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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

6 Dicembre: giornata di lotta contro gli infortuni sul lavoro

Volantino distribuito alla manifestazione a Torino

(7 Dicembre 2008)

Quel triste 6 dicembre di un anno fa titolavamo così la nostra denuncia :

“Profitto assassino, ThyssenKrupp assassina Governi-Sindacati-Massmedia complici”.

Un anno è passato: centinaia di pagine di stampa, di dibattiti, di promesse e buone intenzioni si sono ritualmente consumate, mentre altre centinaia di morti hanno ancora insanguinato i luoghi del lavoro.

Spudoratamente si parla di fatalità, di piaghe, mentre è ormai largamente confermato che le cause stanno nei bassi redditi, nella precarieta’ e nell’esasperato sfruttamento ottenuto con lo straordinario sfrenato a cui sono sottoposti, in condizioni di ricatto, i lavoratori.

A questo si aggiunge l’affannosa bramosia per alti guadagni e alti profitti dei padroni piccoli o grandi che siano : ecco il fenomeno: il massacro di migliaia di lavoratori.

Non sono morti bianche, il movente è il profitto e l’accumulazione di ricchezza, i mandanti sono l’avida e la noncurante borghesia imprenditoriale a cui và il nostro più sentito odio e disprezzo.

Padroni, governi, sindacati, istituzioni, enti e massmedia convivono in un ipocrita e apparente sdegno, con una sostanziale complicità sullo stato di cose, essi hanno a cuore la produttività delle industrie e quindi dei “sacrosanti” profitti dei padroni.

Non possiamo concepire che una società si trova continuamente a piangere morti e disastri assurdi, mentre con i mezzi tecnologici e organizzativi disponibili potrebbe prevenire e superare le moderne tragedie.

Ci uniamo a quanti si stanno adoperando affinché il 6 dicembre diventi il giorno della memoria e della lotta contro gli infortuni sul lavoro e il “profitto assassino”, augurandoci che si vada oltre i limiti degli appelli autoreferenziali, allargando il più possibile l’informazione e il coinvolgimento di più ampi strati di lavoratori, giovani e cittadini.

Perché è ora che i mezzi tecnologici e organizzativi diventino elementi di difesa della vita umana e non oggetti di sfruttamento e di arricchimento dei pochi e il profitto un ricordo di un periodo di barbarie.

Collegamenti Internazionalisti
redazione@lottainternazionalista.org

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