">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Provincia di Taranto: vertenza lavoratori del servizio verifica impianti termici ex Ati

Diario di bordo - Aggiornamento al 27 luglio 2006

(16 Agosto 2006)

Avvenimenti precedenti al ns. intervento sindacale

Il 29/10/2001, con Delibera n. 394, la Provincia di Taranto, con riferimento agli adempimenti in materia di controllo degli impianti termici, di sua esclusiva pertinenza:

approva il piano d'impresa esecutivo predisposto dall'ATI, un’associazione temporanea d’impresa composta da tre ditte (Chemi.pul. srl, La Fiorita srl, Coop. Europa a r.l.);

individua nella suddetta ATI, non siamo a conoscenza su quali basi e per quali motivi, il soggetto privato al quale affidare le attività progettate;

approva lo schema di convenzione;

affida all'ATI l'esecuzione delle attività previste nel progetto per le verifiche biennali obbligatorie degli impianti termici (servizio pubblico) di cui alla L.10/91.

N° 41 lavoratori, quasi tutti con Diploma di Maturità, appartenenti all’epoca alla platea degli LSU (alcuni dal 1995, altri negli anni successivi, sino al 1998) in servizio presso la Provincia di Taranto, vengono scelti (non si conoscono criterio e sistema selettivo), assieme ad altri colleghi LSU, per essere inseriti nel progetto, avente lo scopo di stabilizzazione quinquennale, per poter successivamente passare a quella definitiva, come previsto dalla normativa vigente in riferimento ai Lavoratori Socialmente Utili.

Il 30/10/01, veniva recapitato ai lavoratori un telegramma con cui la Provincia li convocava per lo stesso giorno, nel pomeriggio: quindi pochissime ore di preavviso.

Il telegramma fu immediatamente seguito, per alcuni, dalla telefonata dell’Avv. Mazzacane, all’epoca in forza presso l’Ufficio del Personale dell’Amministrazione Provinciale, per sollecitare la presenza alla convocazione pomeridiana.

Il 30/10/01, nel pomeriggio, alcuni dei LSU convocati per il passaggio all’ATI rifiutarono di firmare per accettazione la lettera di assunzione nella società privata, perché ritenevano che la loro posizione non era sufficientemente chiara e tutelata (i fatti hanno successivamente dimostrato che avevano ragione). Avvenne, in particolare, che la sig.ra Losacco si rese promotrice di una generale rivolta da parte dei LSU invitati in Provincia per la firma del contratto. Fu in questo contesto che il Rag. Luigi Festinante, Direttore Generale della Provincia, la minacciò in pubblico di cancellazione dalle liste dei LSU in caso di rifiuto a firmare. Nel prosieguo della discussione, la minaccia, sempre del Rag. Luigi Festinante, venne estesa a tutti i presenti in termini abbastanza categorici: "O firmate o siete fuori" (dalle liste LSU).

A seguito di tutte queste minacce e queste imposte peripezie, i lavoratori firmarono, accettando di passare nell’ATI, dove vennero assunti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Con l’assunzione a tempo indeterminato presso la ditta privata, vennero definitivamente cancellati, in maniera irreversibile, dalle liste LSU.

Sino al 12/11/01 restarono inattivi a casa.

Dal 13/11/01 al 16/11 vennero sottoposti a generici c.d. "colloqui formativi".

Dal 19/11 venne somministrato ai lavoratori un corso illustrativo della L. 626/94 (Sicurezza sul Lavoro).

Và evidenziato che il Progetto Impianti Termici (da parte dell’ATI) fu presentato alla Provincia il 29/10/01. L’approvazione e l’assunzione dei lavoratori avvenivano dopo appena due giorni dalla presentazione del progetto, cioè dal 31/10/2001.

In un ricorso al Giudice del Lavoro proposto all’epoca da alcuni lavoratori, si legge: “…venerdì 16/11/01, nel corso della prova al PC, il Geom. Bruno Ferri, in rappresentanza dell'ATI, nel corso di una vivace discussione intervenuta tra il predetto geometra ed alcuni lavoratori, affermava più o meno testualmente: ‘Mi rendo conto delle vostre difficoltà, ma anche noi siamo in difficoltà, poiché siamo stati contattati dalla Provincia per predisporre il piano di impresa solamente il 27/10/01’. A riprova di ciò, entrava nell'agenda del computer ed evidenziava il contatto telefonico del 27/10/01…” Cioè, tra la predisposizione del piano d’impresa, la sua approvazione da parte della Giunta Provinciale e la sua attuazione, in tutto, bastarono appena cinque giorni, 27/10 incluso. Il tutto, in questi tempi ristrettissimi, avveniva in un Ente Pubblico.

Conclusivamente, và messo nel dovuto rilievo che non esiste alcun atto formale che consenta di individuare i criteri usati dalla Provincia di Taranto per la scelta dei lavoratori da avviare all’ATI per la verifica degli impianti termici. Per quanto consta, esiste solo il telegramma di avviamento. Prima di questo, vi è solo la richiesta da parte della Provincia della posizione professionale di tutti gli LSU in carico.

