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Mani bianche

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La legge finanziaria e la scuola: il bastone e la carota

Tagli dell'organico e delle retribuzioni

(2 Ottobre 2006)

Dopo aver prospettato sfracelli inenarrabili per quanto riguarda la scuola pubblica, il governo, ricorre al classico sistema: sventola una carota che pare appetitosa (la promessa di 100.000 assunzioni in ruolo - 80.000 docenti e 20.000 Ata - nei prossimi tre anni) e si prepara ad usare il bastone.

le immissioni in ruolo, che comunque coprirebbero a mala pena i posti liberatisi grazie ai pensionamenti, sono vincolate ad una verifica annuale. È bene ricordare che, oggi, i precari della scuola sono oltre 200.000 (più di 130.000 docenti e più di 70.000 Ata)

l'incremento medio di 0,4 alunni per classe nel prossimo anno scolastico comporterà, da solo, la perdita di più di 15.000 posti di lavoro per i docenti e di più di 4.000 posti di lavoro per gli Ata senza tenere conto delle ricadute sulla qualità del servizio

si ribadisce che va modificata la normativa sul numero dei posti di sostegno con l'effetto di tagliare molte altre migliaia di posti di lavoro e di negare agli alunni diversamente abili un diritto fondamentale

si introducono ulteriori vincoli per quanto riguarda il ricorso alle supplenze brevi con la pretesa di evitare gli “scostamenti” dalla media nazionale delle assenze brevi

per quanto riguarda l'istruzione professionale è previsto una riduzione del numero di ore di lezione con un'ulteriore ricaduta sul servizio e sull'occupazione e nuove possibilità di intervento nella formazione professionale per le agenzie formative legate ai sindacati istituzionali

non si è data soluzione alla grave situazione delle decine di migliaia dei colleghi permanentemente inabili al servizio per i quali si è previsto solo lo slittamento di un anno rispetto a quanto previsto in precedenza ed un'improbabile trasferimento ad altra amministrazione

si ricorre all'ennesimo piano di riconversione su “materie affini” per i colleghi in soprannumero – prodotti in gran parte proprio da questa manovra – con l'effetto di tagliare altri posti di lavoro

si incrementano di 100 milioni di euro i finanziamenti alle scuole private

In compenso, non solo non sono previste risorse adeguate per il rinnovo del contratto scaduto da quasi un anno ma si taglia del 50% quanto ci spetta per il passaggio da un gradone ad un altro con l'effetto di ridurre seccamente i nostri stipendi.

Di fronte a questa situazione, sono più forti di prima le ragioni dello sciopero dei precari della scuola e del pubblico impiego di venerdì 6 ottobre e dello sciopero generale di tutte le categorie che il sindacalismo di base ha indetto per il 10 novembre.

Per la CUB scuola
Il Coordinatore nazionale
Cosimo Scarinzi

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