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L'Unione, o la fiera delle ipocrisie

L’editoriale di Radio Città Aperta di venerdì 23 febbraio

(25 Febbraio 2007)

Se la situazione non fosse tragica ci sarebbe da ridere. Anzi, da sbellicarsi dalle risate.

Il leader di un partito che si definisce “radicale” come Franco Giordano da giorni non fa che ripetere che il discorso di Massimo D’Alema in Senato sarebbe stato “il più a sinistra che ci si potesse aspettare”. Ma quale discorso ha ascoltato Giordano? Da quando in qua la guerra, le missioni militari coloniali, la militarizzazione dei territori, l’aumento delle spese militari sono politiche di sinistra? Il fatto che il Governo Bush non veda di buon occhio il multilateralismo ricercato da D’Alema non significa affatto che quest’ultimo non sia supino agli interessi di Washington, ma solo che dall’altra parte dell’Atlantico c’è una banda di squinternati e pericolosi dottor Stranamore.

Solo una dose enorme, eccessiva di ipocrisia può far chiamare i bombardamenti missioni di pace. Oltre a una buona dose di cinismo, naturalmente.

Turigliatto e Rossi avevano chiesto, per poter supportare il documento sulla politica estera del governo Prodi, anche delle aperture di natura simbolica che potessero in qualche modo soddisfare le richieste di discontinuità venute pochi giorni prima dalla enorme e determinata manifestazione di Vicenza. Massimo D’Alema, in un delirio di onnipotenza, ha creduto invece necessario ribadire che la negazione del permesso al raddoppio della base a Vicenza avrebbe rappresentato un atto ostile nei confronti dei nostri amici di Washington. La cosa stupefacente non è il non voto dei due senatori “dissidenti”, ma il voto favorevole della cosiddetta sinistra radicale a un programma di politica estera in contrasto con le aspirazioni e gli obiettivi dei movimenti che si oppongono alla guerra.

Il vergognoso linciaggio lanciato dalle segreterie di PdCI, Rifondazione e Verdi nei confronti dei due senatori – evidentemente troppo dignitosi per poter sedere tra i banchi di Palazzo Madama - non potrà nascondere a lungo l’impotenza e la subalternità dei tre partiti che dopo aver portato all’ammasso milioni di voti radicali in nome dell’antiberlusconismo ora ci chiedono addirittura di manifestare per “difendere il Governo Prodi”. Cose mai viste! Si chiede a chi è in procinto di essere processato da una corte neoliberista e guerrafondaia di manifestare per difendere il boia! Non pretenderete mica che ci presentiamo al patibolo col sorriso sulle labbra?

Chi ci ha chiesto pazienza e fedeltà in tutti questi mesi, nell’attesa che la sinistra radicale riuscisse a condizionare non si sa bene come un esecutivo schierato a difesa dei poteri forti, ora si consegna ammanettato a un Prodi che chiede – e otterrà - mano libera per fare la guerra e le basi militari straniere, la Tav e il taglio delle pensioni. Quando si dice che il meno peggio – cioè il centrosinistra – prepara il peggio non si dice una banalità, ma una sacrosanta verità.

Abbiamo la sensazione che lo slogan reale della manifestazione indetta per domenica dalla sinistra europea sia “governare, governare, governare”. Non ci saremo. Preferiamo di gran lunga “resistere, resistere, resistere”.

Marco Santopadre

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