Successivamente, la stessa ATI, dopo poco più di due anni, veniva esonerata, per autotutela, da parte della Provincia di Taranto, dal completamento dell’incarico di attuazione del Piano d’Impresa (Delibera della G.P. di Taranto n. 407 del 29/12/2003) per mancanza di requisiti idonei, requisiti che all’affidamento del progetto erano stati ritenuti sufficienti dalla stessa Amministrazione Provinciale che, successivamente, invece, revocava l’affidamento del Servizio. Revoca in seguito giudicata illegittima dai Giudici Amministrativi di Lecce. Conseguentemente, ai lavoratori coinvolti, non più qualificabili LSU ma lavoratori subordinati con contratto di lavoro a tempo indeterminato, veniva risolto il rapporto di lavoro da parte delle Ditte dell’ATI, con licenziamento in tronco e preavviso scadente il 28 febbraio 2004.

Durante tutti questi frangenti, si svolgevano incontri tra i lavoratori, assistiti dai Sindacati a cui all’epoca erano iscritti (CGIL e RdB), e l’Amministrazione Provinciale, allo scopo di definirne la sorte. In uno di questi incontri presso la Prefettura di Taranto, venne sottoscritto da tutti i presenti (rappresentante della Provincia, rappresentanti dei lavoratori e dei Sindacati e rappresentante della Prefettura) un documento in cui espressamente l’Amministrazione Provinciale s’impegnava, nel presente e nel futuro, a considerare tutti i 41 lavoratori uguali nei diritti, nei livelli lavorativi e nella sorte e, conseguentemente, anche nei livelli retributivi. Questo passaggio è molto importante perché, successivamente, i fatti hanno dimostrato come tutto questo non è stato rispettato e come si sono creati lavoratori di serie A e di serie B, gettando un velo pietoso sulle allegre motivazioni.

Con la revoca dell’incarico alle Ditte dell’ATI, la Provincia di Taranto decideva di gestire in proprio ed in forma diretta il Servizio di Verifica e Controllo degli Impianti Termici, assegnando all’organico di tale Servizio, a partire dal 1° marzo 2004 (quindi, dal giorno successivo alla scadenza dell’ultimo giorno di preavviso) n. 25 unità identificate tra i lavoratori licenziati dall’ATI (Deliberazione Consiglio Provinciale n. 9 del 5/3/2004); in pari data, con la Deliberazione n. 10, il C.P. di Taranto disponeva l’utilizzo dei n. 41 lavoratori licenziati dalle Ditte dell’ATI in n. 25 unità al Servizio Ecologia ed Ambiente per l’Attività di Verifica degli Impianti Termici e n. 16 unità presso i vari Servizi dell’Ente sulla base delle specifiche necessità ed esigenze delle varie strutture “che saranno manifestate dai Dirigenti competenti”.

I lavoratori licenziati dall’ATI, in forza delle suddette Deliberazioni del C.P. di Taranto n. 9 e n. 10 del 5/3/2004, ricevevano Ordine di Servizio del Direttore Generale dell’Ente datato 18/03/2004, in cui si ordinava l’utilizzo delle unità da parte della Provincia di Taranto per il triennio mancante al raggiungimento del quinquennio di stabilizzazione, che assegnava nominativamente n. 25 unità al Servizio Ecologia ed Ambiente per l’Attività di Verifica degli Impianti Termici e n. 16 unità (una è mancata per morte prematura, per cui le unità sono diventate 15) presso i vari Servizi dell’Ente sulla base delle specifiche necessità ed esigenze delle varie strutture.

Successivamente e dopo ben due settimane dall’Ordine di Servizio suddetto, con delibera n. 70 del 02/04/2004, la G. P. di Taranto deliberava, illegittimamente ed in contraddizione con gli atti precedenti, la riammissione nella platea storica dei lavoratori ormai da tempo non più LSU, poiché precedentemente già stabilizzati nell’ATI, ma non negava la continuità della prestazione del servizio presso l’Ente Provinciale per il completamento della stabilizzazione ed il successivo inserimento definitivo alle dipendenze della Provincia di Taranto.

La Regione Puglia, con sua del 21/04/2004, chiedeva riscontro urgente all’Ente Provinciale per chiarire il tipo di retribuzione ed il capitolo per il reperimento dei fondi riguardante i lavoratori “riammessi” nella “platea storica”, poiché, essendo gli stessi cancellati in data 31/10/2001, in quanto assunti in qualità di lavoratori a tempo indeterminato dalle Ditte dell’ATI, non potevano gravare per il pagamento del sussidio, dell’assegno per il nucleo familiare nonché dei contributi figurativi a carico del Fondo per l’Occupazione.

Con Delibera della G. P. n° 184 del 3 giugno 2004, dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D. L.vo n° 267 del 18 agosto 2000, pur continuando ad insistere illegittimamente (in appresso verrà anche riconosciuta questa illegittimità) nel definire i lavoratori di cui trattasi LSU, veniva disposto a favore di essi:

che le n. 40 unità lavorative dovevano svolgere 36 ore di lavoro settimanali,

che il compenso da attribuire loro era di euro 1.500 mensili lordi (però mai percepiti dagli interessati, retribuiti mensilmente con voci ambigue in busta paga e con cifre molto al di sotto), comprensivi degli oneri, con riconoscimento a parte del diritto alle quote relative agli assegni per il nucleo familiare, i quali saranno concessi, a seguito d’istanza individuale, in base al carico familiare, come da normativa vigente;

che le somme occorrenti erano state regolarmente reperite già con la Deliberazione Consiliare n° 9 del 5 marzo 2004, dando atto di ciò per le annotazioni da eseguire a cura del Servizio Ragioneria nel redigendo bilancio di previsione 2004 ed in quello pluriennale 2004/2006;

che, al momento, le unità lavorative venivano stabilizzate presso l’Amministrazione Provinciale per il triennio mancante al raggiungimento del quinquennio di stabilizzazione, come originariamente previsto presso le Ditte dell’ATI, e, nelle more di tale periodo, dovevano essere esaminate le diverse possibilità di stabilizzazione interna all’Ente.

