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(31 Luglio 2013) Enzo Apicella

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(No basi, no guerre)

No al Dal Molin, no al capitalismo

(14 Dicembre 2007)

Come compagne e compagni che gravitano attorno al Centro Culturale e di Documentazione “Bertolt Brecht” di Schio siamo presenti qui, oggi, per ribadire la nostra contrarietà alla costruzione di una nuova base militare a Vicenza, presso l’aeroporto “Dal Molin”, ma anche per richiamare la necessità di un intervento di carattere territoriale, non sporadico ma costante, su un terreno anticapitalista.

All’interno del movimento “No Dal Molin” esistono posizioni diverse. Noi siamo tra coloro che pensano che la lotta contro l’impatto ambientale sia giusta, ma insufficiente, perché il vero problema è la “natura” dell’insediamento e della funzione che esso andrà a svolgere nei prossimi anni ovvero di base di appoggio alle operazioni imperialiste degli USA nel Mediterraneo, nel Medio Oriente, nell’Europa meridionale.

Dobbiamo lottare contro il Dal Molin militare non perché si fa a Vicenza, ma perché si fa.
Ed è per questo che la battaglia contro il Dal Molin è una battaglia di tutti, non dei soli vicentini.
Ma, allo stesso modo, la battaglia contro il Dal Molin deve essere un capitolo di una battaglia più generale contro il capitalismo di oggi - l’imperialismo - e le sue politiche di morte e di sfruttamento.

Noi sosteniamo tutte quelle manifestazioni di carattere locale e non, che possono essere ascritte al campo della resistenza contro l’imperialismo, che oggi rappresenta il nemico principale dell’umanità, sia per le devastazioni e la morte che produce attraverso guerre, embarghi, aggressioni... sia per la sua tendenza a distruggere l’ambiente stesso in cui viviamo.

Essere anticapitalisti significa battersi contro la logica che presiede al funzionamento del sistema dominante - cioè la logica del profitto - che, in una situazione internazionale e di fase caratterizzata da una crisi economica e politica (oggi sempre più evidente) spinge inesorabilmente verso la guerra all’esterno e verso il tentativo di mobilitare in senso reazionario all’interno, attraverso la strumentalizzazione del malcontento derivante dalla progressiva erosione di diritti, salario e sicurezza sui luoghi di lavoro, dall’arretramento culturale nelle scuole, dall’aumento della povertà nei territori. A tutto questo si deve rispondere con l’unità dei lavoratori italiani e immigrati contro i padroni sanguisughe, contro i politici corrotti, contro i sindacati venduti, contro quella “casta” che ogni giorno vive sulle nostre spalle e sul nostro lavoro: in definitiva, contro il capitalismo che è la fonte di tutto questo.

La nostra lotta anti-capitalista vive nella pratica della lotta - politica, sociale e culturale - contro gli effetti devastanti delle politiche imperialiste, comprese quelle del nostro paese, con le sue migliaia di militari sparsi per il mondo in “missioni di pace” a difendere gli interessi delle imprese italiane. La lotta contro queste politiche imperialiste ovunque e comunque si manifesti ci rafforza, così come la lotta che noi conduciamo rafforza le resistenze che crescono in ogni parte del mondo. Ed è per questa ragione che appoggiamo la resistenza dei popoli alle occupazioni militari ed economiche da parte dell’imperialismo e la loro lotta contro l’asservimento e l’impoverimento, indipendentemente dal giudizio che possiamo avere nei confronti delle direzioni politiche che si manifestano come egemoni tra quei popoli.

Vicenza, 15 dicembre 2007

Centro culturale e di documentazione “BERTOLT BRECHT”
Piazzetta San Gaetano Schio (Vi)

Fonte

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