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Cofferati e l'articolo 18

una dichiarazione di Marco Ferrando

(18 Maggio 2003)

L'astensione di Sergio Cofferati sul referendum estensivo dell'articolo 18 è un fatto gravissimo.

L'affermazione secondo cui l'ex segretario della Cgil "non farà campagna per l'estensione" è, francamente, ipocrita. La sola dichiarazione di astensione da parte di colui che è stato il principale riferimento popolare nella difesa dell'articolo 18 è già di per sé un pesantissimo atto pubblico di boicottaggio del referendum: che di fatto affianca Cofferati alla Confindustria, a Berlusconi, alla maggioranza dirigente DS.

Cofferati si carica così di una enorme responsabilità. Per due anni ha cavalcato i movimenti per rinegoziare un'alleanza col centro liberale e per questo li ha privati di una piattaforma di lotta unificante, centellinando gli scioperi ogni sei mesi. Poi, pur di coltivare la propria ambizione di possibile leader dell'Ulivo, legittimato dal centro liberale, non ha esitato a rompere col sentimento di milioni di lavoratori, con le indicazioni di Aprile, con la scelta della stessa Cgil. Mettendo a rischio una vittoria possibile per l'estensione dei diritti, a tutto vantaggio di un governo reazionario. E nel momento peggiore.

E' obiettivamente un tradimento.
Ma è un tradimento che non ci sorprende: e che anzi dimostra quante illusioni infondate si sono riposte in chi aveva concertato per dieci anni flessibilità, privatizzazioni, lesioni dei diritti.

Alla situazione nuova e più difficile che ora si è creata è necessario reagire con decuplicata energia.
Innanzitutto rilanciando con forza una campagna unitaria di massa per il SI' che sfidi all'impegno attivo tutte le strutture della Cgil in coerenza col pronunciamento nazionale del suo direttivo.
Ma anche traendo l'ennesima lezione di fondo: a braccetto col centro dell'Ulivo non è possibile né una battaglia per i diritti, né tantomeno un'alternativa di società. L'unità di lotta tra i lavoratori è incompatibile con l'unità con la borghesia.
Il referendum sull'art. 18 è uno spartiacque tra le classi: e chiede dunque coerenza, per l'oggi e per il futuro, a tutte le forze che lo sostengono.

Marco Ferrando

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