Con prot. N. 400682 del 22 giugno 2004, il Dirigente del Servizio Amministrazione e Gestione - Contabilità del Personale della Provincia di Taranto riportava e comunicava al Dirigente del Servizio Ecologia ed Ambiente, in applicazione alla Deliberazione della G.P. n° 184 del 3 giugno 2004:

il contenuto della Deliberazione della G. P. n° 184/2004;

di aver cura di trasmettere al Servizio scrivente i fogli di presenza giornalieri riguardanti le unità oggetto della Delibera per i dovuti controlli ed annotazioni da parte del competente Ufficio Rilevazione Automatica delle presenze;

di comunicare allo scrivente Servizio le ore effettivamente svolte dagli stessi lavoratori tra marzo e giugno 2004 per poter procedere al conguaglio delle competenze spettanti finora elargite con acconti minimi;

che i lavoratori di che trattasi potevano usufruire del congedo ordinario come tutto il personale dipendente dell’Ente;

che gli stessi lavoratori dovevano essere dotati del tesserino magnetico marcatempo (badge) per la rilevazione meccanografica della presenza in servizio; il tesserino magnetico fu poi ritirato nel mese di gennaio 2005.

In pratica, i 40 lavoratori ex ATI (e non ex LSU: status con storia ormai chiusa) erano da considerarsi alla stessa stregua degli altri dipendenti della Provincia, con stessi diritti e doveri.

Nel frattempo, con le elezioni di giugno 2004, cambia il Consiglio Provinciale e s’insedia la nuova Giunta, che dimostra di avere una visuale diversa verso questi lavoratori e si capisce da subito che vorrebbe trovare il sistema più vicino alla legittimità per liberarsene.

Avvenimenti durante la ns. presenza sindacale

Fase 1: dalla Provincia di Taranto all’Isola Verde

Con l’avvento della Giunta Provinciale di Centrosinistra, la CGIL si ritira definitivamente e silenziosamente dalla scena.

Alcuni lavoratori si rivolgono a noi che chiediamo un incontro con l’Amministrazione Provinciale di Taranto.

L’incontro ci viene concesso, alla fine di settembre 2004, dall’Assessore al Personale Michele Conserva, che in apparenza si dimostra molto disponibile a trovare la soluzione migliore per i lavoratori in questione. Ma tutto rimane nel vago.

L’Associazione Sindacale RdB rimane presente con alcune unità lavorative che non fanno parte del Servizio Verifica impianti termici, ma dell’altro gruppo.

Nel novembre 2004, con Deliberazione n. 425/04, la nuova Giunta Provinciale di Taranto tira fuori l’éscamotage di trasformare i 40 lavoratori, visto pure il lungo periodo (dal marzo 2004) di parcheggio in Provincia senza status e senza diritti, in LSU autofinanziati, prevedendo, a scopo futuro, di veicolarli in società private (c.d. società miste), a cui intenderebbe affidare il “Servizio di verifica degli impianti termici”.

Ne prevede addirittura i “livelli” retributivi ad integrazione delle ore in eccesso, pretendendo di ripristinare quelli detenuti da ciascuno, anni prima, sino al 2001, prima dell’assunzione all’ATI e quando erano ancora LSU, in barba all’intesa sottoscritta in Prefettura che tutti i 40 lavoratori dovevano essere considerati uguali nei diritti, nella sorte, nei livelli e nella retribuzione.

Alcuni lavoratori interessati ricorrono al TAR di Lecce avverso la Delibera 425/04.

Con successiva Delibera n. 527/04, poi, la Giunta Provinciale dà per scontata una convenzione con l’INPS con l‘ingenuo tentativo di regolarizzare le 40 unità, dopo circa un anno e mezzo praticamente “a nero”, trasformandoli in LSU autofinanziati. L’INPS, però, rigetta la richiesta e non firma la convenzione, evidentemente da essa non ritenuta legittima, come anche evidenziato da noi.

Nel mese di gennaio 2005, ai lavoratori del Servizio Verifica Impianti Termici viene chiesta la restituzione del tesserino magnetico per la rilevazione delle presenze (badge) utilizzato dal luglio 2004, alla pari con i dipendenti dell’Amministrazione Provinciale, ritornando alla firma manuale sul foglio delle presenze.

Poiché l’INPS dimostrava titubanza nel firmare tale convenzione, tenendola per qualche tempo in sospeso, il settore della Provincia di Taranto responsabile della gestione del personale, allo scopo di scaricarsi delle eventuali responsabilità, chiedeva alla Giunta Provinciale di affidare il “caso” al Settore Legale, il cui intervento era stato più volte richiesto dal Settore Personale, ma mai pervenuto. Con Deliberazione della G.P. n. 68/2005, veniva disposto l’intervento del Settore Legale, che non si è mai espresso in modo chiaro, trasparente e definitivo.

Prima della decisione dell’INPS di non avallare la richiesta di considerare i 40 lavoratori LSU autofinanziati, con sentenza n° 1354/05, il TAR di Lecce, a seguito del ricorso in precedenza citato di alcuni lavoratori avverso la delibera n. 425/04, si era espresso sulla nullità del contenuto della Delibera n. 184/05 (e, quindi, su tutto il contenuto degli atti successivi che da essa discendevano) a riguardo proprio all’insistenza a definire e considerare i 40 lavoratori LSU, ribadendo che la sua applicazione, se di LSU trattasi, sarebbe contra legem e che gli atti successivi ad essa non sono altro che un’éscamotage per aggiustare il tiro.

