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(Di lavoro si muore)

Maenza, LT: il PCI attiva con una serie di convegni nei comuni pontini

Sabato 16 settembre, a Maenza, si è tenuto un convegno sul mondo del lavoro e le sue molteplici problematiche

(20 Settembre 2023)

no morti sul lavoro

“Sabato 16 settembre si è tenuto a Maenza il primo di una serie di convegni che il Partito Comunista Italiano - Federazione di Latina porterà in ogni comune della provincia di Latina. - dice Sonia Pecorilli, segretaria del Partito provinciale - Gli argomenti attuali, drammatici, al centro dell’attenzione dei comunisti e della popolazione che li vive sulla pelle, trattati sono stati: Salario minimo, Disoccupazione,
Occupazione, Introduzione del reato omicidio sul lavoro nel Codice Penale.
Durante il momento di confronto sono intervenuti in ordine il Segretario del PCI Lazio Oreste Della Posta, Franco Ciocca del Dipartimento del lavoro Nazionale e Provinciale PCI, l’ Avv. Christian Mitrano Dipartimento Legalità PCI Federazione di Latina, con le conclusioni affidate ad Ugo Moro della Segreteria Nazionale del PCI.”. Nell'introduzione Della Posta ha detto “La realtà attuale ci spinge verso una attenta riflessione su come gli operai vengono uccisi dal profitto, ci dice anche che dobbiamo andare verso una impresa economica legale ed ecocompatibile.”. “ Il Salario minimo non garantito è l'ennesimo sfruttamento ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici, stiamo andando verso la perdita della dignità lavorativa per colpa di smodato capitalismo, i dati sulla disoccupazione sono costantemente camuffati come quelli dell'occupazione” questo afferma il dirigente comunista Franco Ciocca. “Morire di lavoro è incivile, chiediamo più ispettori che facciano adeguati controlli sui luoghi di lavoro, applicare rigorosamente la Legge 81 del 2008, un dato certo oggi è che una cultura che vede nelle misure a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro un costo, da ridurre al minimo per aumentare i profitti. La legislazione oggi sull'omicidio sul lavoro è carente” sottolinea l'avv. Christian Mitrano. Sonia Pecorilli, Segreteria Provinciale PCI Federazione di Latina indica che “bisogna attuare tutte le disposizione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. L'Osservatorio Nazionale di Bologna ci dice che sono 966 i morti ad oggi sui luoghi di lavoro, ci sono tutti, quelli assicurati Inail, quelli con un'assicurazione diversa da Inail, e quelli che muoiono in nero, gli stranieri sono il 15%, e gli anziani ultra sessantenni sono stati uno su quattro sopratutto in agricoltura e in edilizia. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2022, sono morti complessivamente 19519 lavoratori, di questi 9.489 per infortuni sui luoghi di lavoro, ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori. In itinere ci sono anche i lavoratori e le lavoratrici che muoiono in bicicletta o a piedi, ma anche i morti sulle strade. - prosegue la segretaria comunista - INAIL conteggia questi dati tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e le caratteristiche del fenomeno. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Non a carico delle Regioni, gli altri morti per incidenti di autotrasportatori in autostrada, morti in mare fuori delle acque territoriali. Si continua ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti. Abbiamo come partito iniziato la raccolta firme che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro nel Codice Penale, questa prosegue con grande successo, sono già centinaia le firme che si stanno raccogliendo ai banchetti organizzati nei posti di lavoro e nelle piazze di tutta Italia. Abbiamo un governo palesemente schierato a favore di banche, finanza e grande impresa non a favore dei lavoratori chiosa Pecorilli - che ad oggi sono quelli che stanno pagando cara questa politica scellerata. Conclude Ugo Moro affermando che “la ricostituzione del PCI è impostata sui diritti dei lavoratori, che si deve cercare unitarietà nel mondo del lavoro, no alla legalizzazione sistemica del caporalato, tanti operai/e sono vittime invisibili di questo meccanismo, l"art.1 della Costituzione e' chiaro l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, facciamola applicare. Tutta la forza lavoro va' tutelata, il Partito Comunista Italiano un partito moderno dal cuore antico e' e sarà sempre al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici nelle loro battaglie perché conclude il dirigente nazionale - c'è davvero in gioco il nostro futuro.”.

Trasmesso da Maurizio Aversa

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