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(24 Settembre 2009)
In un contesto di retorica patriottarda, volgare e imbrogliona, dove tutti i politici italiani, da Berlusconi a Napolitano hanno fatto a gara a recitare la parte di gente colpita dal dolore, un uomo sessantenne si è permesso di uscire dal coro e gridare, in piena basilica di San Paolo e di fronte a quelle che vengono definite massime autorità, pace subito!
Possiamo definire il personaggio un'eroe dei nostri tempi. Un'eroe che esce dalle convenzioni politichesi di una sinistra codarda e con molta dignità affronta una prova terribile di coraggio e determinazione per andare a dire la verità nelle circostanze più difficili.
Qualcosa si muove dunque e ricorda situazioni di coraggio disperato che pure si sono avute in altri tempi difficili. E questi sono tempi difficili. Non solo perchè la morte dei sei parà della Folgore ha compattato le istituzioni che sostengono la guerra, non solo perchè i 'democratici', da Franceschini a Bersani hanno rinnovato il loro consenso alla guerra in Afghanistan, ma soprattutto perchè la solita sinistra opportunista e ipocrita anche stavolta ha mancato l'obiettivo. Si dirà, ma come: questa sinistra è contro la guerra; ci sono le dichiarazioni di Ferrero e di Diliberto. Quindi? Quindi, a parte che i personaggi in questione a suo tempo la guerra in Afghanistan e in Jugoslavia l'hanno votata, dove si manifesta oggi l'opposizione vera, quando l'Italia è inondata di tricolori per esaltare i morti in combattimento, definiti eroi della pace?
Si preparano certamente le manifestazioni rituali per la pace. Ma intanto, nel momento del 'dolore' e della esaltazione militarista, l'eroe dei nostri tempi è stato lasciato solo a denunciare la guerra laddove si stavano creando le condizioni per continuare a sostenerla facendo leva sulle emozioni cinicamente strumentalizzate.
22 settembre 2009
Erregi
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