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Un bel di' vedremo

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(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
In tutta l'Europa cresce la protesta contro il capitalismo della crisi

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(Lotte operaie nella crisi)

MANOVRE IMPERIALISTE E LOTTA DI CLASSE IN SRI LANKA

(28 Aprile 2022)

Dal n. 112 di Alternativa di Classe

manifestazione a Colombo

Manifestazione contro il governo a Colombo. L'immagine è ripresa dalla pagina facebook Jvp Italia

Situato in una posizione geografica strategica, lo Sri Lanka è attivamente “corteggiato” dalla Cina e dalla vicina India. Entrambi i Paesi asiatici imperialisti hanno programmi e interessi specifici: la Cina nel contesto dell'iniziativa ”Belt and road initiative”, mentre l'India all'interno del piano ”Neighbourhood first programme”, voluto dal primo ministro indiano Modi. Mentre il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina si intensifica, anche la competizione tra le potenze asiatiche sta aumentando.
L'India ha firmato un accordo per la creazione di progetti di energia ibrida nelle isole dello Sri Lanka settentrionale, in un accordo visto come una vittoria strategica nella sua competizione imperialista con la Cina, per l'influenza nell'Oceano indiano. Il Ministro degli esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, in visita nella capitale Colombo, ha assistito alla firma insieme al Ministro degli esteri dello Sri Lanka, Gamini Peiris.
A Dicembre dello scorso anno, la Cina ha annunciato che avrebbe sospeso il proprio Piano per la costruzione di centrali elettriche su tre isole dello Sri Lanka, a causa di problemi di sicurezza. L'India considera lo Sri Lanka, appena oltre lo Stretto di Palk, al largo della costa sud orientale dell'India, all'interno della sua sfera di influenza. India e Cina sono rivali per il controllo economico nella regione e hanno controversie sui confini.
Il progetto cinese delle centrali elettriche annullato, sarebbe stato vicino alla costa meridionale dell'India. L'India ha anche firmato accordi con lo Sri Lanka per un Centro di coordinamento del salvataggio marittimo e per un progetto di pesca.
Lo Sri Lanka deve affrontare gravi problemi di indebitamento e sta vivendo la peggiore crisi economica della sua storia recente. La gente in fila per strada cerca zucchero e riso, ma il governo nega che sull'isola manchi il cibo. Il Presidente, Gotabaya Rajapaksa, e i suoi ministri sostengono di avere ingaggiato una guerra contro i cosiddetti Hoarders, commercianti accusati di accumulare riserve alimentari, mentre i prezzi salgono.
Il Ministro Pavithra Wanniarachi ha affermato che le interruzioni di corrente elettrica potrebbero continuare fino a Maggio. Ora molte parti del Paese, colpito dalla crisi, devono stare fino a 13 ore senza elettricità, a causa della mancanza di carburante. Il Ministro ha detto che una spedizione di diesel con una linea di credito di 500 (cinquecento) milioni di dollari dall'India dovrebbe arrivare entro breve tempo. Nello Sri Lanka un 40% dell'elettricità è generata dall'energia idroelettrica, ma i serbatoi si stanno esaurendo. La maggior parte della produzione di elettricità proviene da carbone e petrolio. Entrambi sono importati, ma scarseggiano.
La più grande struttura medica del Paese, l'Ospedale nazionale dello Sri Lanka, nella capitale Colombo, ha dichiarato di avere interrotto anche i test diagnostici di routine. Due ospedali hanno riferito di avere sospeso gli interventi chirurgici, perchè erano pericolosamente a corto di forniture mediche vitali, anestetici e sostanze chimiche, per eseguire test diagnostici.
Il governo dello Sri Lanka è, di fatto, una vera e propria Family firm (Azienda familiare), con ben quattro fratelli Rajapaksa ad altrettanti dicasteri. Ciò che è chiaro, è che le riserve valutarie dello Sri Lanka sono praticamente a secco. Dei 7,5 miliardi di dollari a disposizione del Paese nel Novembre del 2019, a fine del 2021 ne rimanevano soltanto 2,8. Nel frattempo, come riferito da “Le Monde”, la rupia ha perso più del 20% del proprio valore rispetto al dollaro. Con il valore del denaro in picchiata, importare costa di più, i beni sul mercato diminuiscono, e i prezzi vanno alle stelle.
Lo Sri Lanka, uscito soltanto nel 2009 da decenni di guerra civile, è stato colpito da una serie di eventi strazianti. L'agricoltura ha subito una disastrosa siccità nel 2016, il turismo è stato spazzato via dagli attacchi islamisti della Pasqua del 2019, con 280 persone uccise dai terroristi, poi la pandemia da COVID-19. Il turismo è fonte vitale di valuta estera, per pagare le importazioni e rimborsare il pesante debito estero.
Nel mese in corso il Governo sta avviando negoziati con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che ha diramato una nota di avvertimento, ma si è detto disponibile a trattare. Un rapporto del FMI, pubblicato nei giorni scorsi, ha riferito che lo Sri Lanka deve affrontare problemi di solvibilità, a causa dei rischi derivanti dai livelli di debito al 119% del PIL, per un totale di 51 (cinquantuno) miliardi di dollari.
Lo scorso mese di Agosto, lo Sri Lanka aveva ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) 87 milioni di dollari per far fronte alla pandemia da COVID-19. La crisi del debito deriva in parte da progetti infrastrutturali, che sono stati finanziati con prestiti cinesi. Le riserve estere dello Sri Lanka stanno diminuendo, mentre quest'anno il governo deve rimborsare sette miliardi di dollari di debiti esteri, la maggior parte dei quali a investitori che hanno acquistato obbligazioni internazionali.
