">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Il dilemma dei generali

Il dilemma dei generali

(23 Giugno 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Dove và la CGIL?)

Congresso della Cgil: guardiamo alla sostanza

(22 Settembre 2009)

E’ cominciato il congresso della Cgil.

Naturalmente i documenti, le scadenze, gli appuntamenti, i materiali, sono ancora tutti da definire, ma il percorso congressuale con la dislocazione dei gruppi dirigenti e la definizione dei temi da discutere è già cominciato.

Come spesso accade in questi casi, prima ancora che i contenuti politici, si affermano i retroscena sugli schieramenti. Questo fa parte della politica di oggi e quindi bisogna farsene una ragione. Tuttavia è chiaro che la posta in gioco è ben più alta della collocazione dei gruppi dirigenti. E’ chiaro che questa è parte del congresso, sarebbe davvero strano un congresso che rifiutasse di discutere di gruppi dirigenti, a cosa servirebbe allora? Il punto è però che occorre legare il confronto sulla linea politica alle scelte su chi la deve gestire, e questo, come si sa, non è automatico.

Il congresso avviene non solo in un momento senza precedenti nella vita sociale e sindacale del paese: la crisi, gli accordi separati, la politica autoritaria del governo, i diversi comportamenti contrattuali nella Cgil. Ma anche alla vigilia del cambio del segretario generale dell’organizzazione. Questa è una coincidenza che non si è mai verificata, da quando sono state sciolte le componenti di partito. Da allora, nei congressi non si discuteva del segretario generale, perché questo era dato. Questo incrociarsi di problemi di linea politica e di gruppo dirigente, fa sì che questo congresso si presenti con comportamenti e prospettive inediti nella storia della Cgil.

Ancora nulla è definito, ma è possibile dedurre, dalle dichiarazioni e dal tono della discussione, che questo congresso si svolga a mozioni alternative. Delle quali quella che si contrapporrebbe alla segreteria confederale potrebbe raccogliere uno schieramento più vasto delle passate mozioni di minoranza. Nella Fiom, nella Funzione pubblica, nei bancari, in alcune importanti camere del lavoro, pur senza aver assunto posizioni formali, nei gruppi dirigenti non si esclude la possibilità di una mozione alternativa a quella che avrà come primo firmatario il segretario generale della Cgil. Questo ha già provocato una reazione interna. Gran parte della discussione, sia al seminario di Gubbio, sia nell’avvio delle commissioni congressuali, è stata sulle modalità di svolgimento del congresso prima ancora che sulla sostanza dei temi da discutere.

Il segretario generale ha rivolto un forte appello a tutte le principali componenti dell’organizzazione perché si faccia un congresso con un documento unico. L’argomentazione è che i lavoratori non capirebbero le divisioni, che bisogna stare tutti uniti in un momento difficile, che ragioni di fondo per dissentire non ce ne sono e quindi, cosa che non viene detta ma lasciata intuire, un congresso a mozioni alternative sarebbe dettato più da scontri di potere che da ragioni politico-programmatiche. Non pare però, almeno fino ad ora, che questo appello abbia prodotto dei cambiamenti nel quadro complessivo del confronto precongressuale.

Alla festa della Rete28Aprile si è molto discusso della nostra collocazione nel congresso. Alcune compagne e compagni hanno sollevato il dubbio che la confluenza della Rete in uno schieramento troppo vasto e troppo carico di componenti moderate, finirebbe per rendere vana la nostra iniziativa.

Vorrei qui allora chiarire e ribadire le ragioni e i punti di fondo per i quali la Rete28Aprile, con tutta la consapevolezza delle difficoltà e dei problemi che possono nascere, non può stare alla finestra e deve, anzi, partecipare rispetto a quanto si sta manifestando dentro la Cgil.

In sintesi:

La Rete28Aprile è nata con un giudizio negativo sulle conclusioni dell’ultimo congresso e i fatti hanno dato ragione a questo giudizio. La Cgil si è trovata in estrema difficoltà dopo il crollo del governo amico e deve ancora recuperare una linea in grado di contrastare le politiche della Confindustria e del governo e la divisione sindacale.

Sin dall’inizio abbiamo detto che non intendevamo ripetere l’ultima esperienza congressuale e che, anche solo con le nostre forze, avremmo presentato al congresso un documento alternativo all’attuale gestione confederale.

