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Fs licenzia un delegato alla sicurezza

«Rappresaglia» contro Dante De Angelis, macchinista e rls che si era rifiutato di guidare un Eurostar con il Vacma a bordo

(11 Marzo 2006)

E' la più grave delle provocazioni antisindacali messa in atto dalla Ferrovie da oltre trenta anni. Dante De Angelis, macchinista, delegato alla sicurezza (Rls) eletto dai lavoratori, ha ricevuto ieri mattina la lettera di licenziamento senza preavviso. Il 4 febbraio scorso si era rifiutato di guidare come «primo agente» l'Eurostar 9311, il Bolzano-Roma delle 12,04, perché in macchina era stato installato il pedale Vacma, comunemente detto «uomo morto». Raggiunto per due volte dall'ordine scritto di «abbandonare il servizio», era stata fatta intervenire la Polfer. Il pedale Vacma è un aggeggio infernale che solo l'ignoranza può far definire un «sistema di sicurezza»: ogni 55 secondi un segnale acustico avverte il macchinista, che deve schiacciare il pedale.

Se non lo fa, il treno frena; se lo fa per un tempo superiore ai 2,5 secondi parte un altro segnale acustico, e dopo altri 2,5 secondi il treno frena. In teoria dovrebbe verificare se il macchinista non si sia distratto o sentito male; in pratica contribuisce a distrarlo dalla guida, perché lo costringe a concentrarsi sul pedale anziché sulla linea. Ben tre Asl (Prato, Livorno, Genova) l'hanno considerato «dannoso» per il ferroviere e, naturalmente, pericoloso per tutti i passeggeri.Era montato sui treni coinvolti nei disastri di Crevalcore (gennaio 2005) e Roccasecca (dicembre); una tragica controprova, quantomeno, della sua inutilità.

In realtà, l'aggeggio serve solo a Trenitalia, che vuole eliminare la presenza, prevista dal contratto, del secondo macchinista a bordo, risparmiando così sul costo del lavoro anche a costo di aumentare i rischi per personale e passeggeri. Era normalmente montato sui treni locali e gli Intercity, ma non si era mai sentito dire della sua presenza sui velocissimi Eurostar. Le installazioni su questi treni solo iniziate da pochissimo, mentre nel frattempo andava avanti una trattativa con i sei sindacati firmatari di contratto per eliminarlo (ben due accordi, il 19 aprile e il 23 giugno del 2005).

Le soluzioni «alternative» proposte dall'azienda consistono fin qui nella sostituzione del pedale con un mouse o una «touche», ma il meccanismo (e la finalità prima: la riduzione del personale) è lo stesso.

Dante, fra l'altro, non è mai stato abilitato (con un corso di formazione) all'uso del Vacma. Quindi, chiedendone la «disconnessione» al momento di salire su treno con quelle caratteristiche, non faceva altro che rispettare le sue competenze. Di più: come «delegato alla sicurezza» esercitava il suo dovere di richiamare l'azienda rispetto a condizioni di lavoro con conclamati margini di pericolosità. Proprio i delegati alla sicurezza, del resto, avevano dato vita - all'indomani della tragedia di Crevalcore, 17 morti - al coordinamento «12 gennaio», che, insieme ai comitati degli utenti, aveva obbligato tutti i sindacati, l'azienda e le forze politiche a porsi concretamente il problema della sicurezza del trasporto ferroviario. Senza giri di parole: il sospetto che questo licenziamento sia una ritorsione politica è pressoché una certezza. Di questo tenore è anche la dichiarazione di Fausto Bertinotti: «Dopo i gravi incidenti di Cravalcore prima, e di Roccaseccapoi, Trenitalia non si può permettere un licenziamento che sa di cieca rappresaglia.

Il provvedimento andrebbe immediatamente ritirato, così come un atto di giustizia sarebbe il reintegro di tutti e cinque i ferrovieri in questione» (gli altri 4 furono licenziati per aver collaborato con la trasmissione Report di RaiTre).

Ieri erano anche in corso delle trattative tra i 6 sindacati e l'azienda. Orsa e Fast, alla notizia, hanno immediatamente abbandonato il tavolo. Tutti insieme, lunedì, vedranno l'a.d. di Trenitalia, Roberto Testore. Se in quella sede non verrà ritirata la lettera di licenziamento, verrà confermato uno sciopero generale. Probabilmente per il 21 marzo.

Francesco Piccioni (IL Manifesto 11 Marzo 2006)

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