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Morire in Afghanistan

Morire in Afghanistan

(29 Luglio 2010) Enzo Apicella
Altri due soldati italiani muoiono in Afghanistan

Tutte le vignette di Enzo Apicella

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Clamori dalla Colombia

(28 Marzo 2010)

27/03 - UCCISO GIORNALISTA CHE AVEVA DENUNCIATO I LEGAMI DI URIBE CON I PARAMILITARI

Lo scorso 19 marzo il giornalista Clodomiro Castilla nella città di Montería, (dipartimento di Córdoba, al nord della Colombia) è stato assassinato da alcuni sicari nella sua casa situata a soli 200 metri da una stazione di polizia.
Il giornalista, padre di quattro figli, era conosciuto per aver denunciato il paramilitarismo e le sue alleanze con élite regionali; lavorava da almeno 7 anni al programma mattutino di notizie dell'emittente La Voz de Montería (La Voce di Montería), dalle cui frequenze denunciava i legami fra politici e paramilitari di Córdoba. Recentemente Castilla aveva rivelato una conversazione tenuta dal direttore del quotidiano El Meridiano di Córdoba, Willian Sallet, con l'ex capo dei paramilitari colombiani (AUC), Salvatore Mancuso, attualmente detenuto per narcotraffico in un carcere degli Stati Uniti dopo l'estradizione dalla Colombia.
Nel 2008 Castilla aveva anche consegnato registrazioni alla Corte Suprema di Giustizia che dimostravano i vincoli fra Salvatore Mancuso, Willian Sallet e María Milena Andrade; quest'ultima paradossalmente, aveva l'incarico di Defensora del Pueblo; ovvero apparteneva all'istituzione responsabile della promozione dei diritti umani “nel contesto dello Stato Sociale, di Diritto, democratico, partecipativo e pluralista”, stando ai suoi obiettivi dichiarati.
In seguito all'inchiesta della Corte, María Milena Andrade è stata destituita dal suo incarico e, seguendo una prassi consolidata, (in virtù dell'ottimo lavoro che senz'altro ha potuto compiere in difesa dei diritti umani mentre era in combutta con i criminali paramilitari delle AUC!!) ha fatto una fulminea carriera in ambito diplomatico, ed è stata nominata console a New York.
Dal canto suo, il narcopresidente Uribe, come soluzione offre una ricompensa a chi consegni alle autorità gli assassini di Clodomiro Castilla.
Quel che il giornalista aveva denunciato non sono altro che i vincoli degli amici personali del narcopresidente e di Uribe stesso con i paramilitari narcotrafficanti; la soluzione della taglia è alquanto paradossale, in quanto sono gli stessi mandanti a offrirla!

23/03 - NAVE DA GUERRA USA IN COLOMBIA A POCHE MIGLIA DAL VENEZUELA

Le acque del Caribe colombiano vengono presidiate dalla marina statunitense. L'accordo militare stipulato recentemente tra gli USA e la Colombia del narcopresidente Uribe, che consacra l'occupazione militare del paese andino- amazzonico da parte dell'esercito nordamericano, ha prodotto anche la concessione delle acque territoriali.
Sabato 20 marzo la nave da guerra USS Freedom si è posizionata nel porto di Cartagena de Indias, ufficialmente per contribuire alla “lotta contro il narcotraffico ed il terrorismo”. Ora, che si intenda lottare contro il narcotraffico insieme ad un personaggio legato all'ex-Cartello di Medellín, riconosciuto dalla stessa DEA statunitense come il n.82 in una lista dei 104 più pericolosi narcotrafficanti, come Uribe, risulta insieme ridicolo ed inquietante. Che poi occorrano navi militari da guerra per combattere il movimento guerrigliero che occupa le montagne e le vaste selve colombiane o le sue reti urbane, suona come un'ulteriore provocazione nei confronti del buonsenso.
Si tratta invece di un'ulteriore passo verso la militarizzazione nordamericana della Colombia, funzionale ad esercitare una concreta minaccia militare nei confronti della rivoluzione bolivariana del Venezuela, utilizzando la neocolonia colombiana come base per le proprie manovre.
Il ministro della difesa colombiano Gabriel Silva, nel suo affanno servile da maggiordomo, teso ad omaggiare il giocattolo del padrone, si è lasciato sfuggire per eccesso di zelo una mezza verità.
Dichiarandosi meravigliato per le incredibili capacità tecnologiche della USS Freedom, ha affermato che questa nave da guerra può operare militarmente sia nelle “zone di litorale” che in “alto mare”. Si tratta di uno strumento che può essere impiegato nel quadro di “guerre strategiche”.
È un segreto di Pulcinella il fatto che il ministro della difesa del governo più guerrafondaio della storia colombiana, non si riferiva al contrasto dei corrieri della cocaina, quando parlava di “guerre strategiche”, in alto mare o sui litorali del Mar dei Caraibi.

