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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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SANITÀ TOSCANA: BASTA TAGLI È INDISPENSABILE CAMBIARE PASSO

(23 Settembre 2021)

USB il 30 settembre dalle ore 10, sarà a Firenze in Piazza Duomo, in presidio davanti alla presidenza della Regione Toscana, per chiedere assunzioni immediate, la revoca dei tagli prospettati, il ritiro di qualsiasi ulteriore ipotesi di cessione di servizi al privato e per chiedere che la Toscana si renda protagonista nell’esigere dal governo nazionale un massiccio incremento delle risorse destinate alla sanità.

Prima tappa verso lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base l’11 ottobre per protestare contro le politiche del governo Draghi

tagli sanità

I tagli che devono effettuare le aziende sanitarie in termini di erogazione dei servizi e il blocco delle assunzioni, misure che dovrebbero servire ad arginare la voragine di bilancio, rappresentano il completo e definitivo fallimento delle politiche sanitarie della Regione Toscana e del Governo centrale e ancora una volta a pagare il conto dei danni provocati del mal governo della politica e dalla gestione clientelare fatta dai burocrati a capo della sanità regionale e delle aziende sanitarie, vengono chiamati gli operatori sanitari e la cittadinanza

Il precario equilibrio sul quale si reggeva la sanità toscana era, da tempo, chiaramente visibile.

Il mancato turn over, che ha comportato, nel decennio 2009/2018 una diminuzione degli addetti di circa 1300 unità e incentivato il ricorso indiscriminato al lavoro interinale, la drastica riduzione dei posti letto per mille abitanti - ricordiamo che nel 2012 la Regione Toscana ne ha deliberata la diminuzione portandone il numero ampiamente al di sotto dello standard nazionale - il costante depotenziamento degli ospedali periferici, costituivano segnali inequivocabili che oramai si stava raschiando il fondo.

A questo si è aggiunto il fallimentare accorpamento delle AAASSLL che, lungi dal portare i risparmi di spesa previsti, ha solo visto la proliferazione degli apparati e delle strutture organizzative, ha incrementato la cessione di attività al privato e non ha portato nessun beneficio in termini di erogazione di prestazioni. Quando si è manifestata, pur grave e inattesa, la pandemia da Covid-19, si è palesata tutta la fragilità strutturale e organizzativa del servizio sanitario toscano.

Solo la paura di essere travolti dal virus, ha fatto sì che si ricorresse a una cospicua campagna di assunzioni, ma gli organici, ridotti oramai all’osso, ne hanno beneficiato in maniera trascurabile a fronte delle necessità derivanti dalle aperture dei nuovi servizi indispensabili a contenere la pandemia, e medici, infermieri e oss, obbligati costantemente a rientrare in servizio, continuano a saltare ferie e riposi, mentre le liste d'attesa sono oramai fuori controllo e si prospettano ulteriori cessioni di attività alla sanità privata che, pur essendo completamente estranea al concetto di tutela collettiva della salute, continua a lucrare dallo stato di crisi finanziaria del settore sanitario pubblico.

Tutto questo è inaccettabile e irricevibile.

É inaccettabile che siano mantenuti i vincoli di spesa per il personale, è inaccettabile che il finanziamento della spesa sanitaria debba essere portato nel 2023 a livello pre Covid, come se la pandemia non fosse esistita, ed è inaccettabile che si continui a gestire il sistema sanitario solamente con la logica della sostenibilità economica e si insista nel rifiutare l'evidenza che investire in salute e nella sanità pubblica equivale a creare valore.

É irricevibile che a rimetterci siano i soliti noti.

Gli operatori sanitari hanno già pagato abbondantemente, con turni di lavoro massacranti e la poca sicurezza nelle fasi iniziali della pandemia, i tagli degli anni precedenti e la cittadinanza ha pagato in termini di riduzione e rinvio delle prestazioni specialistiche e degli interventi chirurgici ed è davvero arrivato il momento di chiedere con determinazione che venga invertita la rotta e che si proceda ad assumere il personale sanitario che occorre e a garantire il diritto alla salute della popolazione.

Per questi motivi, e come prima tappa verso lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base l’11 ottobre per protestare contro le politiche del governo Draghi, USB il 30 settembre dalle ore 10, sarà a Firenze in Piazza Duomo, in presidio davanti alla presidenza della Regione Toscana, per chiedere assunzioni immediate, la revoca dei tagli prospettati, il ritiro di qualsiasi ulteriore ipotesi di cessione di servizi al privato e per chiedere che la Toscana si renda protagonista nell’esigere dal governo nazionale un massiccio incremento delle risorse destinate alla sanità. All'iniziativa aderiscono Cobas Sanità Pisa e Cobas SUR Careggi.

Usb Pubblico Impiego - Sanità

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