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(27 Febbraio 2011) Enzo Apicella

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Lavoratori aree di crisi complesse (Rieti e Frosinone): allarme e proposta dei comunisti

Ormai i lavoratori non vogliono più, e lo dicono da sempre, solo assistenza. Vogliono la dignità del lavoro

(26 Aprile 2020)

pci

In una lettera aperta all’assessore al Lavoro della Regione Lazio, i comunisti di Rieti e Frosinone intervengono nel merito della vicenda dura, complicata, e trascinatasi da troppo tempo, dei lavoratori senza lavoro delle aree di crisi complesse. “Per prima cosa ci congratuliamo con l'assessore regionale Claudio Di Berardino e con le organizzazioni sindacali per la celerità con cui si sono prodigati in modo che le due aree di crisi complessa delle province di Frosinone e Rieti sono state rifinanziare, e sono state snellite le procedure per l'accesso al credito. – commentano il responsabile Lavoro PCI Lazio Tiziano Ziroli, ed i due segretari delle Federazioni di Frosinone e Rieti, Bruno Barbona e Marco Luzi, unitamente al segretario regionale Oreste della Posta - Non sappiamo ancora la durata del provvedimento e ci auguriamo che si reperiscano i fondi per coprire l'intero anno. Nell'accordo Quadro per gli ammortizzatori sociali per area di crisi complessa tra Regione Lazio e le parti sociali è menzionato " art 6, TRATTAMENTO DI MOBILITÀ IN DEROGA CONDIZIONATO ALL' ATTIVAZIONE DI UNA POLITICA ATTIVA ". Relativamente alla procedura di mobilità in deroga dei lavoratori, ricordiamo che questo è il quarto anno di mobilità CONSECUTIVA, e, ogni anno viene inserito un articolo che prevede il ricollocamento dei lavoratori, e viene firmato dalla Regione Lazio e le varie sigle sindacali. È un accordo che il PCI di Frosinone, di Rieti e dell’intera regione Lazio, condivide pienamente, perché i lavoratori si sentono umiliati a percepire la mobilità, quando invece è solo il lavoro che dà dignità! – sottolineano i dirigenti comunisti – Dopo le firme però, in realtà non viene fatto nessun corso di aggiornamento, né tantomeno i lavoratori sono stati ricollocati. Il PCI di Frosinone, di Rieti e del Lazio, chiedono alla Regione Lazio, che ha sottoscritto questo accordo, di attivarsi non solo per la sopravvivenza ma anche per la dignità umana! Da quattro anni centinaia di lavoratori aspettano di potersi assicurare un LAVORO, vista la situazione attuale e visto che non c'è più tempo. Ad Agosto, se la durata è di otto mesi, la mobilità cesserà e i lavoratori non percepiranno più aiuto dalla Regione Lazio. Quindi, chiediamo che tutti i lavoratori (facciamo presente che la maggior parte di loro ha superato i 50 anni di età e quindi sono lavoratori difficilmente ricollocabili) siano assorbiti dalla Regione Lazio e tramite corsi di formazione poi ridistribuiti nella filiera produttiva statale . La proposta non è inverosimile ed è di grande valore sociale . È facile pensare che dopo il mese di Agosto se la durata è di otto mesi tutti i lavoratori (e le loro famiglie) sarebbero costretti ad ingrossare le fila dei lavoratori in nero , per essere sfruttati da industriali senza scrupoli. – concludono Ziroli, Barbona, Luzi e Della Posta - La possibilità di essere invece impiegati, magari anche nell'ambito della sanità pubblica o nella fabbricazione di materiale sanitario pubblico (DPI) che oggi, in emergenza sanitaria nazionale, tanto manca (mascherine, materiale per tamponi, ecc). Pensiamo possa essere l’indirizzo verso la soluzione migliore sia dal punto di vista sociale che etico. Ora sollevata la questione urgente, certamente spetta a chi ha le leve della gestione e delle decisioni l’onere della risposta, coi fatti. Questo il chiarimento di merito che attendiamo da voi.”.

Trasmesso da Maurizio Aversa

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