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(9 Novembre 2009)

07/11 - SENATRICE PIEDAD CORDOBA: IL GOVERNO NON VUOL RENDERE POSSIBILE LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI DI GUERRA

In un´intervista rilasciata alla stampa, la senatrice Piedad Córdoba ha dichiarato che il passaggio mancante ad un accordo per il rilascio unilaterale dei soldati
Pablo Emilio Moncayo e Josué Daniel Calvo, detenuti dalle FARC, e la restituzione dei resti del maggiore Julián Ernesto Guevara, deve essere compiuto dal governo di Uribe.

"I contatti sono già stati stabiliti, il problema è che il governo Uribe non vuole rendere possibile questa liberazione. Per il resto sono già stati decisi gli aspetti logistici: le FARC hanno dato piena disponibilità per la realizzazione della liberazione, così come per lo scambio umanitario dei prigionieri. Ora dipende tutto solo ed esclusivamente dal governo, le altre parti hanno fatto tutto il possibile", ha dichiarato la senatrice.

Alla domanda se è a conoscenza di quali siano gli ostacoli da superare da parte del governo, Piedad Córdoba ha affermato di ignorarlo, e che nessuno si è riunito col governo stesso. Ha inoltre chiarito che tutti i candidati alla presidenza della Repubblica sono molto impegnati ad affrontarsi tra loro, senza presentare proposte per una soluzione politica del conflitto.

La senatrice ritiene inoltre che la Colombia abbia una grande capacità di produrre leader; e che se questo paese non è sprofondato del tutto si debba a molta gente che fa un lavoro anonimo, che permette tra l'altro il mantenimento delle reti sociali: "politicamente io ho una posizione distinta dalle FARC", ha proseguito, "ma credo che questa guerriglia politico-militare faccia parte della dinamica del conflitto e sono convinta che molti dirigenti delle FARC potrebbero dare un grande contributo ad una politica costruttiva, ovviamente solo quando il sistema politico si sarà sbloccato; Uribe crede che mostrare cadaveri sia sinonimo di un risultato nella soluzione del conflitto, ma sono convinta che anche se si uccidessero tutti i guerriglieri in un paese con così tanta disuguaglianza e ingiustizia sociale ne sorgerebbero immediatamente altri".

Le dichiarazioni della senatrice Córdoba, oltre a chiarire una volta ancora che il governo è l'unico responsabile delle mancate liberazioni, indicano che è indubbiamente in atto una grave crisi nel sistema politico colombiano, dove i politicanti di turno si occupano di giochi di potere e interessi personali (come la rielezione di Uribe), si autoproclamano paladini della "democrazia" e si ostinano a chiamare "terroristi" gli oppositori politici del governo e quanti lavorano per una soluzione politica del conflitto armato, e per una pace con giustizia sociale.

04/11 - FIDEL CASTRO: L´ACCORDO MILITARE USA-COLOMBIA E´ ATROCE ED INFAME

Il leader della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, si è nuovamente pronunciato contro l'accordo-capestro firmato da Uribe con Obama, in base al quale gli
USA avranno 7 basi militari in Colombia e potranno disporre, a proprio piacimento, di tutte le infrastrutture militari in questo paese andino-amazzonico, in cui le scorribande dei soldati e mercenari statunitensi saranno coperte dalla più totale impunità giuridica e de facto.

Attraverso il suo ultimo articolo di "Reflexiones", con le quali il Comandante in Capo cubano analizza e propone periodicamente opinioni su diversi temi, Fidel ha affermato che "gli Stati Uniti impongono sette basi militari nel cuore della Nostra America, con le quali minacciano non solo il Venezuela ma anche tutti i popoli del centro e sud del nostro emisfero".

Criticando Obama, la cui aura di presunto "cambiamento" sta miseramente svanendo, Fidel ricorda che il nuovo mandatario a stelle e strisce "sottoscrive tale accordo violando norme legali, costituzionali ed etiche in un momento in cui i frutti della funesta base militare yankee di Palmerola, in Honduras, sono visibili al mondo intero".

In merito alla facciata imbastita dai firmatari dello scellerato accordo, Fidel, secondo il quale "mai i popoli latinoamericani sono stati trattati con maggior disprezzo", assicura che "come pretesto è stata usata la lotta contro il commercio delle droghe che, al pari del terribile flagello del paramilitarismo, è stato partorito dal gigantesco mercato nordamericano di cocaina ed altre droghe". Tuttavia, aggiunge, "le basi militari yankees sono nate molto prima delle droghe, e con fini interventisti".