Lo Sri Lanka ha chiesto aiuto sia all'India, che alla Cina. L'India ha fornito una linea di prestito di un miliardo di dollari per acquistare beni di prima necessità e 500 miliardi di dollari per acquistare carburante.
La Cina sta valutando una richiesta di 2,5 miliardi di dollari in assistenza economica, ma non si è impegnata a ristrutturare i debiti dello Sri Lanka. Il governo e le imprese cinesi hanno investito molto nella costruzione di un porto marittimo, un aeroporto e nella edificazione su terreni bonificati vicino alla capitale Colombo. Il governo dello Sri Lanka aveva precedentemente annullato un Piano per consentire alla Cina di arrivare nella città portuale di Colombo.
Nello Sri Lanka, oggetto di rivalità tra Cina e India, stanno crescendo le proteste dei lavoratori. I lavoratori dello Sri Lanka non sono contenti del coinvolgimento indiano e cinese. Inoltre, nutrono sentimenti antindiani e anticinesi rispetto agli affari economici. Sono consapevoli che la Cina ha dato miliardi di dollari allo Sri Lanka, con tassi di interesse commerciali molto elevati, tra il 6% e il 9%, causando notevole corruzione e devastazioni ambientali.
La maggior parte dei cittadini dello Sri Lanka ha sentimenti antindiani, principalmente a causa del carattere egemonico della politica estera indiana. Tuttavia, nello Sri Lanka si crede ancora negli investimenti esteri e si ha un'opinione positiva del coinvolgimento europeo e giapponese nell'economia.
Negli anni passati abbiamo assistito alle proteste dei lavoratori contro le privatizzazioni delle imprese statali. Una dura lotta cercò di fermare la privatizzazione di un porto di nuova costruzione per conto della Cina.
E' stata anche condotta una grande lotta contro le università mediche private. Una lotta condotta dal movimento studentesco e dalla Federazione degli insegnanti della Facoltà di Medicina pubblica dell'università della capitale Colombo. Una lotta, che è riuscita ad abolire la prima università medica privata, istituita nello Sri Lanka.
Il settore tessile continua a sostenere l'economia dello Sri Lanka, tramite l'esportazione. Ma il prezzo di tutto ciò è stato pagato dai lavoratori impegnati nelle fabbriche delle zone di libero scambio. Quattordici zone di libero scambio, che attraggono investimenti stranieri.
Ora, però, le organizzazioni sindacali dei lavoratori stanno mettendo in risalto il problema dello sfruttamento. I sindacati hanno esposto ai media i rischi per la salute e il deterioramento dei diritti dei dipendenti, che sono per lo più lavoratrici, provenienti dalle zone rurali del Paese. I dipendenti delle fabbriche, situate nelle zone di libero scambio, hanno affrontato gravi rischi per la salute e lottato fino dall'inizio della pandemia da COVID-19 in Sri Lanka.
Le condizioni lavorative sono andate peggiorando. Allo scoppio della pandemia, molti posti di lavoro seguivano le regole anti-Covid, ma durante la terza ondata le cose sono cambiate. I locali non venivano disinfettati e non venivano fornite mascherine di protezione. I lavoratori erano scoraggiati dai datori di lavoro a fare i tamponi, perchè, nel caso di positività al virus, la loro capacità lavorativa sarebbe stata ridotta e, di conseguenza, anche gli obiettivi di produzione e di profitto. Quando le fabbriche sono state chiuse, durante la prima ondata della pandemia, ai lavoratori rimasti a casa non è stato pagato nessun salario.
L'invasione russa dell'Ucraina e il riacutizzarsi dei contagi in Cina, hanno ulteriormente compromesso le catene di approvvigionamento, e aumentato il costo delle merci. Il risultato è che in tutto il Paese ci sono gravi carenze di cibo, carburante e farmaci. Martedì 15 Marzo a Colombo migliaia di manifestanti hanno assediato il palazzo presidenziale, per poi essere respinti dall'esercito.
Venerdì 1 Aprile, dopo le grandi proteste popolari, il Presidente Rajapaksa ha proclamato lo stato di emergenza, emettendo un provvedimento straordinario, definito”Ordinanza di pubblica sicurezza”, che gli permette di autorizzare arresti, perquisire qualsiasi locale, bloccare le piattaforme dei social media durante le proteste, nonchè di modificare e sospendere qualsiasi legge. Il tutto, ”ovviamente”, nell'interesse del mantenimento dell'ordine pubblico e dei servizi essenziali.
La comunità srilankese di Brescia, per rispondere alle mosse del governo della madrepatria e in solidarietà con le proteste della popolazione, ha organizzato il 3 Aprile un presidio nel quartiere del Carmine. Intanto, nello Sri Lanka, le proteste popolari continuano, ed il governo dei fratelli Rajapaksa ha deciso le dimissioni, con l'offerta alle forze di opposizione parlamentare di un governo di unità nazionale. Cambiare, affinchè nulla cambi!!
La prospettiva per l'economia capitalistica mondiale è quella che ci sta mostrando lo Sri Lanka. Mentre i Piani di salvataggio e di risanamento avrebbero dovuto dare nuovo vigore al Paese, la realtà vede imporsi la recessione e la formazione di enormi sacche di disoccupazione e di fame. Il capitalismo non ha soluzioni alla sua crisi e quest'ultima non ha limiti all'interno del sistema borghese.
Per questo, la sola risposta alla barbarie e alla miseria, che esso impone all'umanità, sta nel suo rovesciamento da parte dei lavoratori e di tutti gli oppressi. Per questa prospettiva il proletariato del cuore del capitalismo, in particolare quello dell'Europa, a causa della sua concentrazione e della sua esperienza storica, ha una responsabilità decisiva verso i suoi fratelli di classe dello Sri Lanka e del resto del mondo.

Alternativa di Classe

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