A seguito di ns. richiesta, il Servizio Ispezione del Lavoro (SIL) di Taranto, - a seguito di accertamento e prima che l’INPS negasse alla Provincia il riconoscimento ad LSU autofinanziati, - aveva rilevato la mancanza delle assicurazioni di legge obbligatorie. Del resto, siccome si tenta di trovare solo éscamotage per relegarli chissà dove o mandarli via, questi lavoratori non hanno alcuno status lavorativo, percepiscono una improbabile busta paga in cui vengono definiti sempre LSU. D’all’ispezione del SIL e fino a quando hanno soggiornato alla Provincia, cioè ben 18 mesi, nulla è cambiato.

Inoltre, nonostante, dopo la decisione dell’INPS, sia ormai definitivamente chiaro il fatto che non possono più essere considerati LSU, nella delibera della G.P. n. 128 del 29 aprile 2005, con la quale si rinvia al 30 giugno 2005 il termine ultimo per la presentazione delle autocertificazioni degli impianti termici, vengono ancora definiti tali, anzi nella relazione dell’ufficio si legge: “In relazione alle attività di organizzazione del servizio con l’utilizzo dei LSU, si rappresenta la circostanza che si sono avute oggettive problematiche di realizzazione del sistema informativo presso la sala conferenze del piano terra, così da note trasmesse”. Significava praticamente che la colpa era dei lavoraotri se, da circa un anno e mezzo, non si era ancora realizzata la struttura per fornire un servizio pubblico obbligatorio al cittadino? Eppure, sarebbero bastate qualche scrivania e qualche computer per far partire il servizio. Con tutte le gara d’appalto per forniture che escono dalla Provincia di Taranto, possibile fosse tanto complicato farne una per farsi fornire 7 o 8 computer ed altrettante suppellettili? Chi e perché non ha mai provveduto all’epoca? E per quale motivo? E perché i 40 lavoratori sono stati sempre definiti LSU?

Inoltre, per quale motivo, nelle certificazioni del collocamento che riguardano questi lavoratori, la loro posizione si ferma a febbraio 2004? Da nessuna parte risulta che stanno da mesi prestando servizio presso l’Amministrazione Provinciale.

A proposito del rilascio di certificazioni, và sottolineato che, mentre altri Centri Territoriali per l’Impiego della Provincia hanno rilasciato, a richiesta dell’interessato, il certificato storico della propria posizione lavorativa, il C.T.I. di Taranto ne rifiuta il rilascio ad alcuni lavoratori. Alla richiesta da parte ns. a nome di due unità lavorative (Leone e Mastrangelo) è stato risposto dal responsabile del centro, dott. Saverio Creazzo: “...questo ufficio ha inoltrato formale richiesta di notizie al Settore Gestione e Amministrazione del Personale di questo Ente. Si fa riserva di ulteriori comunicazioni non appena saranno acquisite le informazioni richieste”. Quali notizie? Quali informazioni? Il lavoratore ha il diritto, senza indugio (al contrario sarebbe una grave omissione), al rilascio delle certificazioni contenenti tutte le informazioni che lo riguardano contenute nella banca dati dei Centri Territoriali per l’Impiego e la competenza del responsabile del Centro è semplicemente quella di rilasciare la certificazione con i dati esatti e completi in suo possesso.

Siamo convinti che questo episodio ha lo scopo di nascondere, ingenuamente, qualche illegittimità. Si ribadisce, ingenuamente, poiché altri C.T.I. hanno regolarmente rilasciato la certificazione da cui vistosamente si rileva il vuoto dei mesi di parcheggio alla Provincia di Taranto.

I lavoratori vengono fatti vivere nella più completa oscurità di notizie che li riguardano. Nessuno l’informa e tanto meno discute con loro la situazione, per cui le cose le vengono a sapere solamente attraverso voci di corridoio non sempre attendibili. La pressione psicologica è forte ed il costante stato di minaccia di perdita del posto di lavoro è stressate per tutti loro.

Negli ultimi giorni, si vocifera che, fallito il tentativo con l’INPS di trasformarli in LSU autofinanziati, si starebbero muovendo le acque per farli riconoscere lavoratori in mobilità e, quindi, relegarli in una società mista denominata Isola Verde. A questa società mista dovrebbe essere affidato anche il Servizio Verifica Impianti Termici e a coordinare tale servizio dovrebbe venire, non conosciamo con quale entità remunerativa, proprio quel Ferri dell’ATI di cui si parlava all’inizio del presente diario. Proprio quel Ferri che rappresentava quell’ATI che fu disdettata dalla stessa Giunta Provinciale che glielo aveva in precedenza affidato perché non aveva i requisiti richiesti per la gestione del Servizio di Verifica degli Impianti Termici. Sembra, tra l’altro, che questo geom. Bruno Ferri sia fratello del massimo esponente CISL di Taranto. Riconosciamo che sicuramente si tratta di coincidenze che non significano niente, ma il Presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, è un ex CISL e l’Amministratore Delegato della S.p.A. Taranto IsolaVerde, Gerardo Giusto, è anch’egli un ex CISL. Inoltre, è risaputo che l’Assessore al Personale Michele Conserva, che pare abbia il potere di fare e disfare la sorte dei lavoratori degli ImpiantiTermici, è un fedele del Presidente Florido.

