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(13 Settembre 2012) Enzo Apicella

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(Flessibili, precari, esternalizzati)

I contratti a termine sono illegittimi: decine di lavoratori fanno causa alla S.E.A.

(24 Febbraio 2006)

Alla S.E.A. centinaia di lavoratori sono assunti a tempo determinato, sia dalla S.E.A. stessa sia attraverso le agenzie di lavoro temporaneo.

I contratti a tempo parziale, sono utilizzati in modo illegittimo per non assumere lavoratori a tempo indeterminato. Con questo sistema S.E.A. ottiene manodopera facilmente ricattabile e al minimo “attrito” licenziabile (non riconferma del contratto).
Infatti:
- I contratti a termine sono fatti a ciclostile, senza la motivazione del perché l’azienda ricorre ad una assunzione temporanea.
- Numerosi lavoratori hanno ormai collezionato 4, 5, 6 ed oltre contratti a termine tutti uguali.
- Il termine che deve intercorrere tra un contratto e l’altro spesso è disatteso.

La S.E.A. si è organizzata in modo che un contratto a termine in scadenza venga sostituito da un nuovo contratto con lo stesso o con altro lavoratore, aggirando così la normativa che consente di utilizzare il contratto a termine solo per alcuni mesi dell’anno.

Decine di lavoratori, in questi giorni, hanno impugnato davanti al giudice del lavoro i contratti di assunzione a tempo determinato praticati a Malpensa sia dalla Sea che dalle numerose agenzie interinali.

Questi lavoratori difesi dagli avvocati A.Medina e G.Sertori, chiedono l’assunzione a tempo indeterminato presso la S.E.A.. Le prime cause saranno discusse ad aprile presso i tribunali di Milano e Gallarate.

Gallarate 2006-02-25

Associazione Lavoratori Cobas
Cub Trasporti

Michele, 52 anni, una vita da precario: «Dal 2002 ho avuto 11 contratti. Tra una settimana mi scade l'ultimo»

MALPENSA - Le grandi ristrutturazioni industriali, poi la fuga delle aziende all'estero e poi ancora la formula magica della flessibilità: tutti i grandi cambiamenti del mondo del lavoro italiani sembrano passati sulle spalle di Michele, addetto allo scarico e carico dei bagagli a Malpensa che con i capelli bianchi e 52 anni compiuti da tre giorni è ancora un precario, con il contratto in scadenza tra una settimana. «È l'undicesimo che sottoscrivo dal 2002 a oggi». Una vita in equilibrio sul filo, da principiante della busta paga quando i suoi coetanei vedono il traguardo della pensione o lo hanno già tagliato. Una scelta di vita? «Niente affatto: io di impieghi fissi ne ho avuti tre, ma per una ragione o per l'altra li ho sempre persi. E allora cosa volete che faccia: mi sono adattato a fare lavori temporanei, a scaricare e caricare gli aerei dopo aver fatto anche il capoufficio in aziende internazionali». E dunque eccola la storia, dall'inizio, del campione dei precari di Malpensa: «Ho lavorato all'Aermacchi per diversi anni, ma alla fine degli anni '80 c'è stata una ristrutturazione del personale e me ne sono andato; ho trovato subito impiego a Legnano, in una multinazionale giapponese che produceva macchine tessili ma anche lì è arrivato il vento della crisi». È un destino che in quegli anni accomuna molti addetti dell'industria tradizionale, ma in quel tempo nascono nuovi settori, si fa largo l'elettronica e Michele non tarda a cogliere l'occasione: «Venni assunto in una ditta a proprietà inglese che produceva antifurti per auto: sembrava una tecnologia imbattibile, un luogo di sicuro avvenire e invece un bel giorno la proprietà annuncia che l'intera produzione viene trasferita all'estero». È la delocalizzazione, bellezza, e tu non puoi farci niente. Il mondo corre e sembra lasciare indietro quelli come Michele, diploma di terza media, i capelli che cominciano a ingrigirsi, una figlia ormai grande. «A quel punto l'opportunità me l'ha data Malpensa: mansione scarico bagagli, contratto da lavoratore in affitto. E cosa avrei dovuto fare? A me la fatica mica spaventa, non mi sono mai lamentato, non ho mai sgarrato sul lavoro. Ed eccomi qua, a 52 anni, ancora senza un futuro certo. Ho chiesto un mutuo alla banca per comprarmi l'auto nuova: quando hanno visto la mia busta paga di lavoratore interinale, mi hanno detto no». L'operaio mostra un foglietto: è lo specchietto di tutti i contratti "flessibili" che ha sottoscritto negli ultimi 4 anni. «Non mettete il mio nome per esteso sul giornale, altrimenti non mi rinnovano il contratto».

Dal Corriere della sera 23-2-2006

Associazione Lavoratori Cobas
Cub Trasporti

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