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Five o'clock tea

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Devaticanizziamoci. Report dell’incontro del 15 dicembre

Analisi e proposte da Radio Citta’ Aperta alla sinistra, alle forze progressiste e laiche, ai credenti democratici

(18 Dicembre 2005)

E’ stato un pomeriggio interessante e produttivo quello di giovedì 15 dicembre. L’occasione era la presentazione del dossier di Radio Città Aperta “Pagheremo caro… ma pagheremo tutti? Il Vaticano non dà una mano” curato dai nostri Paolo Poniciappi e Alessio Ramaccioni.

La presentazione del dossier è stata preceduta da un intervento della nostra Mila Pernice a nome delle redattrici di RCA, che ha fatto il punto sull’offensiva reazionaria e regressiva del Vaticano e del governo contro i diritti, le conquiste e l’autodeterminazione delle donne. Anche in questo caso non sono mancati i rilievi critici ai cedimenti ripetuti del centro-sinistra su questioni decisive della sfida tra progresso e regressione. “La festa è finita. Ricomincia la lotta per l’autodeterminazione” l’intervento si è concluso con le parole dello striscione della manifestazione delle donne che l’8 marzo 1993 cercò di raggiungere proprio il Vaticano…e venne caricata.

L’esposizione di Paolo Poniciappi e Alessio Ramaccioni ha riassunto i vari capitoli del dossier: dalla struttura “impermeabile” ed estremamente “articolata” delle istituzioni finanziarie vaticane ai costi sociali che ricadono sul bilancio statale - dunque sui servizi e le imposte per la collettività; dall’esenzione dell’ICI all’inganno dell’8 per mille, dai finanziamenti alle scuole private e degli insegnanti di religione alla violazione delle leggi e della salute pubblica compiuta da Radio Vaticana per finire con gli sfratti e le spregiudicate operazioni immobiliari operati dagli istituti religiosi. Il dossier è comunque a disposizione e si può scaricare dal sito www.radiocittaperta.it

I soggetti sociali in campo

La sinergia tra i temi esposti nel dossier e i soggetti sociali presenti alla discussione è stata molto utile ed interessante. Luigi Cerini (Comitato di lotta per la casa del centro storico) – in presenza degli sfrattati e degli inquilini - ha spiegato la vicenda degli sfratti (circa 400) e degli aumenti enormi degli affitti nel centro storico di Roma, dove le proprietà immobiliari degli enti religiosi sono rilevanti.

Domenico Ciardulli (Coordinamento dei Comitati di Roma Nord) ha completato la disamina e la denuncia della vicenda Radio Vaticana, sottolineando gli ostacoli giuridici nei procedimenti giudiziari contro l’emittente vaticana per i gravissimi danni alla salute e alla sicurezza provocati dalle sue omissioni ma anche la latitanza delle istituzioni locali (Comune e Regione) nell’affiancare i comitati e i cittadini nella vertenza contro Radio Vaticana.

Caterina Patti (sindacalista della CUB-Scuola) ha ampiamente documentato il buco nero (ed economico) rappresentato dal dilagare della Chiesa Cattolica nella scuola, un dilagare che va molto al di là di quanto previsto dallo stesso Concordato: introduzione della religione come materia curriculare, finanziamenti rilevanti alle scuole private in presenza di tagli crescenti e pesanti alla scuola pubblica, contributi a pioggia per il bonus scuola a chi manda i figli alle scuole private, immissione in ruolo di 22.142 insegnanti di religione a carico dello Stato con criteri extralegali e a scapito di migliaia di precari regolarmente da anni in graduatoria.

Ha portato il suo contributo anche Mario Guarino, autore de “I mercanti del Vaticano. Affari e scandali: l’industria delle anime”, collaboratore del settimanale “Il Mondo”, autore di diversi libri su Berlusconi ed anche su Padre Pio (“Il santo impostore”).

