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Banka Banga

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(27 Ottobre 2011) Enzo Apicella
La borghesia imperialista europea decide di salvare la banche... con i soldi degli operai

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L’esecutivo Meloni: governo dei padroni (e dei padroncini), governo della guerra

(26 Novembre 2022)

La nascita del governo Meloni è stata salutata in una certa destra, ma anche, certo con minore enfasi, in settori proletari e popolari, come l’inizio della fine del dominio dei banchieri e dei ricchi, ben rappresentati dal super-banchiere Draghi. In molti si sono illusi che la (ex) “popolana della Garbatella” cambiasse la rotta, in qualche modo, a favore del “popolo” – dopotutto era stata la sola ad “opporsi” al governo di unità nazionale voluto da Mattarella. Noi della TIR, invece, l’abbiamo salutata subito con un “governo Meloni, governo dei padroni”, come una burattina mossa dai grandi poteri capitalistici interni e internazionali. La sua prima legge di bilancio conferma in pieno il nostro giudizio.

Infatti la finanziaria per il 2023 è una fotocopia delle misure prese dal governo Draghi, perfino con ulteriori regali alla grande, media e piccola borghesia accumulatrice (aumento crediti fiscali per l’energia e allargamento della flat tax), e con una vera e propria stangata sui disoccupati più poveri: dopo agosto, niente più reddito di cittadinanza. Questa è la “giustizia sociale” formato Meloni.

Per il resto la manovra Meloni-Giorgetti è “prudente” perché limita il deficit, attenta al giudizio dei “mercati”, ossia della grande finanza nazionale e internazionale che minaccia di alzare lo “spread”, e quindi il costo del debito, e della UE, da cui dipendono i fondi miliardari del PNRR. La Meloni, che si era espressa contro la tassa sui superprofitti energetici (che sono anche superprofitti di guerra), si è adeguata al 33% deciso dalla UE e chiesto dalla stessa Confindustria per “perequare” tra loro le imprese avvantaggiate e quelle colpite dalla guerra.

La comunicazione pubblica del governo e dei mass media ha messo la sordina all’aumento delle spese militari (quelle per armi sono camuffate da “investimenti”), il cui aumento, già deciso da Draghi, sarà accelerato dal ministro della Difesa Crosetto, lobbista dell’industria bellica. Ed invece sta a noi e ai veri anti-capitalisti denunciare incessantemente il nuovo esecutivo come il governo della guerra in Ucraina, e ben oltre l’Ucraina in Medio Oriente, nell’Africa nera, nei Balcani, in Palestina, fino a Taiwan.


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