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Processo al Campo Antimperialista: una sentenza che fa resistenza

Il Riesame di Perugia: la campagna "10 Euro per la Resistenza" non e’ reato

(10 Settembre 2005)

La oramai nota lettera di protesta dei 44 parlamentari americani faceva perno anzitutto sulla campagna dei DIECI EURO PER LA RESISTENZA IRACHENA.

Per Lorsignori era la scandalosa prova provata che noi saremmo finanziatori del terrorismo internazionale. A questi Neocon (fascisti del terzo millennio) facevano eco i giornali del in Italia (Libero in testa) che subito scatenavano una cagnara affinche’ la magistratura chiudesse il conto e ci rimettesse al gabbio.

Triste dirlo ma questo linciaggio trovava sponde a sinistra, raccolto da alcuni psicopatici per i quali la nostra raccolta fondi era definita una enorme provocazione.

Ora tutti quanti hanno avuto il benservito! La nostra campagna e’ legale, legittima, costituzionale.

Ovvero: in Italia, malgrado Berlusconi (e gli psicopatici), non vige ancora il Patriot Act, non siamo ancora prigionieri dello americano.

Quando questo avverra’ ne prenderemo atto. Nel frattempo utilizziamo come possiamo gli spazi di liberta’ che ci sono, e cosi facendo resistiamo, difendiamo diritti inalienabili (tra cui quello di sostenere la lotta di liberazione irachena), teniamo una trincea.

Non c’e’ niente di peggio che consegnare al nemico (esagerando la sua forza) una posizione senza lottare. Nel frattempo ci godiamo questa piccola vittoria, non meno importante di quella avuta con la sentenza Forleo (in barba alla stampa nazionale silente). Una vittoria che ci conferma nelle nostre convinzioni antimperialiste e che ci da piu’ forza nella battaglia per tentare di respingere la seconda parte dell’attacco proveniente da Washington, quello che vuole impedire la Conferenza di Chianciano. Se la spunteremo, come speriamo, avremo piu’ determinazione per contrastare l’eventuale terza fase dell’attacco Neocon: l’iscrizione unilaterale del Campo, da parte della Casa Bianca, nella Black List.

Un altro buco nell’acqua-Annullato provvedimento di sequestro beni per Emanuele

Il tribunale del Riesame di Perugia il 3 settembre ha annullato il provvedimento di sequestro, per mancanza di indizi, seguito ad una perquisizione, a carico di Emanuele Fanesi, militante del Campo antimperialista e titolare del c/c dedicato alla Resistenza del popolo iracheno contro l’occupazione, fattivamente supportata, è bene non dimenticarlo, dal governo italiano.

Oltre a vario materiale politico e al pc, su mandato della procura della repubblica di Perugia, la DIGOS aveva sequestrato anche la documentazione relativa al c/c in questione, contestando genericamente a Emanuele il reato di cui all’art. 270 bis c.p., cioè l’appartenenza ad associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico. Ma anche questa volta, come già il 1° aprile 2004, l’inchiesta si rivela per quello che è: un buco nell’acqua.

Ricapitoliamo: la perquisizione avvenne il 30 giugno; il 1° luglio venne chiuso il sito web del Campo antimperialista per “attività terroristica”, con particolare riguardo alla campagna “10 euro per la Resistenza Irachena”. I primi di agosto venne resa nota la lettera datata 28 giugno dei 44 parlamentari statunitensi all’ambasciatore italiano negli USA, in cui si chiedeva di impedire la Conferenza per una pace giusta in Iraq e la Resistenza irachena e, più in generale, di ostacolare l’attività degli antimperialisti in quanto, ovviamente, terrorista. A questo punto non ci sono dubbi: tutti gli ostacoli posti alle attività di chi si oppone all’occupazione dell’Iraq e si adopera per dar voce in qualche modo ai veri rappresentanti del popolo iracheno, anziché all’ascaro che il ministro degli esteri Fini emulando il Mussolini della conquista dell’Etiopia ha portato recentemente in Italia, vengono orchestrati oltreoceano e l’Italia fedelmente esegue. La cartina di tornasole è stata la vicenda dei visti negati ai delegati iracheni della Conferenza: dopo l’iniziale assenso c’è stato un immediato dietrofront imposto dal suddetto ministro inpersona, successivo guardacaso alla pubblicazione della lettera dei 44.

Ma non ci lasceremo intimidire: insieme agli altri amici e compagni dei Comitati Iraq Libero e del Comitato organizzatore della Conferenza continueremo la nostra battaglia affinché i rappresentanti del popolo iracheno possano esprimere la loro opposizione all’attuale occupazione. Ricordiamo infatti che è in atto, davanti al ministero degli esteri, uno sciopero della fame ad oltranza per il rilascio dei visti in questione, sciopero cui partecipa il nostro Emanuele.

Assisi 4 settembre 2004

Maria Grazia Ardizzone, portavoce del Campo Antimperialista (sezione italiana)

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