Fidel ha ribadito la solidarietà e l´appoggio al Venezuela Bolivariano di Chávez che, unitamente alla resistenza insorgente e sociale del popolo colombiano ed al processo progressista in Ecuador del Presidente Correa, costituisce il principale bersaglio dell'accordo imposto dal Pentagono e dall'oligarchia fascista di Bogotá. Un accordo che il leader della Rivoluzione Cubana qualifica come "patto militare infame imposto al popolo colombiano, le cui clausole espansioniste i suoi autori non hanno nemmeno avuto il coraggio di pubblicare".

02/11 - CORREA: LE RELAZIONI DIPLOMATICHE CON LA COLOMBIA NON SI NORMALIZZERANNO SE CONFERMATO IL CASO DI SPIONAGGIO IN VENEZUELA

In una conferenza stampa tenuta al termine della sua visita di due giorni a Mosca, il presidente ecuadoriano Rafael Correa ha affermato di aver ricevuto conferma delle denunce fatte
dal Ministro degli Interni venezuelano, Tareck El Aissami, davanti all'Assemblea del suo paese, in merito alle operazioni di spionaggio effettuate dall'intelligence colombiana in Venezuela, Cuba ed Ecuador, che ha qualificato come "estremamente gravi".

Secondo Correa, qualora venissero provate queste accuse, non solo "occorrerebbe cambiare"il proposito ecuadoriano di normalizzare le relazioni con la Colombia, rotte dopo il bombardamento del 1 marzo nel temporaneo accampamento diplomatico del Comandante delle FARC-EP Raúl Reyes, ma che questo fatto "avrebbe delle serie conseguenze sulle relazioni con Venezuela e Cuba, e credo, anche con la Bolivia".

"Il presidente della Colombia ha chiesto perdono in diverse occasioni , abbiamo accettato le sue scuse e abbiamo iniziato il processo di normalizzazione, benché l'installazione delle basi USA in Colombia ci preoccupi molto", ha dichiarato Correa; ma "nel caso si confermassero le denunce, dovremmo dare un altro tipo di risposta", ha aggiunto.

Le provocazioni e i gravi tentativi di destabilizzazione orchestrati dal narco-governo colombiano nei confronti del Venezuela Bolivariano comportano la reazione dei paesi progressisti dell'area; Uribe conta ormai solo sull'appoggio degli Stati Uniti, per i quali è il garante degli interessi economici e militari nell'area. Ma, con l'avanzare dell'integrazione bolivariana, la situazione geopolitica è cambiata, e le oligarchie che servono gli interessi nordamericani sono sempre più isolate a livello regionale.

31/10 - URIBE CONTINUA AD INTRODURRE PARAMILITARI IN VENEZUELA

Il presidente Hugo Chávez ha dichiarato che la presenza in territorio venezuelano del gruppo di agenti del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza (il DAS, la
polizia politica colombiana), catturati mentre realizzavano operazioni di spionaggio, è una evidente dimostrazione dei piani ostili della Colombia, appoggiata dagli Stati Uniti, nei confronti del suo paese, ed ha chiesto energicamente a Bogotá di rispettare la sovranità venezuelana.

Il piano di Uribe Vélez "è sabotare il processo bolivariano che si da in Venezuela e nel resto delle nazioni sudamericane." , ha affermato.

A proposito dei cadaveri rinvenuti nello stato del Táchira, in Venezuela, il mandatario bolivariano ha dichiarato che senza alcun dubbio il massacro è derivato dallo scontro fra gruppi armati colombiani e ha aggiunto che le autorità competenti stanno indagando su questo episodio.

Rispetto al processo di rimpatrio dei corpi degli otto colombiani e del peruviano, Chávez ha ricordato che "i governi di altri paesi che uccidono persone non consegnano le salme ai familiari", citando il caso del Comandante Raúl Reyes, assassinato dall'Esercito colombiano in Ecuador mentre dormiva in un temporaneo accampamento diplomatico delle FARC. "Il corpo di Raúl Reyes non è stato consegnato alla sua famiglia; un giorno si saprà dove lo hanno sepolto, era un essere umano", ha aggiunto.

Il Presidente ha inoltre affermato che i funzionari del DAS sono stati scoperti "mentre compivano azioni di spionaggio, e sono stati catturati con le mani nel sacco", e che saranno processati secondo le leggi venezuelane.

Si conferma dunque per l'ennesima volta il ruolo di destabilizzazione nella regione del governo paramilitare e fascista della Colombia, il cui narco-presidente Uribe utilizza ogni mezzo a sua disposizione per sabotare i processi democratici e popolari che si stanno sviluppando nei paesi del Latinoamerica, con l'innegabile complicità logistica dell'imperialismo, che non può tollerare l'indipendenza politica e l'affrancamento dal neo-colonialismo di Venezuela, Ecuador e Bolivia, né la cinquantennale resistenza di Cuba. Combattere il regime terrorista di Uribe è una necessità impellente, per mantenere la stabilità nella regione, resistere alle ingerenze degli USA e garantire un futuro degno al popolo colombiano.

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