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8 dicembre 2005 - La liberazione di Venaus

(11 Dicembre 2005)

Sono passati solo due giorni dal vigliacco pestaggio con cui nel buio della notte tra il 5 e il 6 dicembre la polizia ha sorpreso e raso al suolo il presidio di Venaus e già il popolo della Valle si è ripreso il suo terreno.

Dopo due giorni di blocchi totali delle statali, dell'autostrada e delle stazioni feroviarie della Val di Susa, siamo tornati in montagna: una marcia di 50.000 da Susa a Venaus - valsusini con intere famiglie con bimbi nel passeggino e tanti arrivati da lontano a portare la presenza solidale e militante di chi lotta per una ragione comune- che la violenza del primo sbarramento poliziesco a Località Passeggeri non è riuscita a fermare.

La compagna Nicoletta, segretaria del Prc di Bussoleno e Cobas da sempre in prima fila nella resistenza della Val di Susa, è stata ferita al naso e agli occhi da una manganellata, ma a mani alzate con i sindaci e i giovani di Askatasuna ha continuato a guidare il corteo aggirando il posto di blocco, sù per altri sentieri, fino alla statale di Moncenisio.

Finalmente si vede Venaus di sotto con già centinaia di residenti che aspettano il corteo invadendo i prati dove la violenza di Stato ha usurpato il terreno per il cantiere della CMC.

Si scende da una mulattiera e in dieci minuti corteo, bandiere e striscioni occupano Venaus.

Anche le recinzioni del cantiere sono trasformate in simbolo di libertà: si divelgono e proprio con queste strisce si forma sul prato una gigantesca scritta NO TAV.

Nulla possono i lacrimogeni contro la volontà di una comunità, la polizia arretra, la gente grida “Siete venuti di notte, ve ne andrete di giorno”.

Un container per il nuovo presidio viene piazzato: il popolo della Val Susa si è ripreso Venaus, simbolo per tutti che il diritto collettivo può vincere contro il partito trasversale della lobby TAV-TAC e le sue assurde menzogne.

8 dicembre 2005

Confederazione Cobas di Torino

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