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(7 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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(No basi, no guerre)

La sinistra e l’esercito

(1 Giugno 2006)

Sul problema dell’esercito in Italia la sinistra ha sviluppato due perdenti soluzioni. Vi è la parte pacifista che rifiuta il problema militare e che, guidata da cecità politica, arriva a credere che essere contrari ad una cosa voglia dire farla sparire. Anzi, in determinate situazioni, questo atteggiamento ha favorito una deriva autoritaria nelle forze armate. Aver gioito per la fine della leva obbligatoria in Italia ha coinciso con il completo abbandono di qualsiasi controllo popolare sull’esercito italiano.
Inoltre su un piano ineternazionale il pacifismo, molte volte, fa il gioco delle truppe d’occupazione. “La guerra è più necessaria al difensore che al conquistatore, poiché è la resistenza che l’invaso oppone all’invasore, il fatto che ha determinato la guerra. Il conquistatore, come ha sempre preteso Bonaparte, è sempre amico della pace, entrerebbe ben volentieri in casa vostra senza effusione di sangue. Siamo noi che dobbiamo volere la guerra e prepararci per impedirglielo” Von Clausewitz teorico militare prussiano (1780-1831). La resistenza in Irak, in Palestina, in Colombia sono lì a dimostrare questo.
Vi è poi una sinistra che è diventata progressivamente militarista, in nome della real-politk e della geopolitca imperialista ha fatto cadere ogni pregiudiziale: anch’essa parla di guerra umanitaria e copre le varie invasioni delle truppe occidentali nel mondo sotto il pretesto dell’esportazione della democrazia.

Oggi come comunisti dobbiamo uscire da questi due estremismi e riuscire a porre al centro, con forza, il concetto di controllo democratico e popolare delle forze militari, che contemporaneamente vuol dire rifiutare di partecipare alle politiche neocolonialiste occidentali. In Italia all’interno dello schieramento di centro sinistra il peso della sinistra è debole, dobbiamo riuscire a dare forza alla sinistra, spingendo per una maggiore partecipazione popolare e democratica alla vita sociale e politca del paese, rifuggendo dai vuoti ideologismi e dalle sirene del neo-colonialismo.

No alle politiche neo-colonialiste
Per la Repubblica Italiana fondata sul lavoro e sulla pace

Sezione P.Impastato-Partito dei Comunisti Italiani-Bologna

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