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Il pupazzo di Monti

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(5 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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Disobbedire alla Troika nei Comuni? io ci sto!

(25 Luglio 2013)

lorenzetti

Scrive Marco Bersan di Attac in un lucidissimo articolo che “uno dei nodi cruciali della guerra alla società, dichiarata dalle lobby finanziarie con la trappola della crisi del debito pubblico, vedrà nei prossimi mesi al centro gli enti locali, i loro beni e servizi, il loro ruolo. Infatti, poiché l’enorme massa di ricchezza privata prodotta dalle speculazioni finanziarie, che ha portato alla crisi globale di questi anni, ha stringente necessità di trovare nuovi asset sui quali investire, è intorno ai beni degli enti locali che le mire sono ogni giorno più che manifeste”. Servizi pubblici, terra del demanio, e chi più ne ha più ne metta, saranno pertanto messi all'asta per portare denaro ai grandi capitali con la scusa del risanamento del debito, debito che nonostante i sacrifici fatti fino ad ora continua a crescere dimostrando il fallimento delle ricette sbandierate da Giorgio Napolitano.
L'allarme che lancia Bersani così come la sua proposta politica di creare a partire dagli enti locali una linea di resistenza alle politiche della Troika rifiutando il patto di stabilità e disobbedendo all'austerity è una valida pista di discussione che potrebbe interfacciare molto positivamente le prossime mobilitazioni autunnali. Una discussione questa non più rinviabile per quanto riguarda le organizzazioni politiche della sinistra. Una campagna di questo tipo che partirebbe dai territori potrebbe essere in grado di aggregare un largo consenso, primo perchè si concentrerebbe su una proposta chiara e comprensibile, il rifiuto ai tagli imposti dall'Europa, secondo perchè sarebbe valida per tutto il territorio nazionale divenendo così un fattore rilevante nella discussione pubblica di qeusto paese. Una campagna del genere inoltre potrebbe essere il modo per ricostruire un progetto politico di una certa consistenza nei territori e rompere così il doppio rischio che si corre sempre nelle competizioni elettoriali. Essere subalterni al PD da un lato, sbandierando le politiche di riduzione del danno come una vittoria quando si tratta di sconfitta, o rinchiudersi in un settarismo a priori che lascia la sinistra alternativa all'angolo del sistema politico locale nella logica della testimonianza. Come giustamente scrive Bersani c'è una continuità fra il centro decisionale ed i territori che nel nuovo sistema della Lex mercatoria vengono ridisegnati come i nuovi gabellieri della Troika.
Cominciare a lavorare per la costruzione di una campagna che chieda ai sindaci attuali, ed alle prossime coalizioni delle amministrative la disobbedienza al patto di stabilità come elemento centrale del programma potrebbe voler dire fare finalmente chiarezza su molti aspetti. Una proposta del genere infatti sarebbe l'occasione per mutare la forma della politica, invece di produrre i soliti appelli all'unità della sinistra che lasciano il tempo che trovano si darebbe modo all'arcipelago di forze che contestano l'austerity di trovare a livello locale un primo spazio di connessione a sostegno di una proposta che avrebbe più di un punto di contatto con il sentimento delle masse popolari. Molto spesso infatti sindaci del PD si dichiarano contrari alle scelte del Governo rispetto al taglio che dal livello centrale viene imposto ai territori, lo fanno perchè sanno che la pressione da parte dei cittadini è molto forte rispetto a queste tematiche, costringerli a misurarsi territorio per territorio con una proposta di questo tipo, frutto di una campagna di movimento aperta al contributo di tutti li costringerebbe a fare una scelta di campo. Una proposta del genere inoltre farebbe diventare i comuni il luogo dello scontro tra l'attacco che muove il capitale e le forme di resistenza locale ricostruendo dal punto di vista simbolico l'avversario contro cui lottare. So perfettamente che ogni territorio è diverso dagli altri, ma non si può più utilizzare uno schema del genere in una fase in cui l'attacco che muove il capitale è complessivo ed investe la Costituzione, ridisegna il ruolo dello Stato, svuolta la democrazia.
Ora occorre solo vedere se avremo la forza e soprattutto il coraggio di sostenere la proposta di Attac e contribuire a renderla viva, lasciarla cadere nel vuoto sarebbe un gravissimo errore

Francesco Piobbichi - controlacrisi

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