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(11 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Sciopero subito in difesa dell’istruzione e del posto di lavoro

(11 Settembre 2008)

Il governo Berlusconi vuole distruggere il sistema di istruzione statale e privatizzare scuole e università.
I provvedimenti legislativi approvati nel mese di agosto se verranno attuati riporteranno l’Italia indietro almeno di cinquant’anni. L’istruzione non sarà più un bene comune, si trasformerà in una merce, solo chi pagherà potrà garantirla ai propri figli.

Per la scuola elementare sono previste solo 24 ore settimanali, niente mensa e scuola al pomeriggio, se non a pagamento. Tornerà il doposcuola, cioè il vecchio recinto sociale che il Tempo Pieno con le 40 ore settimanali aveva definitivamente smantellato. Tornerà il maestro unico che da solo non sarà più in grado di contenere l’insuccesso scolastico, cosa che invece oggi accade quando più insegnanti contemporaneamente si occupano della stessa classe. Dalla scuola di qualità per tutti, si tornerà alla separazione netta tra la scuola del mattino, dove bisognerà imparare e in fretta, e la scuola del pomeriggio, dove i bambini saranno solamente sorvegliati. Per qualsiasi altra cosa sarà necessario pagare.

L’obbligo di istruzione potrà essere assolto dopo la terza media non esclusivamente a scuola, ma anche in un centro di formazione professionale. Alcuni giovani continueranno a studiare, mentre altri verranno avviati precocemente al lavoro. La media unica, introdotta nel 1962 per superare l’avviamento professionale, sparirà. Ci saranno costose scuole medie per ricchi che garantiranno una preparazione adeguata per gli studi superiori, e gratuite scuole medie per poveri che garantiranno una preparazione che permetterà solo l’accesso a corsi professionali. Se non avrai frequentato le scuole elementari migliori, ti verrà precluso all’accesso alle scuole medie migliori. Se non avrai frequentato le scuole medie migliori, ti verrà precluso l’accesso alle scuole superiori migliori o addirittura a tutte. Se non avrai frequentato le scuole superiori o le università migliori, ti verrà precluso il proseguimento degli studi o l’accesso a un lavoro qualificato. Le disuguaglianze sociali saranno sempre più evidenti e la scuola non farà altro che accentuarle.

Scuole e università si trasformeranno in fondazioni e si aprirà così il mercato dell’istruzione.
I finanziamenti statali, ridotti al minimo per risparmiare sulla spesa pubblica, saranno trasferiti non rispetto all’offerta formativa, ma secondo le scelte e le indicazioni date dagli utenti: l’istruzione da diritto si trasformerà in un servizio a domanda. Se scuole o università non avranno iscrizioni chiuderanno, quindi per sopravvivere si muoveranno nella direzione in cui andrà la domanda. E quando i soldi non basteranno per restare sul mercato non potranno fare altro che ricorrere a finanziamenti privati o alla richiesta di salatissime rette per l’iscrizione. L’orientamento didattico di scuole e università verrà quindi dato esclusivamente da chi ci metterà i soldi. Ci saranno scuole e università di serie A e di serie B, l’istruzione non sarà più uguale per tutti, ma tutto dipenderà da quanto puoi o sei disposto a spendere. Il valore legale del titolo di studio sarà di fatto abolito: diplomi e lauree non saranno più tutti uguali, per cercare lavoro o proseguire gli studi conterà il nome della scuola in cui ti sei diplomato o dell’università in cui ti sei laureato.

Per ridurre la spesa pubblica per l’istruzione e aprire così ai privati, per abbassare il livello di istruzione garantita a tutti e offrire la qualità solo a chi potrà pagare, il governo Berlusconi ha deciso di ridurre drasticamente il numero di lavoratori della scuola.

Nei prossimi tre anni verranno tagliati 130.000 posti che sommati ai 25.000 già tagliati in due anni dal governo Prodi, fanno in tutto 155.000.

Non possiamo assistere alla devastazione del sistema di istruzione statale e alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, senza far niente. Per lanciare al governo un segnale forte di contrarietà al progetto che intende realizzare, è necessario scioperare subito entro il 30 settembre, cioè prima che alcuni dei provvedimenti legislativi in scadenza vengano definitivamente approvati dal Parlamento e prima che venga approvato dal governo il disegno di legge finanziaria 2009.

Rete 28 aprile FLC CGIL Milano

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