Và anche detto, che, sul territorio del tarantino, i 40 lavoratori ex ATI sono gli unici ad avere una congrua esperienza nel settore verifica degli impianti termici e delle conseguenti gestioni amministrative e organizzative.

Le voci che la sorte dei 40 lavoratori ex ATI non sarà uguale per tutti diventano sempre più insistenti. Si vocifera che 25 di loro verranno mandati alla S.p.A. Taranto IsolaVerde, mentre 15 rimarranno in forza alla Provincia presso i C.T.I., in attesa di trovare il sistema per assorbirli definitivamente nell’Amministrazione Provinciale alcuni di loro. Quasi tutti questi ultimi 15 sono iscritti all’Associazione Sindacale R.d.B.

Intanto, 10 lavoratori tra i 25 che dovrebbero andare all’Isola Verde, aderiscono ad un Sindacato (DICAP) localmente rappresentato, pare, da un personaggio di discutibile serietà. Assistiti da questo Sindacato cominciano i loro incontri con l’Assessore Michele Conserva, fortemente attaccato dalla ns. Associazione Sindacale contraria agli evidenti giochi d’interesse economico/politici dannosi per i lavoratori ed il cittadino consumatore.

L’Assessore Conserva e gli altri esponenti della Giunta Provinciale sono felicissimi della presenza inaspettata di questi dieci lavoratori e del loro discutibile sindacatino: finalmente, è arrivato un Sindacato con 10 lavoratori su 25 che non attacca il loro operato e vuole trattare benefici per i suoi con congruo concambio, a discapito degli altri 15 lavoratori del Servizio Verifica Impianti Termici.

Nel frattempo, le trattative con l’Associazione Sindacale R.d.B. per lasciare i 15 in forza presso i C.T.I. fuori dall’Isola Verde, in attesa di trovare qualche éscamotage per assorbirli definitivamente presso l’Amministrazione Provinciale, sono andate o stanno agli sgoccioli per andare a buon fine. I 15 “fortunati” sono: Angelini Agostino (in seguito, mandato all’Isola Verde perché sostituito con una indebita manomissione della lista con un altro che doveva invece andare all’Isola Verde), De Carolis Michele, De Vincentis Michelangelo, Giammarchi Enrico, Noya Roberto, Priano Giuseppina, Ranaldo Vincenzo, Ricci Angela, Tarollo Luigi, Turitto Francesco, Lo Sacco Anna Maria, Pagano Maria (in forza al C.T.I. di Taranto e, a detta dei colleghi, particolarmente attiva nei contatti con i politici assieme ad una sindacalista delle RdB), Palmeri Maria, Papa Annunziata, Volse Francesco.

A metà maggio 2005, i lavoratori Mastrangelo Vincenzo, Carla Leone, Leogrande Michelina e Notaristefano M. Rosaria presentano un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto da cui si evince la cronistoria della loro situazione.

Fase 2: appare la S.p.A. Taranto IsolaVerde

Nel giugno 2005, si comincia a percepire la certezza che i 25 lavoratori degli Impianti Termici, in forza da 16 mesi presso la Provincia di Taranto, con un colpo di mano di discutibile legittimità, saranno gettati nella S.p.A. Taranto IsolaVerde, senza alcuna trasparenza, partecipazione e discussione, con una decisione presa sottobanco ed unilateralmente, senza concertazione con le forze sindacali di pensiero diverso.

La dimostrazione della realtà di quanto sopra non si fa aspettare: l’Amministrazione Provinciale, per l’esattezza l’Assessore al Personale Michele Conserva (sempre lui, quasi fosse l’incaricato unico e onnipotente a decidere la vita e la morte dei lavoratori degli Impianti Termici) convoca un incontro con i Sindacati per il giorno 24 giugno, con protocollo del 22/6 e spedizione il 23/6 a mezzo lettera raccomandata a.r., a noi pervenuta ovviamente il 29/6/2005, cioè la convocazione è arrivata, com’è logico, vista la data di spedizione, ben dopo la data del suddetto incontro.

Riscontriamo la cosa con una polemica lettera di protesta.

Successivamente, ci arriva una nuova raccomandata in cui si comunica che l’incontro veniva spostato al 1° luglio 2005. Ma anche quest’ultima raccomandata, spedita come la precedente in tempi ristrettissimi, arriva ben tre giorni dopo la data prevista per il nuovo incontro.

Alla riunione, logicamente, partecipa soltanto il discutibile Dicap, con due suoi rappresentanti, assieme ad alcuni dei suoi discutibili iscritti tra i lavoratori del Servizio Verifica degli Impianti Termici (Quarato Vito e Angelini Angelo) e tre sprovvedute lavoratrici, presenti per caso, preoccupate solo della loro sorte (Carola Maria, Spadone Giovanna e De Tommaso Rosanna).

Nonostante le ns. lettere di protesta per il ritardo nella convocazione, che abbiamo sempre ritenuto cosa goffamente premeditata, l’Assessore Conserva fa redigere un verbale d’incontro sottoscritto, oltre che da lui, anche dai rappresentanti del Dicap e dai lavoratori presenti, in cui falsamente si afferma che Alternativa Cobas non ha partecipato all’incontro e non ha riscontrato in alcun modo le note d’invito, che, secondo quanto ancora più falsamente dichiara e sottoscrive, sarebbero state entrambe anticipate tempestivamente a mezzo fax (mai avute a mezzo fax, ma solo per raccomandata e in ritardo).

