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ITALIAni BRUCIAno

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(21 Agosto 2012) Enzo Apicella

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No alla chiusura degli impianti chimici dell’azienda Dow Chemical

(25 Settembre 2006)

L’Assemblea regionale della Rete per l’Indipendenza e la Democrazia Sindacale, Rete 28 aprile in Cgil, riunita nella sede regionale della Confederazione a Venezia in data 22 settembre, di fronte all’ennesima tragedia sociale che si prospetta in riferimento alla chiusura degli impianti chimici dell’azienda Dow Chemical nel polo chimico di Porto Marghera (Ve) denuncia quanto vane, inutili e pretestuose sono state le promesse avanzate in questi anni: da quelle aziendali agli “accordi di programma” mai realizzati.

La chiusura a catena degli impianti può determinare la messa in strada di migliaia di lavoratori nel sito industriale.

Le multinazionali della chimica, dopo aver inquinato il territorio, provocato malattie e morte nella popolazione e tra i lavoratori, adesso vogliono andarsene e lasciare a carico della comunità il peso finanziario del risanamento ambientale e nel contempo mettono sulla strada migliaia di lavoratori.
Altre imprese vedono nel polo intermodale nuovi settori di investimento e profitto, utilizzando le aree, le banchine lasciate libere dalla chiusura delle fabbriche a Porto Marghera. Proprio per questo sostengono assieme alla frazione della borghesia turistico alberghiera la chiusura delle aziende chimiche. In questo sono sostenute dai governi regionali e locali.

La Rete 28 aprile in Cgil sostiene la lotta dei lavoratori chimici e più in generale del polo industriale veneziano contro le chiusure in atto e annunciate (come nel caso Alcoa) fino allo sciopero generale provinciale.

Le multinazionali devono pagare il prezzo del risanamento ambientale, i lavoratori devono mantenere il posto di lavoro: solo l’intervento pubblico, nella situazione creatasi, è garanzia di mantenimento dei livelli occupazionali e rilancio industriale dell’area di Porto Marghera.

IL COORDINAMENTO REGIONALE VENETO
RETE 28 APRILE IN CGIL

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