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Re ferendum

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Sistema politico e rappresentanza istituzionale

(22 Novembre 2007)

Il proclamato prevalere dei "contenuti" sulle "forme" pare proprio non rappresentare il punto di saldatura del sistema politico italiano: il Senato ha appena approvato una difficile Legge Finanziaria, ricolma di contraddizioni sulle quali sarebbe utile ma non è possibile almeno in questo momento aprire un dibattito di merito, ma questo fatto assai importante - assolutamente decisivo - per il prosieguo dell'attività di governo e dell'intera legislatura appare quasi cancellato dalle dinamiche in atto all'interno del sistema dei partiti.

Era prevedibile che la formazione del Partito Democratico (del resto non ancora completata sul territorio e sottoposta a tutte le incognite del caso) portasse ad un riallineamento complessivo: ma era difficile prevedere, in tutta onestà, che ciò avvenisse in tempi così rapidi ed in forme così dirompenti.

La mossa che arriva dalla parte più consistente del centrodestra di corrispondere al Partito Democratico con una formazione in lotta diretta per l'egemonia, senza particolari (anzi con secondari) vincoli di alleanza ed in grado, eventualmente, di affrontare fasi di transizione attraverso la formazione di governi "trasversali" (grosskoalition, in termine tecnico, mutuato dal sistema tedesco) porta, naturalmente, al centro il tema della legge elettorale e del superamento del bipolarismo: come sta già avvenendo in questi giorni.

Al momento del passaggio, all'interno del sistema italiano, dal proporzionale al maggioritario (1993) era risultata, infatti, del tutto insufficiente la riflessione sul rapporto tra "governabilità" e "potere di interdizione": rapporto che poteva crearsi e crescere, in forma anomala, quale erede della particolare conformazione del nostro sistema politico e dell'implosione dei grandi partiti avvenuta con la crisi sviluppatasi tra l'89 ed il '92.

Questa anomalia ha causato una forte difficoltà proprio nell'azione di governo sviluppatasi attraverso tre legislature, dal 1994 al 2006, mentre paradossalmente (ma non troppo) l'elettorato, sia pure faticosamente, assumeva la "forma mentis" del maggioritario e del bipolarismo (ricordate "Maggioritario per caso", "maggioritario ma non troppo", "maggioritario finalmente!), creando così un ulteriore elemento di discrasia (oltre quello già esistente in generale) tra elettorato e sistema dei partiti.

Il nuovo sistema elettorale adottato nel 2006, non ha fatto altro che accentuare questo dato. Ora si tenta la strada di quel riallineamento cui si accennava all'inizio, ma non in funzione della formazione di due grandi partiti che sorreggano l'articolazione del bipolarismo, ma con l'intenzione evidente di realizzare, attraverso la forzatura del sistema elettorale, una sorta di riedizione del "bipartitismo imperfetto", scevro dall'antica "conventio ad excludendum", con attorno ai due giganti qualche "cespuglio" provvisto di diritto di tribuna o qualche soggetto di rappresentanza etnoregionalistica.

Fin qui la cronaca, da seguire con attenzione.

Ma esiste un elemento da analizzare con il massimo della capacità di introspezione: quello di una difficoltà che sorgerebbe, immediatamente, tra il tipo di sistema politico che verrebbe a crearsi a livello centrale, ed il sistema politico esistente concretamente a livello locale.

Il sistema delle autonomie locali, infatti, è imperniato, dal punto di vista della rappresentanza istituzionale e del meccanismo di funzionamento della governabilità, ormai saldamente sul bipolarismo (sempre più accentuato nel corso degli anni) e sull'elezione diretta delle figure esecutive monocratiche (Sindaci, Presidenti), con una particolare capacità di rappresentatività dei soggetti politici, misurata anche dalla diversità di relazione tra ruolo degli esecutivi (i cui componenti sono scelti direttamente da quelle figure monocratiche appena citate) ed i consessi elettivi.

Ora risalta, in maniera del tutto evidente, la diversità tra il sistema che si vorrebbe adottare a livello nazionale e ciò che esiste a livello locale. Non è nostro compito, in questo momento, indicare soluzioni: ci limitiamo a segnalare, con preoccupazione, questo dato invitando tutti gli addetti ai lavori ad avviare una riflessione.

Ancora una volta il sistema degli Enti Locali potrebbe trovarsi marginalizzato e subire un imprevisto mutamento di sistema, pagando prezzi in termini di efficacia nell'azione degli Enti e di credibilità dell'intero sistema politico locale, quello più vicino alle esigenze dei cittadini.

Savona, li 21 Novembre 2001

Franco Astengo

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