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Riuscito lo sciopero dei lavoratori di gruppo Intesa-Sanpaolo, Cariparma e Friuladria

Chiuso il 50% delle filiali torinesi, al presidio di Milano giungono delegazioni da tutto il nord

(29 Giugno 2007)

Intesa Sanpaolo, Cariparma e Friuladria: lo sciopero è riuscito oltre le aspettative. A Torino chiuse oltre il 50% delle filiali (area Sanpaolo), ed alla sede storica di piazza San Carlo si è fatto ricorso ad apprendisti e dirigenti per mantenere l’apertura. Altre punte significative si sono registrate a Napoli, Genova e Como, con diverse filiali chiuse e disagi per i clienti.

A Milano, al presidio davanti alla sede centrale dell’ufficio personale di Piazza P. Ferrari, sono giunte delegazioni di lavoratori da tutto il nord Italia.

La ristrutturazione e la rimessa in discussione dei posti di lavoro ha colpito non solo i 15.000 coinvolti da esodi, possibili espulsione forzata e cessioni ed esternalizzazioni. Questa situazione pesa sul resto del personale, che si ritrova sottoposto a incertezza del futuro perché con la scusa degli accentramenti regionali viene costretto a subire trasferimenti e/o trasferte pesanti (es. andata e ritorno in giornata dal Piemonte alla Lombardia e viceversa), ed oltretutto senza rimborsi adeguati.
Così, mentre il gruppo Intesa Sanpaolo incassa milioni di euro dalla cessione di Cariparma, i lavoratori protestano contro la cessione senza garanzie.

Per la SALLCA-CUB, la riuscita dello sciopero rompe finalmente il silenzio a cui i cgil, cisl e uil ed altre sigle volevano condannare i lavoratori. Il sindacato di base invita i lavoratori a continuare attivamente a segnalare ingiustizie, soprusi e storture della gestione della direzione ed a rafforzare la possibilità di risposte collettive e sindacali.

la SALLCA-CUB ha chiamato i lavoratori alla mobilitazione per:
- ottenere un accordo di fusione in Intesa Sanpaolo che unifichi al livello più alto le attuali condizioni lavorative;
- superare gli accordi già firmati dagli altri sindacati per le filiali cedute a Friuladria e Cariparma, ottenendo garanzie più elevate e il riconoscimento del diritto di scelta del lavoratore ad accettare o meno la cessione;
- risolvere i numerosi problemi legati alle condizioni di lavoro nella nuova banca: rischio rapine, pendolarismo, trasferimenti, buste paga sbagliate, gestione degli enti previdenziali.
- opporsi al tentativo aziendale di procedere a tagli di personale stabiliti a priori a tavolino e creando carenze di organico, ricorrendo al fondo esuberi su base obbligatoria.

Torino, 28 giugno 2007

Segreteria Nazionale Cub-Sallca

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