">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Italiani!

Italiani

(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Una Waterloo senza Napoleoni

(16 Aprile 2008)

I Grandi uomini della sinistra dovranno andare tutti a casa. Un folto gruppo di deputati e senatori, di colpo trasformati in precari.
E’ la fine di un sogno arrogante e di una superficialità senza limiti. La maggiore responsabilità l’hanno i dirigenti di Rifondazione. Hanno creduto che un’identità si potesse variare a piacere, con la facilità con cui un’indossatrice cambia abito; che Lenin, Trotsky, Rosa Luxemburg potessero essere relegati in soffitta, con qualche parola di cerimonia per ricordare il loro grande passato; che il comunismo si potesse trasformare in una semplice sfumatura culturale all’interno di un calderone, in cui militanti dai percorsi diversi venivano accomunati, senza neppure un periodo di transizione.

Hanno distrutto l’organizzazione, inseguendo il mito del partito “leggero”. Hanno lasciato deperire o morire i circoli, pensando che il duro lavoro di contatto con i lavoratori potesse essere sostituito da estemporanee presenze nei salotti televisivi. Essere convocati da Vespa, quale onore! E’ la favola del corvo col pezzo di formaggio. “Mi hanno detto che canti bene”, gli grida la volpe. Quello comincia a gracchiare e il formaggio cade in bocca alla furbacchiona. Forse quel corvo si chiamava Fausto.

Sul fronte avverso, pur nel suo piano reazionario, la Lega ha imparato dalla vecchia sinistra le regole dell’organizzazione, e ha stabilito contatti reali con lavoratori. E’ questa, più che la sconfitta elettorale, la più grave responsabilità: aver consegnato una parte dei figli della classe operaia a un partito xenofobo e retrivo.

Bertinotti in una cosa sola è stato veramente “pesante”, nella discriminazione nei confronti di chi cercava di farlo recedere dal baratro in cui, come un pifferaio magico, stava portando migliaia di militanti e di elettori. Quello che è avvenuto era stato previsto e descritto da molti, anche se quasi nessuno aveva presentito una catastrofe così totale.

Un partito di classe è l’esatto opposto dell’evanescente partito voluto dalla destra di Rifondazione. E’ un partito che partecipa alle lotte dei lavoratori, ne conosce i problemi, cerca di istruirli e avvertirli dei pericoli. Le campagne elettorali non sono fini a se stesse, non hanno lo scopo di aprire la via a carriere personali, ma sono un momento di propaganda e di sintesi delle lotte precedenti. Pur nelle situazioni negative, non rinuncia a preparare la ripresa delle lotte. Quando, per cause di forza maggiore, si crea un divario tra partito e classe, i veri marxisti sanno reagire: come al tempo dell’infatuazione patriottica del 1914, i pochi militanti rimasti fedeli all’internazionalismo condussero una battaglia gigantesca per riportare all’interno della classe le parole d’ordine dell’opposizione strenua al militarismo, cercando il nemico soprattutto nel proprio paese.

Il partito di classe rappresenta una rete d’interessi storici e immediati, strettamente legati al mondo del lavoro, e cerca di mantenere integra la forza del proletariato, rifiutando di annegare le sue aspirazioni in una brodaglia interclassista. Custodisce gelosamente la teoria marxista, sa che non è possibile nessuna conquista permanente senza la guida di una teoria, combatte ogni forma di revisionismo, inteso come influenza di ideologia di altre classi sociali. Sa che non si può avanzare servendosi di manovre e trucchi, e che l’espedientismo alla fine si ritorce contro chi lo usa.

I dirigenti di Rifondazione hanno fatto l’esatto contrario: hanno promesso lotta alla guerra e hanno votato i finanziamenti delle imprese belliche e l’aumento delle spese militari; chi si è rifiutato di farlo è stato cacciato. Hanno votato le elargizioni agli industriali, cuneo fiscale, rottamazione, esenzioni fiscali. Le leggi berlusconiane sono sempre vigenti, a partire dalla famigerata legge 30, le coppie di fatto attendono ancora qualche risultato, l’invadenza clericale è cresciuta a dismisura. L’elettore di sinistra ha visto che i parlamentari, ai quali aveva dato il voto, operavano contro il suo interesse e ha dato loro il benservito. C’è una logica in tutto ciò: molti militanti, giornalisti seri, semplici osservatori, li avevano avvisati, ma i grandi uomini della sinistra non hanno bisogno di ascoltare gli altri. Per questo, si sono trovati senza difesa a misurarsi col partito killer, il PD, e sono stati annientati.

15 aprile 2008

Michele Basso

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Dopo il fallimento della sinistra governista. Quali prospettive per i comunisti?»

Ultime notizie dell'autore «Michele Basso (Savona)»

5174