Nel mese di luglio 2005, dopo l’adesione alla ns. Associazione Sindacale di un totale di 15 lavoratori, diventando il Sindacato maggiormente rappresentativo nel settore Servizio Verifica Impianti Termici della Provincia di Taranto, dichiariamo lo stato di agitazione.

I lavoratori, per rendere pubblica la loro situazione, appongono uno striscione sul balcone della sede del Servizio Ecologia della Provincia, in Viale Magna Grecia, dove sono in forza.

Il Consigliere Provinciale Stasolla, delegato presso il Servizio Ecologia e Ambiente, allo scopo evidente d’intimidire i lavoratori che si “permettevano” di esternare al pubblico la propria situazione precaria, ostaggio dei politici e dei raccomandati, con una corretta protesta sindacale, chiedeva, a più riprese, l’intervento della Digos, la quale mai ha riscontrato illegittimità, scorrettezze o mancanza di pacificità nell’azione sindacale. Semmai, le scorrettezze ed il terrorismo psicologico sono stati sempre messi in atto da esponenti dell’Amministrazione Provinciale. Viene annunciata la riunione del Consiglio Provinciale per il 5 agosto 2005. Ordine del Giorno: l’approvazione dell’esternalizza-zione del Servizio Verifica Impianti Termici affidandolo alla S.p.A. Taranto IsolaVerde.

Ritenendo questa riunione del Consiglio Provinciale un vero e proprio colpo di mano fatto apposta in un periodo in cui la gente è distratta dal clima vacanziero, facciamo istanza, con susseguenti vari solleciti, al Prefetto di Taranto perché faccia rinviare la riunione in data più congrua. L’istanza non provoca alcun riscontro, nemmeno di diniego. Ciò è stata sempre da noi ritenuta una grave omissione.

Alla riunione del 5 agosto 2005, assieme al ns. rappresentante, i lavoratori, autorizzati dal Presidente del Consiglio Provinciale, con cartelli in cui esprimono il proprio pensiero, presenziano alla riunione, che però dura pochissimo, in quanto manca il numero legale dei consiglieri e viene spostata al giorno successivo.

Il 6 agosto 2005, sempre presenti i lavoratori degli Impianti Termici, il Consiglio Provinciale raggiunge il numero legittimo e viene aperta la discussione, che sin dall’inizio si dimostra molto accesa ed i partiti della maggioranza di centrosinistra sembrano tutti compatti a votare a sfavore dei 25 lavoratori.

Durante il Consiglio viene letta una lettera del Dicap, sottoscritta da 10 lavoratori degli Impianti Termici (Angelini Angelo, Bertacca Lidia, Cito Maria, Di Sabato Giuseppe, Galante Luciano, Golia Domenic B., Infante Pasqualina, Pezzolla Anna, Quarato Vito, Vitti Giovanni) che si dichiarano soddisfatti ed entusiasti di essere mandati all’Isola Verde.

Inciso: il Di Sabato Giuseppe, che è tra i sottoscrittori della lettera entusiasti di andare all’Isola Verde, in seguito sarà ben felice di sostituirsi ad Angelini Agostino nei Centri Territoriali per l’Impiego (successivamente, si verificherà la manomis-sione della lista di lavoratori destinati alla società mista) e gli cede ben volentieri il suo posto all’Isola Verde.

Scopriremo definitivamente il motivo della loro soddisfazione il 1° settembre 2005, primo giorno di lavoro per i 25 esiliati alla S.p.A. Taranto IsolaVerde: alcuni dei dieci, che successivamente dichiareranno apertamente di avere trattato i benefici con l’Assessore Conserva, in cambio della lettera d’appoggio letta in Consiglio, vengono assunti con livelli di gran lunga superiori a quelli spettanti (Quarato Vito con due livelli in più a quello spettante, Cito Maria con un livello in più, Pezzolla Anna con due livelli in più, Angelini Angelo con un livello in più). Quarato Vito e Cito Maria, poi, risulteranno essere gli amici del cuore di quello stesso geom. Bruno Ferri che prima avevano avuto come coordinatore all’ATI e poi ritroveranno, con la stessa mansione, all’Isola Verde, per la quale curerà anche l’assegnazione dei livelli.

Durante il Consiglio del 6 agosto 2005, avviene di tutto. Si accendono gli animi. Due episodi per tutto:

1) Il Consigliere Tamburano dichiara che la delibera che si sta votando è illegittima e minaccia ricorso al TAR in caso di approvazione da parte della maggioranza; il Consigliere Blé ribatte infelicemente che Tamburano se fa il ricorso al TAR vuole male ai lavoratori, perché se il TAR poi annulla la delibera essi perderebbero definitivamente anche questo molto precario posto di lavoro, racchiudendo nel messaggio una chiara minaccia a desistere ed un forte terrorismo psicologico verso i lavoratori; nello stesso tempo, ipotizzando egli stesso un probabile accoglimento dell’annunciato ricorso da parte del Tribunale Amministrativo, dimostra che anche egli stesso dubita della piena legittimità di ciò che sta votando.

2) I lavoratori presenti nella sala consiliare affiggono un cartello in cui è in sintesi scritto che si sta votando contro loro 25 per sbatterli nell’Isola Verde, mentre si sono volutamente escludere i 15 colleghi, con la loro stessa storia e provenienza, che vengono mantenuti alla Provincia, presso i C.T.I., in attesa di poterli sistemare nell’Ente; l’Assessore Conserva ribatte che quel cartello non ha senso, perché anche quei 15 “in futuro” sono destinati all’Isola Verde; alla data del 27 luglio 2006, giorno in cui viene rivisitato ed aggiornato questo “Diario di bordo”, i 15 sono ancora lì, nei C.T.I. in forza di una Delibera di Giunta creata apposta per loro, in evidente attesa di un’éscamotage di legge per la sistemazione definitiva di alcuni di loro alle dirette dipendenze della Provincia di Taranto.

