">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Uccidevano per divertimento

Uccidevano per divertimento

(22 Settembre 2010) Enzo Apicella
Cinque soldati usa in Afghanistan sotto corte marziale perché uccidevano civili afghani senza alcuna ragione se non il divertimento personale

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

Questa Europa non è di tutti!!!

(22 Ottobre 2004)

L’Europa che si costituisce a Roma a fine ottobre con la firma del Trattato è l’Europa del capitale globalizzato, ossia l’Europa dei potenti e dei padroni con l’obiettivo di consolidare la propria forza competitiva nei confronti di altre potenze mondiali, in particolare degli Usa.

La Costituzione e gli accordi che l’accompagnano infatti delineano il progetto di una nuova potenza mondiale in cui si cerca di tutelare gli interessi del grande capitale a danno tanto dei lavoratori europei quanto dei popoli che da essa saranno esclusi.

Essa è improntata ai canoni del liberismo economico imperante e ad una subordinazione alle regole ritenute intangibili del “Dio Mercato”.

Si tratta di un’Europa che rafforza l’insicurezza e la precarietà generale e quella dei lavoratori in particolare, attraverso la flessibilità, la precarizzazione del lavoro, la riduzione della spesa sociale dedicata ad assistenza e previdenza, con la privatizzazione generalizzata dei servizi pubblici.

Nel contempo questa stessa Europa procede al rafforzamento del proprio RIARMO con crescita delle spese militari e quelle di polizia, con la realizzazione di un “Corpo d’armata di reazione rapida”, ovvero la nuova armata europea, composta da oltre 100.000 uomini, 400 aerei e circa 100 navi per poter svolgere il proprio ruolo dentro la guerra permanente globale, attraverso nuove aggressioni magari definite “interventi umanitari”.

Un’Europa che mentre predica il liberismo, che esporta i propri capitali verso i paesi dove può trovare forza lavoro a basso costo, che utilizza a piene mani il lavoro dei migranti si costituisce intanto come una vera e propria Fortezza economica politica e militare.

Essa infatti cerca di impedire il libero movimento dei lavoratori, nega la cittadinanza ai migranti che pure sfrutta quotidianamente, utilizza la criminalizzazione, la segregazione in veri e propri lager e la deportazione dei migranti, alimenta il razzismo.

Ma la subordinazione della nuova Europa agli interessi del grande capitale globalizzato emerge in tutti i campi: da quello della formazione e della cultura a quello dell’ambiente e a quello più generale dei diritti. Questa quindi non è la “nostra Europa”, non rappresenta un nostro interlocutore bensì la nostra controparte contro cui battersi per difendere i diritti, e le condizioni di vita e di lavoro, per contrastarne il razzismo che la caratterizza, per impedirgli di svolgere il ruolo di potenza aggressiva e sfruttatrice dei popoli della periferia del mondo.

Non è una istituzione in cui confidare e a cui fare appello per sollecitarne un ruolo di mediazione nelle varie situazioni di crisi nelle quali essa è in realtà artefice principale come avviene in diverse situazioni africane, oppure compartecipe, come lo è stata nella vicenda dell’aggressione alla ex-Jugoslavia o all’Afghanistan, o ne è nei fatti complice come avviene nell’oppressione palestinese e nell’occupazione irakena.

I “distinguo” di alcuni governi europei rispetto alla politica degli Usa non sono dettati da motivi umanitari o pacifici bensì sono il frutto di un conflitto di interessi tra potenze capitalistiche. Infatti l’essere estromessi dalla spartizione delle risorse conquistate in Iraq dalla superpotenza USA, è la principale preoccupazione che spiega l’interesse attuale a rientrare in Iraq, sotto qualche travestimento e accordo.

Solo il rafforzamento del protagonismo e l’autonomia del movimento contro la guerra e contro la globaliz-zazione possono rappresentare un ostacolo al prevalere delle esigenze di profitto e di dominio del capitale.

Solo la crescente mobilitazione nei paesi occidentali e il rafforzamento delle resistenze in atto nei paesi aggrediti e rapinati dai rappresentanti del capitale globalizzato possono imporre la fine a quel progetto di guerra permanente globale che colpisce, sia pure in maniera diversificata, i popoli del centro e delle periferie.

- contro l’Europa dei potenti e la sua Costituzione;
- ritiro immediato delle truppe di occupazione dall’Iraq senza se e senza ma.
- fine all'occupazione dei territori palestinesi,

Martedì 26 ottobre alle ore 17,00 in via Mezzocannone 16
ASSEMBLEA PUBBLICA

Sabato 30 ottobre alle ore 14 in P. della Repubblica a Roma
MANIFESTAZIONE NAZIONALE

Comitato Napoletano Contro la Guerra

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il polo imperialista europeo»

Ultime notizie dell'autore «Comitato contro la guerra – Napoli»

10236