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(17 Luglio 2013) Enzo Apicella

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(No basi, no guerre)

Duecentomila a Vicenza: solo Prodi e Amato non capiscono

(19 Febbraio 2007)

La straordinaria manifestazione di Vicenza ha superato di gran lunga le più ottimistiche previsioni degli organizzatori/trici vicentini. Una fiumana di duecentomila persone ha inviato un messaggio pacifico ma determinatissimo al governo: la base Usa non s'ha da fare, nè ora nè mai.Quei ministri che avevano soffiato provocatoriamente sul fuoco - cercando di ripetere le gesta del Cossiga che da ministro degli interni trenta anni fa tanto fece per distruggere il movimento e lasciare spazio al brigatismo suicida - sono stati battuti ed hanno anzi agevolato la crescita tumultuosa della partecipazione.

Il monito che Vicenza invia a tutte le componenti governative è inequivocabile: basta con le guerre e basta con le basi militari, la base Usa non va costruita nè a Vicenza nè altrove. Ma incredibilmente gli unici due italiani che non capiscono sono Prodi e Amato: il primo, in maniera arrogante e vacua, ha affermato, quando ancora i duecentomila erano in piazza, che "non sarà una manifestazione a far cambiare idea al governo", palesando un disprezzo totale per i cittadini e per i suoi stessi elettori/trici; il secondo ha farneticato di sua "vittoria personale", perchè avrebbe evitato lui gli incidenti. Nessuno dei due comprende che il governo ha a che fare con una unità di popolo, a Vicenza e in Italia, che impedirà comunque, pacificamente ma con la massima decisione, la costruzione della base. Se Prodi vuole far schiantare la navicella del suo governo ballerino sul muraglione che il popolo della pace ha eretto, prosegua pure. Ma quella sinistra, che si autodefinisce "radicale" e "pacifista", sappia che la serenità con cui Vicenza l'ha accolta malgrado le sue gravi responsabilità nella politica bellicista non significa che ci sia spazio per chi vuole cavalcare due cavalli che vanno in direzione opposta: la politica militarista del governo e il profondo desiderio di pace della maggioranza degli italiani. Se vuole sintonizzarsi su questo desiderio, deve impedire la costruzione della base e bocciare le missioni di guerra , a partire da quella in Afghanistan: altrimenti sarà compartecipe dello schianto prodiano. E al movimento no-war spetta ribadire che, se dovessero disgraziatamente iniziare i lavori della nuova base, Vicenza avrà al suo fianco permenentemente tutti/e noi, che con i nostri corpi impediremo alle ruspe Usa (o delle cooperative italiche "rosse di vergogna") di iniziare i loro nefasti lavori.

Confederazione Cobas

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