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(17 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Ancora un libro di Giampaolo Pansa: "I vinti non dimenticano".

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(Ora e sempre Resistenza)

Lo Stato democratico nato dalla resistenza mette in galera 38 antifascisti.

Lo stesso giorno mille camice nere manifestano liberamente per le vie di Milano.

(19 Marzo 2006)

Questi i dati di fatto. La gioventù è stata costretta ad ingaggiare una prova di forza nell’intento di impedire alle camice nere di sfilare.

Sono operai, precari, studenti di Centri Sociali che negli ultimi mesi hanno subito ripetuti attacchi, provocazioni, da parte di organizzazioni e gruppi fascisti.

Una gioventù che ha deciso di reagire e mettere in guardia tutta la società sulla ripresa di una pratica e di un’ideologia fascista diventata presenza politica nello schieramento di centro destra.

La questione ancora più pericolosa è la reazione della cosiddetta sinistra democratica: ha attaccato chi ha protestato come delinquenti, ha plaudito alle bastonate delle forze dell’ordine, si è fatta portavoce di quattro borghesi bottegai, e quando ha visto i manifestanti tradotti in galera ha inneggiato alla giustizia.

Poveri loro. Sembrano i socialisti del 1921, di fronte al formarsi delle prime squadre fasciste predicarono di non rispondere alle provocazioni, avrebbe pensato a fermarli lo Stato democratico con i suoi poliziotti e le sue leggi. Non fu così, dopo aver fatto fuori con bastonate e galera i comunisti, gli operai più combattivi toccò anche ai riformisti che non erano diventati nel frattempo fascisti.

A Milano a fermare le mille camice nere non ci hanno pensato né le forze dell’ordine, per tradizione storica hanno nei fascisti un reparto di riserva, tantomeno gli antifascisti “stendardi e chiacchiere” non fermarono Mussolini nel 1921, figuriamoci oggi che alla prima seria protesta della gioventù contro la sfilata pubblica di questi figuri si fanno in quattro per condannarli, isolarli ed abbandonarli alla repressione dello Stato.

Non condannare i fatti di Milano, si giustificano alcuni, avrebbe potuto far perdere ai Rutelli, Fassino e Prodi qualche voto fra i borghesi, ma i borghesi sono gli stessi che appoggiarono i fascisti quando questi decisero che votare non serviva più a nessuno. Ad ognuno il sostegno delle classi che si merita.

Per quanto si è cercato di demonizzarli, per quanto lo Stato si accanisca contro di loro tenendoli in galera il più possibile, per quanto, ancora, si fomentino gli istinti dei proprietari di auto, degli edicolanti e dei proprietari di negozio di lusso, i giovani che hanno inscenato la protesta di Milano sono a pieno titolo degli antifascisti militanti a cui deve andare tutta la nostra solidarietà.

Noi che non abbiamo la Mercedes, la Porche, tantomeno siamo titolari di scintillanti negozi, noi che invece sappiamo bene cosa ha fatto e cosa può fare il fascismo nella lotta fra operai e padroni quando questa assume la forma di guerra aperta, noi riconosciamo in questo antifascismo militante una forza che sta dalla nostra parte e come tale li sosteniamo senza riserve.

Associazione per la Liberazione degli Operai

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