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(29 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Un referendum "oscurato" dal boicottaggio

(9 Ottobre 2002)

(Arv) Venezia 7 ott. 2002 - Referendum abrogativo dei "buoni scuola" il giorno dopo. I promotori della consultazione popolare vanificata dal mancato raggiungimento del quorum hanno commentato la situazione nel corso di una conferenza stampa organizzata in mattinata a Palazzo Ferro-Fini.

"Eravamo fin da principio consapevoli- ha detto il capogruppo di Rifondazione Comunista Mauro Tosi - che raggiungere il quorum era un dato politico estremamente difficile. I risultati, comunque, confermano quanto abbiamo denunciato nella campagna elettorale che, tra l'altro, la Giunta ha fatto in modo fosse brevissima: l'astensionismo dei cittadini è stato il frutto di un'attenta politica di boicottaggio e di disinformazione condotta dalla maggioranza, dallo stesso Presidente Galan per non parlare delle gerarchie ecclesiastiche sul cui ruolo in questa vicenda sarà necessaria un' attenta riflessione. I fautori della legge hanno preferito usare la facile arma dell'astensione anziché affrontare il confronto a viso aperto".

"C'è comunque -ha aggiunto Tosi- un dato che incoraggia e fa riflettere :i voti favorevoli all'abrogazione di questa legge che consideriamo altamente iniqua hanno superato l'insieme dei voti che le sinistre nel Veneto hanno raccolto nelle ultime elezioni regionali del 2002 e politiche del 2001". Per Giuliana Beltrame , presidente del Comitato promotore, il referendum non è stata un'occasione mancata soprattutto perché "ha fatto sì che forze politiche e sindacali si siano ritrovate attorno ad un impegno comune: evitare che i soldi di tutti vadano a vantaggio di pochissime persone così come avviene con la legge che si è tentato di abrogare". Beltrame ha, inoltre, insistito sulle "difficoltà oggettive ma non casuali" che gli elettori veneti hanno dovuto affrontare in questa occasione.

Sul tema della scarsa informazione si è soffermata anche Adriana Costantini esponente dei DS secondo la quale "sono venuti meno ai loro doveri istituzionali di informazione la Giunta regionale, lo stesso presidente del Consiglio che non ha sottoposto ai voti dell'aula una "risoluzione" delle opposizioni che chiedeva all'esecutivo più impegno istituzionale in questo senso e anche la televisione pubblica che ha inserito nel TG 3 Veneto schede informative sul referendum solo dopo una clamorosa protesta del comitato promotore.

"Se fossi Galan -ha affermato il consigliere regionale socialista Elso Resler - non canterei tanto vittoria perché,in realtà, non sappiamo se i veneti hanno avuto a disposizione tutte le informazioni per potersi esprimere con cognizione di causa. Quel che più importa ,però, è che ancor oggi nel Veneto non esiste una legge organica che garantisca veramente il diritto allo studio. E' da qui che bisogna ripartire e suggerirei come modello la legge dell'Emilia Romagna che garantisce ,quella sì veramente, il diritto allo studio nel rispetto delle scelte operate dalle famiglie". Anche il diessino Claudio Rizzato ha posto l'accento sul "che fare" osservando che le quasi 750 mila richieste di abrogazione "peseranno in modo non indifferente sul lavoro dei legislatori regionali che nei prossimi mesi dovranno procedere alla stesura del testo della legge quadro sul diritto allo studio". "Il referendum che ha dovuto affrontare un'incredibile serie di ostacoli frapposti anche dalle istituzioni -ha concluso Rizzato - è stata solo la prima fase di una battaglia che continuerà con l'obiettivo di dare al Veneto una normativa più giusta e democratica nel settore del diritto allo studio".

Rispondendo ad una domanda dei giornalisti circa la possibilità di ricucire lo "strappo" della Margherita che sul referendum ha dato indicazioni diverse dal resto del centrosinistra i consiglieri regionali diessini si sono mostrati ottimisti mentre da parte degli esponenti di Rifondazione è venuto un giudizio molto preoccupato circa le dichiarazioni rese dal capogruppo della Margherita Achille Variati all'indomani del voto.

fonte : inforifo

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