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Genova: due bombe "stabilizzanti"

Editoriale di Radio Città Aperta del 10 dicembre

(10 Dicembre 2002)

Le bombe di Genova sono molto inquietanti sia per la tecnica che per gli obiettivi.
La tecnica usata - quella della doppia esplosione - appartiene alla tradizione dei professionisti del terrore.
In tal senso non possiamo che ricordare una vecchia canzone che segnalava come "un compagno non può averlo fatto e l'autore di questo misfatto tra i padroni dovete cercare".
Sarà un caso ma è notizia di ieri che uno spettacolo su Giuseppe Pinelli che doveva andare in scena a Milano, si è visto negare l'autorizzazione dal Comune di Milano.
Forse sono preoccupati del fatto che le nuove generazioni possano scoprire che la strategia delle bombe ha una lunga e drammatica storia nel nostro paese.

Sugli obiettivi di questi attentati, si corre il rischio della semplificazione da una parte e della dietrologia dall'altra.
Quello che appare evidente è che, alla vigilia della guerra, con una forte recessione economica in corso e con un conflitto sociale che rischia di dilagare in ogni angolo del paese, il governo nel suo insieme e una parte degli apparati dello Stato non possono tollerare a lungo questa situazione.

Un recente libro del giallista Lucarelli, ricostruisce piuttosto efficacemente la filiera decisionale ed operativa che sovrintende l'attuazione di attentati tesi a stabilizzare una realtà politica piuttosto che destabilizzarla.
Si comincia con la presa d'atto che "bisogna fare qualcosa" e si finisce con il professionista che piazza materialmente la bomba.

Gli attentati di Genova, alla vigilia di una manifestazione nazionale contro gli arresti effettuati dalla magistratura genovese, hanno l'obiettivo di approfondire il disorientamento e le divisioni nei movimenti sociali cresciuti impetuosamente negli ultimi mesi.
Non solo, mandano anche un messaggio chiaro e inquietante sul fatto che questa situazione di conflittualità sociale non è ulteriormente tollerabile da parte del governo e del suo sponsor statunitense.
Sono dunque bombe stabilizzanti che indicano come i poteri forti e gli apparati dello stato siano disposti a tutto e ad utilizzare tutti i mezzi per mettere a tacere l'opposizione sociale alla guerra e alle misure antipopolari con le quali intendono affrontare la recessione economica.

Tempi bui dunque ma non è la prima volta che accade.
L'esperienza e la memoria storica per affrontarli ci sono, l'importante è non farsi saltare i nervi già da ora.

Radio Città Aperta

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