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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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Informazione-ideologia-guerra

Un momento di confronto nel movimento no war con il mondo dell’informazione - Un omaggio al lavoro di Cynthia D’Ulizia

(22 Gennaio 2006)

Forum
Roma, 28 gennaio, ore 10.00-18.00
(centro congressi Cavour, via Cavour 50/A)


Partecipano:

Giulietto Chiesa (eurodeputato, fondatore di Megachip), Maurizio Torrealta (Rai News 24) Umberto Zona (autore de “L’Impero invisibile” e “Mercenari”), Paolo Serventi Longhi (Segretario della FNSI), Jurgen Elsaesser (autore di “Menzogne di guerra”), Alberto Burgio, Vladimiro Giacchè (autori di “Escalation. Anatomia della guerra infinita”), Antonello Petrillo (Università S.Orsola Benincasa, Napoli), Piero Sansonetti (direttore di Liberazione), Stefano Chiarini (giornalista de “Il Manifesto”), Maurizio Musolino (giornalista de “La Rinascita”), Sergio Cararo (Radio Città Aperta), Roberto Taddeo (Red link) Valter Lorenzi (Comitato contro Camp Darby), Vainer Burani (legale di Mohammed Daki), Alberto Tarozzi (Comitato Scienziati/e contro la guerra), Rita Pennaiola e Andrea Cinquegrana (voce della Campania), mediattivisti e attivisti del movimento contro la guerra.


Sul piano dei mezzi di comunicazione di massa, anche nei movimenti e nella sinistra c’è spesso una posizione consolatoria e remissiva. Ci si lamenta della disinformazione e si addebita a questa molte che invece sono responsabilità della “politica”
La questione che sta emergendo non è solo quella delle menzogne di guerra. In alcuni casi queste si rivelano una contraddizione/debolezza politica di gestione dei governi della guerra e della informazione “arruolata”. La maggioranza dell’opinione pubblica, infatti, nonostante l’ informazione “embedded”, continua ad essere contro la guerra e vuole il ritiro delle truppe dall’Iraq. Il problema resta dunque la politica e non l’informazione. Nel nostro paese esiste ed opera un sistema di guerra bipartizan che sta lavorando per mantenere la presenza militare straniera in Iraq, ha abbondantemente metabolizzato la guerra contro la Jugoslavia, sta metabolizzando la preparazione e la gestione di nuove possibili guerre contro l’Iran e la Siria, sta sperimentando una “operazione umanitaria” in Darfur e dopodomani chissà dove. Su tutto grava poi la consapevolezza del rischio di uno scenario londinese o madrileno anche in Italia. Sulla capacità del movimento di giocare d’anticipo su questi scenari, possiamo anche noi sperimentare una capacità di autonomia, resistenza e contrattacco politico sul piano dell’informazione che inchiodi il governo della guerra (e i suoi alleati nell’opposizione) alle proprie responsabilità?

Possiamo cominciare a delineare una strategia di attacco dei movimenti anche sul piano dell’informazione?

Il primo problema è l’autonomia critica rispetto a quello che ci viene propinato.
Il secondo problema attiene alla resistenza contro quello che Giulietto Chiesa definisce lo “tsunami informativo”. Anche qui è la politica che decide. Allo tsunami si resiste o ci si lascia trascinare sulla base del posizionamento politico.
Il forum che intendiamo promuovere, intende essere un momento alto di confronto tra movimento contro la guerra e quei pezzi del mondo dell’informazione più avanzati ed autonomi, sia per delineare un’alleanza importante sia per cominciare a fornire alcuni strumenti di crescita culturale e politica dell’autonomia dei movimenti stessi.

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq - Radio Città Aperta

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