Intorno alle ore 13 del 6 agosto 2006, dopo obbrobriosi, assurdi ed incompetenti interventi da parte di esponenti di partiti del centrosinistra, uno per tutti citiamo l’intervento inconsistente e demagogico del Consigliere Gentile (PRC), la contestata delibera viene approvata dal Consiglio Provinciale e porterà il n° 51/2005.

Con la delibera in questione, viene assegnato, senza pubblica gara, un appalto in house per l’espletamento del Servizio Verifica degli Impianti Termici. Sull’illegittimità degli appalti in house più volte si è pronunciata la giurisprudenza, europea ed italiana, con svariate sentenze. Inoltre, la S.p.A. Taranto Isola Verde, all’atto dell’assegnazione del servizio, non ha i requisiti per l’espletamento di tale servizio, in quanto alla CCIAA di Taranto risultava iscritta con l’unica attività di “Servizi di manutenzione ordinaria e pulizia del verde pubblico”. Soltanto il 4 novembre 2005, tre mesi dopo avere ottenuto l’assegnazione del servizio, è stata aggiunta alla CCIAA l’attività di “Installazione, ampliamento, trasformazione e manutenzione degli impianti elettrici, elettronici, di riscaldamento e di climatizzazione, idrosanitari, per il trasporto e l’utilizzazione del gas, di sollevamento, disciplinati dalla Legge 05/03/1990 n. 46 – Lettere a), B), C), D), E), F), G).

L’approvazione della famigerata delibera del C.P. n. 51/2005 rappresenta l’ultimo episodio eclatante per il disconoscimento dell’intesa sottoscritta in Prefettura in cui si affermava che tutti i 40 lavoratori dovevano essere considerati uguali nei diritti, nella sorte, nei livelli e nella retribuzione e sancisce come giochi di clientelismo bieco e sotto gli occhi di tutti sono stati messi in atto da gente che crede di essere stati eletti dal popolo come monarchi e non come semplici amministratori della cosa pubblica.

Sicuramente non è il caso dell’Isola Verde, ma và considerato che molte società c.d. miste vengono create ad hoc per farvi transitare denaro pubblico e raggirare le gare d’appalto. Nei C.d.A. e nei posti di controllo, poi, vengono sistemati personaggi di partiti di maggioranza ed altri provenienti da sindacati, quasi esclusivamente confederali (CGIL-CISL-UIL). Inoltre, tali società spesso risultano essere utilissime per creare posti di lavoro per i propri protetti (dei politici e dei sindacati), in quanto consentono di raggirare ogni obbligatorietà di procedura concorsuale nelle assunzioni. Voci di corridoio assicurano che questo sarebbe avvenuto anche alla S.p.A. Taranto IsolaVerde, dove pare (ma è tutto da verificare) sia stato assunto addirittura anche il futuro genero del Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido.

Dopo l’approvazione vengono messi in atto fatti da film dell’orrore per il terrorismo psicologico che intendono incutere.

Ricordando che i 25 lavoratori destinati all’Isola Verde erano in servizio presso la Provincia di Taranto in virtù di un O.d.S. prima del Direttore Generale e successivamente del Dirigente del Personale, che mai si sono sognati di revocarli, evidentemente per non avallare e compromettersi nelle illegittimità che si sono costantemente susseguite nella vicenda, ricevono una lettera in esecuzione della delibera n. 51/2005 dalla S.p.A. Taranto Isola Verde, che l’invita a prendere servizio, dal 1° settembre 2005, dopo ridicolo colloquio selettivo, presso la stessa S.p.A. Taranto IsolaVerde. In pratica, un soggetto privato pretende di rendere esecutivo un atto pubblico sostituendosi al Direttore Generale ed al Dirigente del Personale della Provincia di Taranto.

Da parte ns. arrivano molte contestazioni in proposito e molti inviti al Dirigente del Personale a procedere in quanto di sua competenza con l’emissione di un O.d.S. in esecuzione alla delibera della G.P. n. 51/2005, senza tuttavia ottenere alcun riscontro.

In compenso, ai lavoratori arriva una nota minacciosa da parte dell’Assessore al Personale Michele Conserva, il quale, benché detentore di semplice incarico politico, si sostituisce al Dirigente del Personale ed avvisa i lavoratori che o vanno all’Isola Verde senza creare problemi o verranno buttati fuori dalla Provincia.

Nel frattempo, a fine agosto 2005, arriva con mesi di ritardo un inidoneo riscontro alla richiesta di certificazione storica da noi avanzata al C.T.I. di Taranto per conto dei lavoratori Mastrangelo Vincenzo e Leone Carla. In effetti, anziché la richiesta certificazione storica, che è tutt’altra cosa, viene recapitato un certificato di servizio sottoscritto dal Dirigente del Personale della Provincia, in cui viene messo in elenco anche il periodo lavorativo in azienda privata (competenza del collocamento e non del Dirigente del Personale di un P.A.)

Questo atto rimane comunque interessante, perché sancisce una volta per tutte l’ambiguità di tutta la vicenda. Per la prima volta, i lavoratori non vengono più definiti LSU oppure ex LSU, ma viene dichiarato che loro, per ben 18 mesi, hanno svolto presso la Provincia di Taranto mansioni equiparabili a quelle di lavoratori socialmente utili. Anche questo concetto dimostra ancora una volta il clima di giallo in cui è totalmente avvolta la vicenda.

