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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Sabato 18 marzo 2006 con la Resistenza dei popoli iracheno e palestinese

(9 Marzo 2006)

Da tre anni la guerra preventiva e infinita dell'imperialismo Usa, di Bush-Blair-Berlusconi, insanguina il territorio iracheno con decine e decine di migliaia di morti tra la popolazione.

Non erano bastate l’invasione e l’occupazione militare dell’Afghanistan e la conseguente costruzione dello spaventoso lager di Guantanamo. La guerra in Irak, iniziata sulla base di una menzogna - la ricerca delle "armi di distruzione di massa" in mano a Saddam - e proseguita "in difesa della democrazia" e "contro il terrorismo", ha prodotto gli orrori delle torture di Abu Ghraib, le bombe al fosforo bianco sulla popolazione civile di Fallujah, i massacri perpetrati dagli squadroni della morte al soldo del governo iracheno succube degli USA, il proliferare di mercenari, anche italiani, profumatamente pagati per uccidere e seviziare chi si oppone all'occupazione.

La legittima resistenza del popolo iracheno, oltre a difendere la propria terra dagli eserciti invasori ormai in crisi, ha finora impedito che le mire egemoniche sull'intero Medio Oriente e Golfo Persico di Bush e della lobby di petrolieri e trafficanti d'armi, insediata alla Casa Bianca, si estendessero in altre iniziative di guerra contro la Siria e l'Iran.

Da quasi un sessantennio la dominazione di Israele, in spregio a qualsiasi norma del diritto internazionale e nonostante le numerose risoluzioni dell'ONU che impongono il ritiro degli israeliani dai territori occupati, opprime il popolo palestinese, un popolo in buona parte di profughi sparsi per il Medio Oriente, privato di terra, acqua, diritti, patria, costretto a sopravvivere in piccoli bantustan separati dal Muro della vergogna e controllati dai check point dei militari israeliani. Ma, nonostante tutto, il popolo palestinese resiste.

Dal dopoguerra ad oggi gli Usa hanno scatenato guerre e disseminato basi militari e armi nucleari in tutti gli angoli del pianeta. Tale processo si è intensificato negli ultimi 15 anni per imporre ai popoli del mondo il dominio del mercato, le politiche neoliberiste e quel modello di "civiltà occidentale" in difesa del quale è stato lanciato in Italia il manifesto colonialista, razzista e fascistoide del presidente del Senato Marcello Pera e dei suoi sodali.

Diventa perciò oggi ancora più urgente, in Italia, rilanciare la lotta per imporre a qualsiasi governo uscirà dalle prossime elezioni il ritiro immediato e incondizionato delle truppe italiane dall'Iraq e dagli altri teatri di guerra e la modifica totale della politica internazionale italiana, intensificando la mobilitazione contro gli indegni teorizzatori dello "scontro di civiltà" e per la libertà e l'autodeterminazione dei popoli del mondo, contro il razzismo e per i diritti degli/delle immigrati/e.

Il 18 marzo è una giornata di mobilitazione mondiale contro la guerra per tutti/e i/le pacifisti/e, gli /le antimperialisti/e, antimilitaristi/e per:

- Il ritiro immediato e incondizionato di tutte le truppe straniere dall’Irak e da tutti gli scenari bellici;
- La fine dell’occupazione militare israeliana e le creazione di uno Stato palestinese indipendente;
- Il disarmo, la chiusura delle basi militari straniere e Nato, la eliminazione di tutti gli ordigni nucleari e delle armi di distruzione di massa;
- La riduzione delle spese militari, la fine delle politiche neoliberiste;
- La libertà di circolazione dei migranti, la cancellazione della Bossi/Fini, la chiusura dei CPT, l’eguaglianza di diritti tra lavoratori/trici immigrati/e e italiani/e.

SABATO 18 MARZO 2006
GIORNATA DI MOBILITAZIONE MONDIALE CONTRO LA GUERRA E LE OCCUPAZIONI MILITARI, PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL'IRAK
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
A ROMA ORE 14.30
da P. DELLA REPUBBLICA (ESEDRA) A P.NAVONA

CONFEDERAZIONE COBAS

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