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(20 Agosto 2010) Enzo Apicella
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Clamori dalla Colombia

(1 Marzo 2010)

14/02 - URIBE ORDINAVA AL DAS DI SPIARE ED ELIMINARE SINDACALISTI

L'ex direttore del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza (DAS, la polizia politica colombiana), Jorge Nogera, ha accusato Álvaro Uribe di avergli ordinato di spiare illegalmente sindacalisti ed oppositori sociali del suo governo.

Noguera è sotto processo per la sua partecipazione ad attività di spionaggio contro magistrati, giornalisti e oppositori del governo, e per le sue responsabilità nell'infiltrazione del paramilitarismo all'interno del DAS; in sede giudiziaria ha dichiarato di aver presentato periodicamente informative ad Uribe in merito a questa attività illegale.
In seguito alle critiche mosse a quest'ultimo per la nomina di Noguera a capo del DAS, che dipende direttamente dalla Presidenza della Repubblica, Uribe ha avuto il coraggio di rilasciare queste dichiarazioni, citate testualmente: “Aveva una buona reputazione, ha appoggiato la mia campagna elettorale, appartiene ad una famiglia onorevole, ho conosciuto la moglie, i suoi figli, non avevo motivo per porre alcuna obiezione al dottor Jorge Noguera”.
L'uomo dalla “buona reputazione”, definito in altra occasione sempre dal narcopresidente un “bravo ragazzo”, è stato processato per favoreggiamento nell'omicidio del professor Alfredo Correa de Andreis (che stava realizzando un'inchiesta sugli sfollamenti forzati nella Costa Atlantica), della giornalista Zully Codina Pérez, assassinata nel 2003, del politico Fernando Pesciotti e del sindacalista Adán Pacheco. E' stato inoltre accusato di associazione a delinquere, frode, abuso di potere (per aver trasferito dei suoi sottoposti che indagavano sui gruppi paramilitari), soppressione ed occultamento di documenti pubblici, promozione e finanziamento del paramilitarismo (deviando denaro del DAS direttamente nelle casse delle AUC), e di aver spiato diverse ONG, oltre alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani.
Non è un caso che la Colombia sia il paese più pericoloso al mondo per i sindacalisti; come ha dichiarato il direttore del Dipartimento dei Diritti Umani e la Solidarietà della Centrale Unitaria dei Lavoratori, Alberto Vanegas, gli omicidi di sindacalisti “fanno parte di una politica sistematica di violazione dei diritti umani, e di violazione delle libertà sindacali”.
Oggi il narcopresidente, messo di fronte alle sue responsabilità, dice che ignorava chi fosse Noguera veramente; questi invece, già console a Milano, era un suo uomo di fiducia, e obbediva agli ordini del capo che ha sempre perseguito l'eliminazione degli oppositori politici e sociali, e dei difensori dei diritti dei sindacalisti, come parte di una strategia complessiva di mantenimento del regime e di difesa degli interessi delle oligarchie e delle multinazionali.

21/02 - CORREA: LE RELAZIONI DIPLOMATICHE CON LA COLOMBIA RESTANO INTERROTTE

Il presidente ecuatoriano, Rafael Correa, ha chiarito sabato 20 febbraio che il ristabilimento totale delle relazioni diplomatiche con la Colombia non dipende dalla riunione con Uribe in Messico, ma piuttosto dal fatto che il governo di Bogotá faccia quanto richiesto dall'Ecuador in merito al bombardamento di Angostura.

Le relazioni diplomatiche con la Colombia sono interrotte dal giorno del bombardamento all'accampamento temporaneo delle FARC in territorio ecuatoriano, cui è seguito uno sconfinamento illegale di truppe colombiane e l'uccisione di guerriglieri, oltre che di quattro studenti messicani in visita di studio all'accampamento.

“La Colombia non ci ha mai dato le informazioni sul bombardamento che avevamo richiesto, i video, né la copia di questi benedetti hard disk dei computer”; così Correa ha motivato l'impossibilità di ristabilire le relazioni diplomatiche, riferendosi ai famosi computer del Comandante Raúl Reyes, “miracolosamente” scampati al bombardamento e fucina di inverificabili informazioni diffuse ad arte, a tutto vantaggio del narcogoverno colombiano.

Il Presidente dell’Ecuador si è detto inoltre dispiaciuto che l'incontro con Uribe si realizzi proprio in Messico, il paese natale degli studenti assassinati dall'esercito colombiano; ha inoltre informato la stampa di aver ricevuto una lettera dai genitori di questi studenti, con i quali intende incontrarsi durante il suo soggiorno in questo paese.

A due anni dal vile bombardamento (cui è seguito, in totale spregio della legislazione internazionale, un vero crimine di guerra, l'uccisione a freddo di prigionieri e feriti) Correa ha inviato un abbraccio solidale ai familiari delle vittime.

Il narcopresidente continua a ritenersi al di sopra della legge; se ha ottenuto l'impunità nel suo paese, per i gravi delitti che ha commesso nel corso della sua sanguinaria e criminale carriera politica, è grazie all'intreccio di malaffare che imperversa in Colombia, all'interessato appoggio dell'oligarchia di cui fa parte (e che gli riconosce un credito nella capacità di schiacciare il popolo a tutto vantaggio dei pochi benestanti), ed al sostegno dei mafiosi narcotrafficanti paramilitari e dell'imperialismo nordamericano, cui ha svenduto la sovranità territoriale per trasformarlo nella portaerei degli USA.

