parlamentari dal 2002, da inadeguate misure in ambito giudiziario, dalla negazione dei diritti di manifestazione ed espressione oltreché dall'aumento delle tensioni etniche.

Nena News

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