In tutte le assemblee della Rete abbiamo sempre sostenuto che il documento alternativo era il punto fermo. Questo perché solo con esso, considerate le modalità e le regole della vita democratica della Cgil, si può pienamente esprimere il confronto tra le diverse scelte. Fermo restando questo punto, abbiamo sempre dichiarato la nostra disponibilità a costruire alleanze per proporre un documento alternativo con il più vasto sostegno possibile.

Abbiamo sempre posto come punti fermi di contenuto - non mediabili perché altrimenti verrebbe snaturata la ragione stessa delle nostre scelte - tre temi: la piena autonomia del sindacato nella contrattazione e quindi l’abbandono della concertazione, l’assunzione della democrazia sindacale come vincolo nei comportamenti dei gruppi dirigenti e nei rapporti unitari, la totale indipendenza dai partiti e dagli schieramenti politici.

Le alleanze che abbiamo costruito e l’impegno della Fiom, e successivamente di altre categorie, a partire dalla Funzione pubblica, hanno portato a cambiare il quadro della vita interna della Cgil. Lo stesso rifiuto della confederazione rispetto alla controriforma del sistema contrattuale nasce da questo nuovo quadro interno. E’ chiaro allora che il congresso non può che partire da qui.

In queste settimane ci siamo mossi sulla base di questo mandato di fondo, che abbiamo ricevuto dalle nostre assemblee. Abbiamo comunque convenuto che alla fine del percorso ci sarà un atto formale del gruppo nazionale di continuità per decidere sulla scelta congressuale e che la discussione interna al gruppo di continuità accompagnerà la preparazione dei documenti. In ogni caso i punti fermi di metodo e merito che abbiamo sin qui definito, per noi restano e sono vincolanti. Sulla base di essi parteciperemo alla costruzione di un documento alternativo che possa essere il più vasto possibile, scontando anche alleanze con gruppi dirigenti e militanti sindacali che non vengono dalla sinistra sindacale.

Questo non cambia la sostanza della questione. Perché, come abbiamo detto più volte, il congresso dovrà comunque discutere delle scelte da compiere di fronte al bivio che è davanti e dentro la vita della Cgil. Bivio che pone l’organizzazione di fronte alla scelta se tornare a casa con Cisl e Uil, magari nel nome dell’unità e dell’emergenza crisi, oppure considerare il no alla controriforma del sistema contrattuale come una scelta costituente di un sindacato confederale rinnovato nei metodi e nel programma. A questo punto possiamo dire che, quale che sia l’articolazione delle posizioni nei diversi schieramenti, questa sarà la sostanza con cui essi vivranno e si rappresenteranno di fronte agli iscritti. Per questo la scelta di Lavoro e Società, almeno quella finora annunciata di schierarsi con la segreteria confederale, non può essere ridotta a piccolo tatticismo, ma rappresenta uno smottamento moderato nelle posizioni di queste compagne e compagni.

Sappiamo che nei congressi spesso si usa guardare il dito, cioè alle piccole beghe all’interno dei gruppi dirigenti, piuttosto alla luna che viene indicata, cioè alla sostanza dei conflitti politici. Ma la sostanza, alla fine, viene comunque fuori.

Si possono discutere, e lo abbiamo fatto, scelte e comportamenti della Funzione pubblica, di alcune categorie, di alcune Camere del lavoro, di alcuni dirigenti. Ma resta il fatto che se c’è una parte della Cgil che ha provato e prova a contrastare - non a parole e a convegni ma con l’azione reale - la deriva moderata e corporativa del sindacalismo confederale, questa è la Fiom. Un congresso nel quale la maggioranza della Fiom sia parte rilevante di un documento alternativo alla segreteria confederale è un congresso nel quale modelli sindacali e scelte di fondo sono chiaramente sul campo. Su questo prima di tutto bisogna scegliere. La Rete28Aprile non può sottrarsi a questa scelta, anzi deve considerarla una grande occasione per estendere in misura senza precedenti esperienze e posizioni fondate sul conflitto e sulla democrazia. Tutto questo senza nascondersi difficoltà e rischi che, peraltro. non si presentano come superiori a quelli che abbiamo sperimentato nell’esperienza di altre mozioni alternative nei congressi passati. Starà al lavoro concreto dei militanti della Rete la possibilità di qualificare e consolidare l’esperienza del documento alternativo.

Roma, 21 settembre 2009

Giorgio Cremaschi
Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Dove và la CGIL?»

Ultime notizie dell'autore «Rete del 28 aprile per l'indipendenza e la democrazia sindacale»

5036