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(19 Settembre 2008)
“Gli imprenditori della cordata italiana hanno ritenuto impossibile realizzare nel silenzio il loro progetto di mettere le mani sul ricco mercato del trasporto aereo del nostro Paese, di scaricare i debiti sulla collettività e di licenziare migliaia di lavoratori, producendo peraltro la polverizzazione della ex-compagnia di bandiera”, dichiara Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale CUB Trasporti. “E’ ora importante ed urgente che l’Esecutivo, assumendosi le dovute responsabilità per l’epilogo di questa vicenda, prenda atto del fallimento del progetto di privatizzazione di Alitalia”.
“Il costo del lavoro non è mai stato il problema di Alitalia – prosegue Amoroso - la nostra Compagnia, debitamente rilanciata e guidata da un management serio e lontano da logiche di lottizzazione sindacal-politica, è in grado di stare sul mercato, di fare utili e di continuare ad assicurare la continuità del servizio pubblico del trasporto aereo. Solo dopo averla risanata e rilanciata attraverso l’intervento pubblico, alla stregua di quanto è successo ad Air France dopo il 1993, si potrà procedere a stipulare accordi e alleanze commerciali con altri vettori europei e non solo”.
Aggiunge Amoroso: “La crescente mobilitazione della categoria, confermata anche dalla grande adesione dei lavoratori allo sciopero e al corteo indetto ieri dalla CUB Trasporti, ha confermato l’impossibilità di ridurre al silenzio migliaia di lavoratori minacciati dal licenziamento e l’impraticabilità per le organizzazioni sindacali convocate al tavolo di confronto con Governo e rappresentanti di C.A.I. di dare il disco verde a questo scellerato disegno. La CUB Trasporti continuerà a sostenere tale proposta, oggi più che mai l’unica percorribile per la tutela dei lavoratori e dell’interesse del nostro Paese”, conclude il responsabile CUB Trasporti.
Fiumicino, 18 settembre 2008
CUB Trasporti
Alitalia nella bufera.
Da quando si è dato il via alle privatizzazioni a rimetterci sono i lavoratori, non solo come produttori di ricchezza ma anche come fruitori. Da chi è partita questa frenesia delle privatizzazioni? Da una parte per fronteggiare il debito pubblico, dall'altra le pressioni Europee per un mercato sempre più liberista. In questa frenesia si trova adesso Alitalia. Ora, il mantenimento pubblico di Alitalia, come vorrebbe Seca58, non è più attuabile a causa delle regole capitalistiche europee, seppur sarebbe auspicabile, come sarebbe auspicabile mantenere tutte le strutture chiave dell'economia, delle risorse, dell'energia, dei trasporti ferroviari, sotto esclusivo controllo pubblico, così come sarebbe auspicabile avere sotto esclusivo controllo pubblico Bankitalia, la quale è invece sotto controllo di Banche private e della BCE. Ma c'è da qualche parte la volontà politica di proporre il possesso esclusivo dello Stato di almeno queste branche economiche? C'è a sinistra qualcuno che rigetti le "dolci sirene" delle privatizzazioni che ci arrivano pressanti dall'Europa/BCE e rilanci l'economia pubblica? Il rimanere in Europa/BCE comporta la distruzione dell'economia pubblica ed i lavoratori ne fanno e ne faranno le spese. Il nostro debito pubblico è stato pianificato da anni dalle forze capitalistiche finanziarie proprio per arrivare a questo stato di cose e purtroppo governi di centrosinistra gli hanno dato una mano risolutiva.
(19 Settembre 2008)
Rolando Marchioni
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