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(17 Aprile 2013) Enzo Apicella

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L'Egitto nella tenaglia dell'imperialismo e della reazione

(17 Agosto 2013)

In Egitto due forze controrivoluzionarie - la polizia sostenuta dall’esercito
filo-Usa di Al-Sisi e le bande dei Fratelli musulmani che appoggiano il
liberista Morsi, sostenuti da Qatar e Turchia - sono entrate in urto frontale
dopo il “democratico” colpo di Stato di luglio.
Il feroce massacro del 14 agosto – in cui la maggior parte delle vittime sono
stati centinaia di manifestanti abbattuti dalle forze di “sicurezza” mentre
erano a mani nude - esprime l’acutizzazione della lotta per il potere fra
settori borghesi legati al grande capitale, così come le contraddizioni fra
potenze imperialiste e capitaliste.
Il macellaio Al-Sisi, l’uomo forte addestrato dal Pentagono e complice del
sionismo, ha mostrato la vera natura del regime che vuole instaurare con il
sangue e il terrore: una dittatura militare alla Mubarak.
Nessuna illusione può essere coltivata sul ruolo dei militari, che come hanno
sparato sugli islamisti, alleati fino a ieri, non risparmieranno i
rivoluzionari e i progressisti per conservare il loro potere e i loro
privilegi.
Della loro violenza si nutrirà il fanatismo religioso in Egitto e in tutto il
mondo arabo. Il pericolo di una guerra civile reazionaria, per tentare di
soffocare qualsiasi ipotesi progressista e rivoluzionaria, ora è più concreto.
Le screditate cancellerie occidentali – che hanno sostenuto il colpo di stato
militare di luglio – ora deplorano il bagno di sangue, ma per loro quello che
conta è l’imposizione e la conservazione dell’ordine imperialista in un paese
chiave, posizionato in una regione vitale e strategica per i loro rapaci
interessi: il petrolio, l’accesso privilegiato al canale di Suez, il sostegno
a Israele.…costi quel che costi, e con l’intento di riprodurre lo scenario
egiziano in altri paesi in crisi politica profonda, come la Tunisia.
Il proletariato e le masse popolari egiziane, le forze di sinistra e
democratiche – protagonisti della caduta di Mubarak e di Morsi, che hanno
scombussolato i piani imperialisti - non devono lasciarsi intrappolare nella
lotta fra cricche reazionarie, ma unirsi e organizzarsi per portare avanti la
lotta, fino a rovesciarle entrambe a conclusione di una rivoluzione
autenticamente popolare.
Appoggiamo la formazione di comitati popolari e di un Fronte popolare con alla
testa la classe operaia per la realizzazione degli obiettivi rivoluzionari,
contro il terrorismo e le ingerenze imperialiste.
Solidarietà col popolo egiziano e gli altri popoli in lotta contro la
reazione, per la democrazia, la libertà, la sovranità e un vero cambiamento
sociale! Né l’esercito, né le forze reazionarie potranno fermare la loro
marcia!
La drammatica situazione egiziana dimostra una volta di più quanto sia
indispensabile la presenza di un autentico Partito comunista che sappia
orientare e dirigere le masse sfruttate e oppresse.

16 agosto 2013

Piattaforma Comunista

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