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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Serra San Bruno (VV): NO alla chiusura dell'ospedale!

(19 Settembre 2006)

Al peggio non vi è mai fine, dal teatrino vibonese di via Dante Alighieri, va in onda la tragedia,si perché si parte con una situazione favorevole per finire ad situazione disastrosa, per il popolo delle Serre Montane, dal titolo “la soppressione della struttura ospedaliera di Serra San Bruno” regista - interprete Francesco Talarico, direttore generale dell’Azienda Sanitaria n. 8 di Vibo Valentia. Atto primo “lo smantellamento della chirurgia”.

Cambiano gli interpreti, dunque, ma i risultati ed evidentemente le intenzioni sono sempre le stesse, cioè il nulla; alle solite promesse di potenziamento non seguono mai i fatti.

Da sempre ci propinano che l’ospedale serrese è interessato ad un progetto di potenziamento, e allora, se questo ospedale deve servire a garantire un servizio sanitario degno di questo nome, ci domandiamo, a quando gli inizi dei lavori , la definizione delle procedure di assunzioni e degli acquisti di attrezzature medicali per i potenziamenti promessi. O forse s'intende per potenziamento, quello dell'organico altrui?

La chirurgia generale unità operativa portante per un ospedale, a Serra San Bruno è da diverso tempo impossibilitata a garantire la continuità del servizio ai cittadini utenti, per delle situazioni artatamente costruite dalla dirigenza.

Ultima, la carenza di personale medico non permette l’attività 24 ore su 24 per tutto il mese, decine sono gli interventi di chirurgia dal più banale a quello più grave che da diversi mesi vengano dirottati presso altre strutture ospedaliere in quanto non vi è garantita la presenza del secondo chirurgo e neanche per garantire le urgenze chirurgiche.

Un servizio pubblico che viene interrotto continuamente, oltre al danno d’immagine arreca, un grave danno all’utenza, alla quale prima veniva garantita la prestazione in urgenza ed oggi dopo che la dirigenza ha trasferito due medici (ma che a tutt’oggi risultano in pianta organica presso l’unità operativa di chirurgia di Serra San Bruno) senza sostituirli, non è più possibile.

Con questa fase si tenta di assestare il colpo finale all’unità operativa di chirurgia, dopo che scientificamente gli si è fatto terra bruciata intorno eliminando una dopo l’altra tutte le strutture di supporto utili per le attività chirurgiche.

Infatti, il servizio di endoscopia è stato dirottato altrove, deliberata la ristrutturazione delle sale operatorie ma si ristrutturano quelle di un ospedale dove il vigente piano sanitario regionale non prevede unità operative chirurgiche, si rompe l’apparecchio di anestesia e viene riparato dopo un mese con la conseguenza che non possono essere effettuati interventi chirurgici in anestesia generale, non viene garantita la continuità di servizio in radiologia perché manca il medico radiologo e di conseguenza non possono essere fatti le diagnosi tempestivamente. Ma nonostante ciò, l’unità operativa di chirurgia generale è rimasta attiva ad alto livello dando risposte di qualità all’utenza.

Fatti ai quali aggiungiamo che da anni denunciamo che la struttura ospedaliera cade a pezzi e le transenne, sempre più numerose delle persone, conquistano spazi sempre più ampi, ma si decide di ristrutturare ospedali chiusi, Si acquistano ambulanze nuove, ebbene, dalla distribuzione Serra viene esclusa.

Ciò che la dirigenza sta perpretando ai danni dell'ospedale di Serra San Bruno, è una "istigazione" ad un "suicidio epicureo", come fece appunto quell'epicureo che una volta venuto a conoscenza della propria condanna a morte, decise di suicidarsi lentamente, mangiando, scherzando e discutendo. Ebbene, il management si levi pure dalla testa questa intenzione, il sindacato che oltre ad essere un veicolo di democrazia è anche un veicolo di protesta e lotta e non ha la nessunissima intenzione di abbandonare il moribondo a se stesso. Per chi infatti, ha sposato la causa dell'uguaglianza dei diritti, del progresso sociale e del bene collettivo, non esiste il divorzio.

Ad un anno dall’insediamento del attuale management possiamo considerare fallimentare la sua gestione e invitiamo pertanto il direttore generale Talarico e l’intero management a valutare concretamente la possibilità di lasciare la dirigenza visto e considerato che la loro gestione è lontanissima dai bisogni degli ammalati.

Serra San Bruno, 08/09//2006

SLAI – Cobas Serre Calabre
slaicobas.serra@libero.it

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