23/03 - CONDANNATO A 9 ANNI EX SENATORE PER PARAPOLITICA

Il 18 marzo scorso l'ex senatore colombiano Álvaro Araújo Castro è stato condannato dalla Corte Suprema di Giustizia (CSJ) a 9 anni e 3 mesi di reclusione per vincoli con gruppi paramilitari.
Araújo Castro, fratello della ex ministra degli esteri del governo Uribe, María Consuelo Araújo, è stato giudicato corresponsabile di associazione per la promozione di gruppi armati, e di aver ottenuto suffragi elettorali con la forza.
La Corte ha inoltre revocato gli arresti domiciliari, per non aver avuto riscontri in merito alle presunte ragioni di salute sulla base delle quali godeva di questo beneficio l'ex senatore, che dunque è stato condotto all'Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario (INPEC).
La sentenza emessa dalla corte indica che Araùjo Castro si “alleò con il blocco nord delle Autodifese Contadine di Córdoba e Urabá (ACCU), agli ordini di Rodrigo Tovar Pupo, alias Jorge 40, per ottenere una poltrona nel Senato della Repubblica per il periodo 2002-2006”.
Tovar Pupo, che è stato estradato negli Stati Uniti nel 2008, gestiva le sue attività criminali nel dipartimento di César e Magdalena, alla frontiera Nord col Venezuela.
La Corte ha inoltre condannato l'ex senatore al pagamento di una multa pari a circa 2 milioni di dollari e all'interdizione dai pubblici uffici durante la carcerazione.
Le indagini su Álvaro Araújo Castro erano iniziate ufficialmente nel 2006 (benché già nel 2002 diversi siti di controinformazione inserivano il suo nome nella lista dei membri del Congresso compromessi con il paramilitarismo), in seguito alla pubblicazione delle dichiarazioni dell'ex capo della sezione informatica del DAS (la polizia politica) Rafael García, che aveva dichiarato che l'ex senatore aveva ricevuto un finanziamento per la sua propaganda politica dai paramilitari del Blocco Nord delle AUC. In seguito al interrogatorio del 15 febbraio 2007, i magistrati della Corte Suprema avevano ordinato la detenzione di Araújo Castro e di altri 5 congressisti per associazione a delinquere. Da allora, i magistrati iniziarono ad indagare anche sul padre dell'ex senatore, Álvaro Araújo Noguera, pure lui congressista, in merito alle sue responsabilità nel sequestro di Víctor Ochoa Daza, avvenuto nel 2002.
La condanna stabilita contro Araújo Castro è inserita nella causa portata avanti dalla CSJ per i nessi di congressisti e dirigenti politici con le AUC, che ha portato all'incarceramento di 38 parlamentari, 13 dei quali sono stati condannati, mentre altri 39 sono indagati.
Com'è noto, la maggior parte dei congressisti vincolati con questi gruppi armati di estrema destra appartiene alla coalizione che appoggia il narcopresidente Álvaro Uribe Vélez.
Prosegue senza sosta lo scandalo della parapolitica, ed il Congresso, benché appena rinnovato, pullula nuovamente di loschi personaggi legati al regime uribista e collusi con i gruppi paramilitari e col narcotraffico, poiché, di fatto, è l'intero sistema politico colombiano ad essere marcio fino al midollo, al punto da rendere impossibile ogni istanza di rinnovamento che passi per la via elettorale o giudiziaria; queste istituzioni non rappresenteranno lo scenario per la Nuova Colombia, che non potrà essere che il risultato di una grande coalizione democratica in grado di vincere il progetto di morte dell'oligarchia mafiosa, opponendole una fiera resistenza popolare.

11/03 - ONG DENUNCIA GIGANTESCA INFILTRAZIONE PARAMILITARE ALLE PROSSIME ELEZIONI COLOMBIANE

Almeno 80 candidati al Congresso colombiano alle elezioni di domenica prossima sono indagati direttamente (o sono parenti di politici indagati) per legami con i paramilitari, secondo quanto denunciato da una ONG in questi
giorni.
“Fra gli attuali candidati per la composizione del Congresso notiamo che almeno 80 di loro hanno relazioni con gruppi paramilitari”, ha dichiarato Ariel Ávila, membro dell'organizzazione Movimento di Osservazione Elettorale (MOE). Secondo Ávila, i vincoli con i paramilitari sono di due tipi: “o i candidati sono indagati per legami con questi gruppi o sono stati sostenuti da politici sotto processo che hanno intenzione di legiferare in corpo alieno”.
Ávila ha precisato che la maggior parte dei candidati vincolati con i gruppi armati di ultradestra presentano la propria candidatura per i partiti politici della coalizione di governo di Álvaro Uribe, fra cui il Partito di Integrazione Nazionale (PIN) e della “U”.
“La situazione è preoccupante in special modo nei dipartimenti del Valle del Cauca (a sud del paese) Casanare (centro), Magdalena e Bolívar (Nord)” dove si trova il maggior numero di candidati indagati, secondo quanto afferma l'analista Claudia López, anch'essa membra del MOE.
Domenica 14 marzo i colombiani eleggeranno 102 senatori e 166 deputati alla camera per il periodo fra il 2010 ed il 2014; naturalmente, parliamo di quella esigua percentuale di colombiani che si presenta effettivamente alle elezioni, dato l'altissimo livello di astensione.
Assisteremo all’ennesima farsa elettorale; dove attraverso le minacce paramilitari e i brogli si tenterà ancora una volta di legittimare un governo illegittimo e legalizzare un esecutivo illegale.

Associazione nazionale Nuova Colombia

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