">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Ricordo di Arrigoni

ricordo di arrigoni

(22 Settembre 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Imperialismo e guerra)

Sulla guerra l’Europa di fronte a se stessa

Editoriale del 18 gennaio di Radio Citta' Aperta

(19 Febbraio 2003)

Il documento comune sulla guerra all’Iraq redatto dai quindici paesi dell’Unione Europea dopo le divisioni e le lacerazioni delle scorse settimane, conferma la traiettoria a zig zag seguita dall’establishment europeo.

Secondo alcuni commentatori, le conclusioni del vertice passano una mano di vernice sugli aspri dissensi ma le divisioni che si sperava di sanare sarebbero pronte a riesplodere. Per altri la minaccia del conflitto iracheno sta accelerando drammaticamente quel confronto tra Europa e Stati Uniti che agitava le previsioni sul nuovo millennio. Insomma, tutto c’è tranne che il punto di coesione sostanziale che consentirebbe ai paesi europei – per la prima volta nella loro storia degli ultimi cinquanta anni – di affermare la propria identità e le proprie ambizioni strategiche attraverso un No chiaro all’escalation bellicista degli Stati Uniti.

E’ consapevolezza comune tra i leader europei, che questa guerra sarebbe drammatica non solo per l’Iraq e il Medio oriente ma anche per l’economia e l’autonomia del progetto europeo. Tant’è che il loro dissenso dalla politica statunitense non è affatto di carattere etico o morale ma materiale.

Se gli USA riusciranno ancora una volta ad imporre la loro supremazia militare ed a tenere fuori l’Europa dalla definizione degli assetti in Medio oriente, le ambizioni strategiche del nucleo duro europeo andrebbero a farsi benedire per qualche altro decennio smantellando venti anni di tentativi di fare dell’Europa una potenza globale di un mondo multipolare.

Ma questa contraddizione, potrebbe aprirne un’altra dentro i movimenti pacifisti protagonisti della straordinaria giornata contro la guerra del 15 febbraio. Infatti molte forze politiche indicano con estrema facilità Francia e Germania come compagni di strada di questo movimento ma non spiegano fino in fondo perché dovremmo avere come alleati le ambizioni strategiche di due potenze europee. I partiti che chiedono a questo movimento di appiattirsi sulle posizioni di Parigi e Berlino, omettono di spiegarne il perché ed i costi politici da pagare. Un’Europa forte dovrebbe infatti triplicare le proprie spese militari per proporzionarle con quelle statunitensi. In pratica dovremmo votare a favore dei crediti di guerra. Qualcuno potrà invitarci ad attapparsi il naso in nome della realpolitik ed a guardare all’alleanza tra movimenti pacifisti e governi europei come scelta obbligata per fermare il nemico principale. Ma allora dovrebbero dichiarare pubblicamente nei loro documenti e nei loro interventi che oggi gli Stati Uniti dell’amministrazione Bush sono il nemico e la minaccia principale per le sorti dell’umanità. In questo caso l’alleanza sarebbe legittima. Ma allora, perché si omette tale dettaglio e si rincula continuamente di fronte alla ipocrisia sull’antiamericanismo? Essere antiamericani non è un reato, anzi, forse è al momento l’unico elemento di coesione di una identità europea che le classi dirigenti stentano ancora a definire ma che appare priva di quei contenuti sociali, democratici e pacifisti manifestati in questi mesi dai movimenti. Da questa contraddizione sarà difficile svincolarsi.

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Il polo imperialista europeo»

Ultime notizie dell'autore «Radio Città Aperta - Roma»

10016