Sollecitata da numerosi interventi, domande, riflessioni è intervenuta Adriana Spera, presidente della Commissione Cultura del Comune di Roma e consigliera comunale del PRC. Dopo una premessa sulla necessità di riaffermare una battaglia politica e culturale anche sul piano dei valori, ha sottolineato come ai pesanti tagli del governo nei finanziamenti agli enti locali, si aggiunge anche l’esenzione dal pagamento dell’ICI per le strutture religiose. Solo per il Comune di Roma ciò significherà un ammanco tra i 35 e i 50 milioni di euro all’anno che, unito ai tagli del governo, porterà alla riduzione di un sesto del bilancio a disposizione per investimenti e servizi nella città di Roma. Inoltre è venuto fuori che molti enti e strutture religiose l’ICI non l’hanno mai pagata. Non solo. Un sindacalista del Comune (Retecomune) ha poi denunciato come ad esempio anche la formazione dei vigili urbani sia stata assegnata ad una struttura religiosa e di come sulla formazione professionale dei giovani esista di fatto una corsia privilegiata per gli istituti religiosi piuttosto che per quelli pubblici.

Un dibattito maturo ed alcune proposte

Agevolata probabilmente dal fatto che la sala era strutturata intorno ad un grande tavolo piuttosto che con “presidenza e platea” (sembra un dettaglio ma non lo è) la discussione è stata libera, diretta e partecipata come non se ne vedevano da tempo.

Abbiamo verificato interesse e maturità su una questione centrale ma spinosa come i rapporti tra Stato, esigenze sociali e Vaticano. Se qualcuno aveva immaginato un incontro di e tra “mangiapreti” è rimasto deluso.

Sono emerse anche alcune proposte che Radio Città Aperta, facendosi carico di costruire in qualche modo una rete di soggetti sociali su questi temi, intende portare con forza nell’agenda politica delle forze del centro-sinistra che si candidano a governare il paese al posto di un governo reazionario che punta proprio su un’alleanza di tipo “neoconservatrice o teoconservatrice” con il Vaticano per mantenersi al potere.

In conclusione sono stati ribaditi due concetti chiave:
a) Il Vaticano e la Chiesa Cattolica, sono per loro definizione, “non democratici” ma verità rivelata, come ebbe a rispondere Papa Woitjla ai cattolici austriaci che avevano redatto il documento “Noi siamo chiesa”. E’ una discriminante etica, politica e di valori che nessuno deve dimenticare o sottovalutare
b) E’ importante non confondere il Vaticano con i credenti. Per confrontarsi con i secondi non è necessario capitolare o rendersi subalterni al primo.

Dalle discussione sono emerse anche alcune proposte da far discutere e veicolare nei prossimi mesi sia tra le forze politiche che tra i movimenti sociali, nel mondo dell’informazione e della cultura:

1) La destinazione dell’8per mille (sia la quota indicata per lo Stato che quella non indicata e di cui oggi si appropria la Chiesa Cattolica) all’emergenza casa;
2) La revoca dell’esenzione dal pagamento dell’ICI per gli enti religiosi
3) La profonda revisione del Concordato tra Stato e Vaticano anche alla luce dei rilevanti privilegi aggiuntivi ed extraconcordatari che sono stati introdotti dal 1985 a oggi

L’Unità ci ha dedicato un bell’articolo nelle pagine di cronaca, le agenzie Adista e Omniroma erano presenti e ci hanno garantito un pezzo, il Manifesto ci ha chiesto il dossier e ci auguriamo che pubblicherà qualcosa.

Cogliamo l’occasione per fare a tutte e a tutti un augurio laico, ateo, rivoluzionario ed “egreferente” per il 2006*

*egreferente è un termine usato dal senato bolognese della fine del ‘700 su importazione giacobina che sta ad indicare coloro che hanno cessato di essere deferenti nei confronti delle autorità costituite(all’epoca prelati e nobili)

Radio Città Aperta 88,9mhz
http://www.radiocittaperta.it

Fonte

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