">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

3 al giorno

3 al giorno

(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Di lavoro si muore)

Continua inarrestabile la strage quotidiana dei lavoratori

Diminuiscono gli occupati e aumentano gli omicidi sui posti di lavoro.

(17 Giugno 2009)

Altri due lavoratori di un’azienda familiare sono stati uccisi dalle esalazioni tossiche mentre pulivano un depuratore in provincia di Imperia senza le minime misure di sicurezza in un impianto non ancora ultimato e in fase di collaudo che funzionava in deroga. Ancora una volta i morti sono lavoratori degli appalti usati dalle aziende perché più economici e considerati “ usa e getta”. La mattanza continua di operai avviene in un momento in cui i padroni prendendo a pretesto la crisi economica nella sola Europa su 223,8 milioni di lavoratori (146,2 nella sola zona euro) hanno tagliato due milioni di posti di lavoro facendo salire il tasso di disoccupazione in aprile al 9,2% il massimo degli ultimi dieci anni.

Chi trae vantaggio da questo sistema capitalista sostiene che questo è il migliore dei mondi possibili, e, in effetti, per gli sfruttatori è così.

Dai dati diffusi da Bankitalia, a fine aprile il debito pubblico Italiano ha superato la quota di 1750 miliardi di euro e mentre i salari e le pensioni (dati Istat) sono rimasti congelati con le retribuzioni ferme, assistiamo all’ennesimo paradosso. Le entrate tributarie nei primi mesi del 2009 sono diminuite del 3,8%, e le tasse pagate dai proletari, lavoratori e pensionati, a vantaggio dei ricchi, trattenute alla fonte non sono calate, anche se potrebbero precipitare prossimamente per il sempre maggior ricorso alla cassa Integrazione, ai licenziamenti e al mancato rinnovo (dei paracaduti) per 1,6 milioni di lavoratori atipici.

Questi dati rappresentano il frutto del capitalismo reale auspicato e invocato dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, dal Governo e sostenuto dai “rappresentanti dei lavoratori” di CGIL-CISL-UIL-UGL.

Questo sistema descritto come il regno della libertà, significa per i proletari, sfruttamento, sottomissione della forza lavoro al capitale che si appropria della ricchezza da essi prodotta come un fatto normale.

Lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è l’essenza del capitalismo, rispettosa dello stato di diritto e delle sue leggi.

Per lo stato dei padroni è legittimo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e che avvenga quotidianamente la rapina del lavoro salariato da parte del capitale; è legale che ci sia la precarietà e la miseria. Come in tutte le guerre, anche in quella fra capitale e lavoro salariato, è normale e sotto una certa soglia accettabile dal sistema, che ci siano morti, feriti, invalidi, fra i lavoratori e che degli esseri umani siano sacrificati nelle fabbriche, nei cantieri, sui posti da lavoro in nome del profitto.

Il capitalismo “buono”, quello industriale, tanto auspicato nella crisi da tutti i borghesi e dai loro uomini nel movimento operaio, quello che licenzia e spaccia il risanamento delle industrie come “difesa dei posti di lavoro” che spaccia come interesse di tutti la produttività, la competitività, il mercato, e le “guerre umanitarie” per portare “democrazia” è lo stesso che nascondendosi dietro il velo di “civiltà e progresso” persegue i suoi interessi di parte, evidenziando la sua natura dispotica e sfruttatrice finalizzata alla ricerca del massimo profitto. Non si può più rinviare di mettere all’ordine del giorno il problema dell’organizzazione. O la classe operaia nella sua guerra quotidiana contro il capitale si da un’organizzazione di classe anticapitalista-antimperialista indipendente cominciando la lotta per farla finita definitivamente con questo sistema sociale, combattendo per una società dove si produce per il soddisfacimento dei bisogni degli esseri umani e non per il profitto o continuerà a rimanere classe sottomessa che piange i suoi morti.

Michele Michelino
Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli”
Sesto San Giovanni (Mi)

5114