">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Stefano Gugliotta

Stefano Gugliotta

(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Storie di ordinaria repressione)

  • Senza Censura
    antimperialismo, repressione, controrivoluzione, lotta di classe, ristrutturazione, controllo

Chi terrorizza chi

(15 Febbraio 2007)

Soprattutto dal Veneto, non è possibile non osservare la vicinanza tra l'operazione di polizia eseguita all'alba del 12 febbraio nel Nord Italia e la manifestazione di sabato prossimo contro la costruzione della nuova base statunitense a Vicenza. Del resto, è la stessa propaganda politico-mediatica a legittimare, a suo modo, tale collegamento, impegnata com'è a seminare nell'opinione pubblica il sospetto verso lotte sociali – specialmente quelle autorganizzate e autonome da partiti e istituzioni – indicandole come terreno di coltura della "violenza". Governo, maggioranza e opposizione continuano ad agitare lo spettro della violenza, rivendicando al contempo – ma con parole diverse, segno indubitabile di discontinuità – l’interventismo militare italiano in svariate aree di guerra (Afghanistan, Libano, Balcani...), attività per la quale chiunque vi si impegni necessita naturalmente di apposite basi. Sarebbe davvero difficile non notare il rinnovato vigore che i fatti del 12 febbraio sono riusciti ad offrire ad una mai sopita campagna propagandistica di criminalizzazione nei confronti della conflittualità sociale; una conflittualità che il governo e la maggioranza, in difficoltà su vari fronti, interni ed esterni, stanno cercando di arginare e aggirare con diverse manovre.
Tutto ciò, mentre sui principali mezzi di informazione di massa si è già consumato un processo pubblico nei confronti di tutte le persone arrestate lo scorso lunedì, oggetto di un vero e proprio linciaggio morale preventivo, e di quanti manifestano loro solidarietà umana o politica. Processo mediatico sommario che ha già deciso tutte le sentenze di colpevolezza. Un'operazione che tradisce (senza stupire) uno dei cosiddetti “principi della civiltà liberale”, riguardante quella che un tempo – ma oggi non più - era di moda definire giustizia borghese: il principio secondo il quale l'accusato è da considerarsi innocente, fino a quando le presunte colpe non siano effettivamente dimostrate e sancite dai diversi gradi di giudizio.
Mentre ai detenuti viene negato ogni diritto, prosegue il grande dibattito sul "terrorismo": un concetto su cui però quasi nessuno invita a riflettere criticamente, anche da un punto di vista storico. Si potrebbe magari ricominciare dall'autorevole dizionario Devoto-Oli, che parla in proposito di «violenze indiscriminate», dove con “indiscriminato” si deve intendere, secondo lo stesso dizionario, «contrario a qualsiasi criterio di misura o di distinzione». Una delle manifestazioni emblematiche di un fenomeno così descritto risulta essere la guerra. Anche per questo sul terrorismo sarebbe utile una seria riflessione generale. Nel frattempo, comunque, contro di esso i vertici della Fiom hanno invitato Cgil Cisl e Uil – che sulle questioni del Tfr, della finanziaria di guerra, dei contratti, della precarietà si fanno garanti della pace sociale – ad indire uno sciopero generale. Ma la guerra non c'entra. Contro la guerra le sentenze tendono ad essere pronunciate molto tardi, mentre i responsabili tendono a non essere condannati.
Ciononostante c'è chi continua ad opporsi al militarismo e alla guerra, cercando anche di evitare che le si forniscano delle basi. C'è chi continua a guardare con preoccupazione soprattutto alla violenza che viene da coloro che dispongono di tutti i mezzi per scatenarla, dopo averla presentata come legittima, necessaria e giusta, pur colpendo senza discrimine alcuno le popolazioni civili, e per esigere, pena la violenza, un consenso che vorrebbe arruolare tutti dalla parte di una indubitabile violenza infinita, quotidiana, che colpisce anche le persone dalle quali si pretende il consenso stesso.

FAI (Federazione Anarchica Italiana) Venezia-Padova

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Storie di ordinaria repressione»

Ultime notizie dell'autore «FAI - Federazione Anarchica Italiana»

4353