24/02 - PARAMILITARI COLOMBIANI IMPONGONO IL COPRIFUOCO IN TERRITORIO VENEZUELANO

Paramilitari alle dipendenze del governo colombiano impongono un coprifuoco nel limitrofo stato venezuelano di Táchira per importare droga, afferma José Vicente Rangel. Secondo Rangel, prestigioso giornalista ed ex vicepresidente del Venezuela, gruppi paramilitari legati agli alti comandi militari colombiani mettono in atto questa misura illegale dalle 22.00 alle 6.00, a Rubio, una delle principali città dello stato di Táchira, per agevolare il traffico di cocaina, marijuana ed eroina proveniente dalla Colombia, il primo produttore mondiale di stupefacenti.
Rangel ha chiesto alle autorità venezuelane d’intervenire contro l'organizzazione armata, che si fa chiamare “I guardiani della notte”.
Fonti dell'intelligence venezuelana indicano inoltre che gruppi presenti a Caracas pianificano attentati contro membri della Polizia Metropolitana, dichiarati obiettivo militare.
Nonostante la diffusione di queste informazioni, la Colombia, spalleggiata da media statunitensi, ha lanciato da tempo una campagna mediatica per accusare il Venezuela di essere un paese del narcotraffico, ed il presidente Chávez di non fare abbastanza nella lotta alla droga; come spesso accade, il narcopresidente Uribe ribalta la realtà, ed ha la faccia tosta di accusare il Venezuela, che suo malgrado rappresenta un nodo di passaggio per la droga proveniente dalla Colombia e diretta verso gli Stati Uniti, di essere un paese connesso al narcotraffico.
Quest’ennesima infamia di Uribe contrasta col fatto che la DEA, l'agenzia per la “lotta alla droga” degli Stati Uniti, lo avesse bollato alcuni anni fa come n°82 di una lista dei 104 narcotrafficanti più pericolosi al mondo, per via della sua appartenenza al famigerato cartello di Medellín.
Proprio attraverso il traffico degli stupefacenti il narcopresidente colombiano ha avuto uno dei canali di finanziamento della sua campagna elettorale, e le accuse ai paesi vicini, per quanto ripetute ed amplificate dai media di regime, non possono cambiare questa verità incontrovertibile.
Per quel che concerne l’infiltrazione dei paramilitari dello Stato colombiano in territorio venezuelano, essa non è altro che una delle modalità con cui la CIA porta avanti la strategia di destabilizzazione del processo bolivariano capeggiato dal Presidente Chávez, e come tale va denunciata e combattuta senza mezzi termini.

27/02 - INQUISITO MAGISTRATO PERSECUTORE DI STUDENTI PER LEGAMI CON NARCOTRAFFICANTI

Il 9 febbraio è stato catturato Ramiro Antury Larrahondo, magistrato specializzato con delega per le Forze Militari, e ne è stata richiesta l’estradizione dalla
Corte Federale degli Stati Uniti per legami col cartello di narcotrafficanti agli ordini di Luis Enrique Calle Serna, alias “Comba”.
Secondo fonti investigative statunitensi, il magistrato riceveva 300 milioni di pesos al mese (circa 150.000 dollari) in cambio d’informazioni relative ad operazioni ed azioni delle autorità contro il cartello di “Comba”.
Occorre ricordare che quest'ultimo è considerato uno dei più importanti capi del narcotraffico colombiano, nonché capo di una banda criminale denominata “Los Rastrojos”, con sedi in diverse regioni del paese, e che alcuni degli appartenenti a questa banda sono ex paramilitari.
Ramiro Antury Larrahondo è il magistrato che aveva aperto un'inchiesta che ha coinvolto diversi compagni della FEU (Federazione degli Studenti Universitari) nell'Università del Quindío (dipartimento nell'area centro occidentale del paese), e altri dirigenti sociali del dipartimento, con l'accusa di ribellione; gli studenti saranno portati a giudizio nella città di Armenia nei prossimi giorni. La grave accusa che pende sul magistrato naturalmente delegittima la sua figura e le inchieste che aveva portato avanti, poiché l'attendibilità di un magistrato colluso con le mafie del narcotraffico è nulla.
I nessi di questo losco personaggio con gruppi di paramilitari e narcotrafficanti corroborano una dinamica di persecuzione politica contro l'organizzazione degli studenti universitari, dinamica applicata e sviluppata da diversi anni ed evidenziata in innumerevoli minacce da parte delle cosiddette “Forze dell'Ordine”, nonché di elementi paramilitari; stigmatizzazioni del lavoro di controinformazione, processi giudiziari, aggressioni e persino l'uccisione di alcuni studenti.
Una porzione non indifferente della magistratura colombiana (guarda caso l'area più gradita al governo del narcopresidente Uribe) ha spesso dimostrato inquietanti legami col paramilitarismo; che valore hanno le accuse di terrorismo mosse da questi personaggi a leaders dell'opposizione studentesca e sociale?

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Associazione nazionale Nuova Colombia

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