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Rifondazione Comunista di Cuneo chiede coerenza al Partito

Sul ritiro delle truppe dall'Afghanistan

(12 Luglio 2006)

Ordine del Giorno contro il rifinanziamento della missione militare italiana in Afghanistan approvato all'unanimità dal Comitato Politico Federale del Partito della Rifondazione Comunista, Federazione di Cuneo, in data 8 luglio 2006.

Col ritiro delle truppe dall'Iraq il governo mantiene gli impegni assunti durante la campagna elettorale. E’ una scelta importante in sintonia con le aspettative del popolo pacifista che ha contribuito alla vittoria dell’Unione.
La tensione pacifista largamente presente nella popolazione italiana, e particolarmente nell'elettorato di riferimento dell'Unione che ha condotto alla vittoria il governo Prodi, pretende però scelte più nette e chiare intorno alla presenza militare italiana in tutti i territori nei quali è impegnata.

In Afghanistan le truppe italiane sono collocate in un chiaro contesto di guerra che tenderà ad aggravarsi. Già è evidente il peggioramento generale di tale contesto - con il passaggio dell'operazione Isaf sotto il comando NATO, con la decisione di quest'ultima di estendere la propria presenza militare in quel paese, collocandola così in perfetta coerenza al generale disegno statunitense di "Enduring Freedom" - come delle condizioni della popolazione civile. La strategia di guerra globale permanente, inoltre, non ha diminuito i rischi di terrorismo ma semmai li ha aggravati contribuendo a destabilizzare ulteriormente il pianeta.

Il Partito della Rifondazione Comunista ha sempre caratterizzato la propria azione parlamentare in assoluta coerenza opponendosi a tutti gli atti di guerra che dal '91 caratterizzano le scelte più regressive delle amministrazioni Usa e dei governi occidentali.
La nuova collocazione del Partito doveva e deve servire a orientare le scelte di politica estera di un governo che ci vede pienamente partecipi, non viceversa. Per questo motivo, se nel decreto del governo non dovesse esserci nemmeno un riferimento esplicito ad una strategia di uscita dall'Afghanistan il partito non potrà sostenerlo.

L’Italia non può e non deve partecipare a quella missione. Su questioni di così rilevante drammaticità non possono valere i due tempi.

Il Prc non può dunque che ribadire la propria coerente posizione, assunta negli ultimi cinque anni, e che chiede il ritiro dei soldati italiani dall'Afghanistan. Per questo Rifondazione comunista non può votare il rifinanziamento di quella missione senza una chiara “strategia di uscita”. L'Unione e il Governo Prodi dovrebbero prendere atto di questa posizione limpida e operare per un'inversione di rotta delle proprie priorità e linee strategiche in sintonia con quell'art.11 della Costituzione, inscritto nel programma e che ribadisce con chiarezza che l'Italia ripudia la guerra.

Il Comitato Politico Federale di Cuneo invita dunque il Partito tutto a non sottostare a ricatti, a costruire iniziative di mobilitazione per il ritiro delle truppe dai teatri di guerra con gruppi ed associazioni della società civile e ad esprimere nel parlamento un voto contrario al mantenimento delle truppe italiane in territorio afghano.

Comitato Politico Federale di Rif. Com. di Cuneo

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