Accompagnati dal ns. rappresentante, Gaetano Caliendo, e dall’Avvocato tarantino di ns. fiducia, Angelo Ippolito, il 31 agosto 2005, i 15 lavoratori ns. associati si presentano al colloquio selettivo presso l’Isola Verde.

Il ns. rappresentante e l’Avv. Ippolito chiedono di esaminare il questionario, che risulta essere un semplice collage fotocopiato dei contenuti delle schede di selezione normalmente in vendita presso le cartolerie specializzate. Si tratta di un questionario informativo e non selettivo (sarebbe interessante riuscire a sapere quanto è costata questa selezione).

Constatato che il questionario non è niente di rilevante e di giuridicamente impegnativo, il ns. rappresentante e l’avv. Ippolito raggiungono l’accordo con i selettori che i ns. associati avrebbero risposto alle loro domande, ma senza scrivere niente di proprio pugno né tanto meno sottoscriverlo.

Quando successivamente vengono sottoposte ai lavoratori le lettere di assunzione presso l’Isola Verde, si scopre il grande “pastrocchio”. Mentre i dieci del Dicap hanno ricevuto “favori” a iosa, come precedentemente descritto, ad alcuni dei ns. 15 associati vengono proposti livelli di gran lunga al di sotto di quelli spettanti.

La rabbia dei colleghi è che quei dieci, con i loro giochi sommersi gestiti con la complicità di Conserva e qualcun altro, li hanno “venduti” per appena una ventina di euro in più al mese e soltanto a beneficio di quattro di loro.

A questo punto, apriamo una discussione con l’azienda ed invitiamo i lavoratori a non sottoscrivere nulla sino a quando non verrà fatta chiarezza.

L’Amministratore Delegato della S.p.A. Taranto Isola Verde, Gerardo Giusto, si dimostra molto disponibile a risolvere la questione, negando però ogni responsabilità in riferimento al “pastrocchio”. I livelli giusti vengono ripristinati a tutti, tranne che a La Padula Massimiliano, nei confronti del quale il dott. Giusto s’impunta nella concessione di un livello inferiore senza chiarirne le motivazioni.

Con l’A.D. sottoscriviamo anche un’intesa che, benché il primo periodo di assunzione sia a tempo determinato per 12 mesi, impegna l’Isola Verde ad una successiva assunzione a tempo indeterminato dei 25 lavoratori.

Molto discutibile il CCNL applicato, quello dei servizi, che vede impegnati i lavoratori per cinque giorni alla settimana (dal lunedì al venerdì), dalle 8.00 alle 14.00, per una cifra mensile intorno ai 700 euro.

In pratica, i lavoratori vengono sempre di più impoveriti, se si pensa che non pochi di loro (ma non tutti), che non svolgono alcun lavoro a nero, vivono soltanto di quel reddito.

Contestualmente a tutto questo, veniamo a conoscenza di un vero e proprio atto di falso. Dopo l’approvazione della delibera n. 51/2005 e dei suoi relativi allegati, nella lista dei destinati all’Isola Verde viene scambiato un nome con uno dei lavoratori in forza ai C.T.I. In pratica, come già in precedenza accennato, falsando uno degli allegati, Angelini Agostino, che lavorava nei C.T.I., viene passato all’Isola Verde, mentre Di Sabato Giuseppe, destinato all’Isola Verde, viene spostato ai C.T.I. e, di conseguenza, lasciato alle dirette dipendenze dell’Amministrazione Provin-ciale, assieme agli altri 14, in evidente attesa di sistemazione definitiva nell’Ente a discapito degli altri colleghi con la stessa storia e gli stessi diritti acquisiti.

Nel dicembre 2005, quattro lavoratori (Mastrangelo Vincenzo, Leone Carla, Leogrande Michelina e Palmisano Maria), assistiti dall’Avv. Angelo Ippolito, propongono ricorso al TAR di Lecce per l’annullamento della delibera della G.P. n. 51/2005, ancora pendente con il numero del R.G. 2147/2005.

Sempre nel dicembre 2005, ancora in attesa del rilascio da parte del C.T.I. di Taranto del loro certificato storico, i lavoratori Mastrangelo Vincenzo e Leone Carla presentano alla Procura della Repubblica di Taranto esposto/querela sull’argomento nei confronti del responsabile del suddetto C.T.I.

Nel giugno 2006, i 10 iscritti al Dicap lo disertano iscrivendosi alla CGIL, evidentemente ritenendo la Confederazione più capace di far ottenere loro altri benefici, altre ai livelli “rubati”, a discapito dei propri colleghi, poiché tale Sindacato in pratica è anche “padrone” avendo suoi esponenti nel Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda (ricordiamo, come già in precedenza sottolineato, che il Presidente del C.d.A., Francesco Cannata, è un ex CGIL).

Il 31 agosto 2006, per i 25 lavoratori degli Impianti Termici, scadrà l’assunzione a tempo determinato di 12 mesi. Tuttavia, è doveroso annotare che l’Isola Verde sta dimostrando che intende rispettare gli impegni presi a suo tempo, esternando ai lavoratori, - senza però concertare nulla come d’uopo e costruttivo con i sindacati (soprattutto noi), - la propria volontà di trasformare l’assunzione a tempo indeterminato a tutti quanti loro.

Alternativa COBAS

7647