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(4 Ottobre 2002)
Mercoledì 2 ottobre un rappresentante delle RSU (rappresentanze sindacali unitarie) dell'Università, che aderisce al comitato per il SI al referendum per l'abolizione dei "buoni scuola" si è recato alla mensa ESU di via S.Francesco per affiggere in bacheca uno dei manifesti che invitano a votare SI domenica 6 ottobre.
Ma ciò non è stato possibile.
Un dirigente ESU dopo aver dato un'occhiata al manifesto ha sentenziato "questo manifesto non deve essere affisso perché parla di politica" e dopo le insistenze del rappresentante RSU lo ha invitato a presentare una richiesta scritta al direttore ESU.
Affiggere manifesti, distribuire volantini, a maggior ragione se riguardano un evento istituzionale come un referendum regionale, non solo è legittimo, ma è anche un diritto che non può essere calpestato neanche con scuse burocratiche come quella della "richiesta scritta".
Invece tra i dirigenti ESU c'è evidentemente chi è dell'opinione che informare, parlare di politica, organizzarsi a partire dai propri interessi siano tutte cose da probire e da vietare, o comunque da ostacolare con ogni mezzo possibile.
In realtà tentando di vietare la "politica" si sostiene che l'unica politica ammessa è solo quella loro, quella dell'ESU, in difesa di interessi che certamente non sono quelli degli studenti al cui "servizio" l'ESU dovrebbe essere.
IL 6 OTTOBRE VOTA SI'
AL REFERENDUM ABROGATIVO
DELLA LEGGE REGIONALE
A FAVORE DELLE SCUOLE PRIVATE.
circolo "Furio da Re"
del Partito della Rifondazione Comunista
di Padova
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