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(6 Giugno 2014)
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, dott. Manuela Scudieri ha rinviato a giudizio 9 componenti del consiglio di amministrazione della Breda Termomeccanica – Ansaldo di viale Sarca a Milano e chiesto lo stralcio per altri 2 (come richiesto dalle difese degli imputati) per sottoporli a perizia medica il 26 giugno.
L’accusa è di omicidio colposo per “colpa negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle leggi, omettendo di adottore nella direzione e nell’esercizio dell’impresa, le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori operanti all’interno dei capannoni nei reparti produttivi Convenzionale e Nucleare”.
In particolare I dirigenti sono accusati di “aver omesso, in presenza di lavorazioni insalubri che comportavano esposizione sia diretta che indiretta all’inalazione di polveri e fibre di amianto, usato in tutte le fasi delle lavorazioni a caldo quale coibente termico e impiegato addirittura quale giaciglio su cui riposavano tra un turno e l’altro”, di non aver informato i lavoratori “circa i rischi esistenti già conosciuti dalla direzione” e di non aver fornito ai lavoratori mezzi di protezione individuali e collettivi. Per la magistratura le morti sono certamente riconducibili a inalazione di fibre di amianto subite nel periodo 1973-1985.
In questo processo il giudice ha già accolto le richieste di costituzione delle parti civili.
Oltre al nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, difeso e assistito dall’avvocata Laura Mara sono state ammesse come parti civili anche l’Inail, Regione Lombardia, e Medicina Democratica.
Da anni noi lottiamo contro chi afferma e sostiene che i morti sul lavoro e da lavoro sono inevitabili cercando di far luce su tutte le morti innaturali. Insieme a tutte le associazioni e i comitati lottiamo nelle fabbriche, nelle piazze e nei territori, fuori e dentro le aule dei tribunali, perché vogliamo e pretendiamo giustizia. Anche se siamo coscienti di andare contro interessi economici giganteschi, e contro una società che vive e prospera mettendo il profitto prima degli esseri umani, noi non ci arrendiamo. Per noi più di mille morti sul lavoro ogni anno e migliaia di malattie professionali ogni anno sono crimini contro l’umanità. Noi ci battiamo perchè gli infortuni e i morti sul lavoro e di lavoro non vadano mai in prescrizione. Contro la monetizzazione della salute e della vita umana, per il rispetto delle leggi sulla sicurezza.
Sesto San Giovanni, 06 giugno 2014
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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