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RAPPRESENTANZA E SCIOPERO GENERALE DEL 18 MARZO

(17 Marzo 2016)

Editoriale del n. 39 di "Alternativa di Classe"

si cobas 18 marzo 3

Non è un caso che questa fase politico-sindacale sia caratterizzata da un riavvicinamento della CGIL a CISL e UIL e, contemporaneamente, da una sostanziale assenza di mobilitazione dei lavoratori sul terreno dei rapporti con le controparti padronali e governative. Mentre i colpi assestati al lavoro dipendente dal Governo Renzi stanno dando a lorsignori i frutti sperati in termini di “ossigeno” per rendite e profitti, i sindacati confederali si sono da poco accordati su di una proposta di modello contrattuale, perfettamente compatibile con le indicazioni di Confindustria (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno IV n.37, pag.1).
Del resto, in attesa dei cambiamenti al vertice di tale “parte sociale”, attesi per l'estate..., anche il Governo ha “congelato” lo spauracchio del “salario minimo” per legge....
Nel frattempo la CGIL sta anche procedendo nella sua campagna per la “Carta dei diritti universali del Lavoro”, che, ottenuto un consenso di maniera da parte della sua base meno avveduta, dovrebbe restare al centro del suo interesse per tutto l'anno in corso: una “mela di Biancaneve”, apparentemente anche “saporita”, ma con dentro il veleno della adesione al Testo Unico sulla Rappresentanza” del 10 Gennaio
'14. Se è vero che oggi tale testo si presenta come una “trappola” solo per chi vi aderisce, è anche vero che la sua accettazione diventa l'unico modo per un sindacato per poter partecipare alle elezioni delle RSU. Prova ne è il fatto che alcuni sindacati di base, come la Confederazione COBAS e la USB, pur ribadendo una propria qualche “contrarietà” di principio, vi hanno dato una “adesione tecnica”.
In realtà, il modello contrattuale proposto dai sindacati confederali chiede al Governo che tale infausto Accordo sia recepito in una legge dello Stato. A parte altre negatività, nella sostanza, oltre al divieto di sciopero contro un accordo firmato da chi “rappresenta” la maggior parte dei lavoratori interessati da esso ed al fatto che i delegati RSU non risponderebbero più a chi li ha eletti, ma all'organizzazione
sindacale con cui si sono candidati, che, a sua discrezione, li può anche sostituire, ciò comporterebbe l'esclusione per legge dei sindacati non firmatari dalla possibilità di contrattare! Non si tratterebbe più, così, di una rappresentanza reale dei lavoratori, ma, di fatto, di una rappresentanza tutta neo-istituzionale: una “gabbia”, in pratica.
Fortunatamente non tutti i sindacati di base si sono posti “tatticamente” la questione, ma alcuni la hanno affrontata per come è realmente: il tentativo di comprimere, ancora di più di quanto fatto con la distruzione del “diritto del lavoro”, le possibilità di organizzazione e di lotta dei lavoratori. In particolare, la Confederazione Unitaria di Base (CUB), il Sindacato Intercategoriale Cobas Lavoratori Autorganizzati (SI Cobas) e l'Unione Sindacale Italiana AIT (USI-AIT), oltre a rifiutare fin da ora, a torto o a ragione, il terreno delle elezioni RSU, hanno giustamente proclamato per Venerdì 18 Marzo uno sciopero generale di 24 ore, che cerca di rompere il clima di rassegnazione e passività, che stanno tentando di far passare in ogni modo, generalizzando il più possibile la pratica dello sciopero.
A tale SCIOPERO GENERALE, con diverse manifestazioni nelle principali città, hanno
aderito anche altri sindacati di base e diversi “pezzi” di altri ancora, tra cui il Coordinamento iscritti USB per il Sindacato di classe, il Coordinamento “No Austerity”, l'Or.S.A., l'SGB, lo SLAI Cobas per il Sindacato di classe, i Partigiani della Scuola pubblica, i Cobas Poste di Salerno, ed altre realtà in continuo
aumento; e le motivazioni non mancano di certo...
Per non far prevalere interpretazioni di sorta, riportiamo di seguito le motivazioni contenute nel Documento definitivo di proclamazione dello sciopero, inviato nei tempi tecnici ai responsabili istituzionali, che ci pare opportunamente e condivisibilmente centrato su quanto sta avvenendo:
“Contro la guerra e gli interventi militari all’estero che, dietro al pretesto della lotta al terrorismo, promuovono piani imperialistici di sfruttamento e oppressione.
Contro l’accordo sulla rappresentanza del 10/01/14 tra Confindustria, CGIL, CISL, UIL, atto a irreggimentare le rappresentanze dei lavoratori e il diritto di sciopero; la libertà di organizzazione sindacale e di sciopero.
Contro la politica economica e sociale del governo Renzi e dell’Unione Europea, contro il Jobs Act e le altre misure per il mercato del lavoro, contro l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Contro il blocco dei contratti pubblici e privati, l’aziendalizzazione della contrattazione e la individualizzazione del rapporto di lavoro; contro le privatizzazioni, le grandi opere dannose e la distruzione del territorio.
Contro la legislazione che, a vario modo, favorisce precarizzazione e forme di sfruttamento selvaggio (esternalizzazioni, appalti, sub-appalti, cooperative di comodo) come ampiamente appurato nel settore della logistica, del cargo e della salute pubblica e privata.
Contro la riforma della scuola, per la stabilizzazione del personale.
Contro il Fiscal Compact, il pareggio di bilancio inserito nella Costituzione.
Contro la riforma del mercato del lavoro, che lascia milioni di disoccupati privi di mezzi di sussistenza e promuove lavoro gratuito, per la garanzia del salario.
Per la redistribuzione del reddito attraverso consistenti aumenti salariali per tutti i lavoratori e pensionati.
Per la rivalutazione delle pensioni, riduzione degli anni per il diritto alla pensione, salute e sicurezza sui posti di lavoro. Diritto all’abitare, contro la precarietà e lavoro gratuito.
Per il diritto al lavoro, attraverso la riduzione d’orario a parità di salario, investendo per la bonifica dei siti inquinati, la messa in sicurezza del territorio, il risparmio energetico e le energie alternative.
Per la libertà di circolazione della forza lavoro, la parità di diritti agli immigrati e l’integrale abolizione della legge “Bossi-Fini”.

Alternativa di Classe

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