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Iraq occupato

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(30 Marzo 2008) Enzo Apicella

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Clamori dalla Colombia

(10 Maggio 2010)

02/05 - CHÁVEZ DENUNCIA MINACCE DEL GOVERNO COLOMBIANO CONTRO IL VENEZUELA

Il presidente venezuelano Hugo Chávez ha recentemente denunciato il carattere minaccioso di alcune dichiarazioni del candidato presidenziale colombiano ed ex ministro della difesa, Juan Manuel Santos, verso il suo paese.
Santos si era detto orgoglioso dell'operazione militare effettuata in territorio ecuadoriano contro un accampamento diplomatico delle FARC il 1° marzo 2008 (dove furono assassinati, fra gli altri, il comandante delle FARC Raúl Reyes, responsabile delle relazioni internazionali dell'insorgenza, e alcuni studenti messicani che si trovavano nell'accampamento per motivi di studio) sottolineando che “sarebbe ancora presto per un bombardamento sul Venezuela” (sic) anche se “i terroristi saranno perseguiti ovunque si trovino..”
Il presidente venezuelano ha ribattuto dicendo che questa è una ulteriore chiara dimostrazione delle ambizioni guerrafondaie del governo colombiano, e che le accuse mosse verso il governo del Venezuela di "ospitare" alcuni leaders delle FARC hanno solo “lo scopo di provocare un clima di tensione fra i due paesi”.
Chávez ha poi concluso dichiarando che se ci saranno aggressioni contro un qualsiasi paese dell'ALBA il Venezuela non rimarrà a guardare.
Anche il presidente dell'Ecuador Rafael Correa si è pronunciato contro le minacce di Santos, definendole “un attentato al diritto internazionale”, ed ha ricordato che se ci dovessero essere altri episodi come quello del 1° marzo 2008 questa volta l'Ecuador saprà rispondere.
Correa ha affermato di provare “una profonda pena verso quelli che giocano a fare i piccoli imperatori, e vogliono trasformare l'America Latina in un nuovo Medio Oriente: ma la prossima volta si troveranno di fronte un Ecuador molto più preparato, sapremo difenderci”.
Le minacce di guerra del candidato presidenziale Santos esplicitano la continuità della politica ordinata dagli USA ai politici-burattini colombiani, il cui appoggio è ottenuto in cambio di privilegi e impunità per i crimini legati al narcotraffico e per le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario.
L'oligarchia colombiana, oltre a gettare benzina sul fuoco della già grave situazione di conflitto interno, si presta a fare della Colombia la testa di ponte per l'esportazione della guerra nei paesi limitrofi che hanno intrapreso dei processi di trasformazione della società in senso progressista ed antimperialista, e che di conseguenza minacciano gli interessi delle multinazionali USA/UE, che hanno urgente necessità di accaparrarsi le importanti risorse che abbondano in Sud America, come petrolio, acqua, minerali e biodiversità.
Il candidato Santos si occupa di ventilare azioni militari contro i paesi confinanti, e per ovvi motivi (ovvero il suo coinvolgimento diretto in questi crimini) non può affrontare gli argomenti pressanti e reali che schiacciano il paese: l'agghiacciante record di omicidi di sindacalisti, i milioni di sfollati interni che fuggono da esercito e paramilitari a tutto vantaggio delle multinazionali, il narcoparamilitarismo che pervade ogni settore delle istituzioni, gli scandali della corruzione o dei “falsos positivos”, nonché la galoppante disoccupazione e la drammatica povertà per oltre 30 milioni di colombiani.

25/04 - URIBE FA INTERCETTARE OPPOSITORI E PERSONAGGI DELLA VITA PUBBLICA COLOMBIANA

Un ex funzionario del DAS, la polizia politica colombiana alle dirette dipendenze della presidenza della Repubblica, ha dichiarato alla magistratura che il governo presieduto da Uribe
ha dato ordine di intercettare le conversazioni telefoniche di magistrati, giornalisti, oppositori politici ed avvocati difensori dei diritti umani. Il magistrato incaricato, Misael Ramírez, ha reso pubblica una parte delle dichiarazioni rilasciate durante gli interrogatori da cinque ex funzionari del DAS (accusati di prevaricazione ed abuso di potere). Durante gli interrogatori il magistrato ha riscontrato la responsabilità degli ex capi del DAS Fernando Tabares e Jorge Lagos, nonché degli ex funzionari Bernardo Murillo, Luz Marina Rodríguez e Germán Albeiro Ospina, per aver violato illegalmente la privacy di centinaia di persone legate alla vita pubblica colombiana.
Secondo una delle testimonianze ci fu una riunione a Palacio de Nariño, sede dell'esecutivo colombiano, dove l'allora capo del DAS María de Pilar Urtado ricevette dal governo l'ordine preciso e tassativo di intercettare i giudici della Corte Costituzionale, di infiltrare agenti in procure dove lavoravano magistrati "scomodi" per poterli tenere meglio sotto controllo, e di spiare alcuni membri del parlamento; in particolare si è identificata come obiettivo politico principale la senatrice Piedad Córdoba, facilitatrice del processo per uno scambio di prigionieri, per la quale sarebbero state disposte intercettazioni illegali anche fuori dai confini nazionali.
Inoltre, sarebbe stato oggetto delle “premure” del narcopresidente Uribe anche il canditato a presidente del Polo Democratico (schieramento opposto a quello di Uribe), il direttore di Human Rights Watch, José Miguel Vivanco, la premio nobel per la pace Shirin Ebadi e l'attuale ambasciatore dell'OEA in Colombia, Luis Alfonso Hoyos.
Questo nuovo capitolo si aggiunge ai numerosi altri che scuotono il DAS dal 2004, quando per la prima volta vennero denunciate da parte di alcuni mezzi di informazione le attività illegali di questa polizia politica che opera direttamente alle dipendenze di Uribe.
Le recenti dichiarazioni di agenti e funzionari del DAS mettono in luce per l'ennesima volta il carattere dittatoriale del regime colombiano, poiché, tra le altre cose, il narcogoverno di Uribe ha sistematicamente utilizzato strumenti illegali per acquisire informazioni su ogni forma di opposizione sociale, ma anche su pezzi delle stesse istituzioni colombiane non totalmente subordinati ai suoi dettami.

21/04 - RIPRENDE IN ECUADOR IL PROCESSO PENALE CONTRO JUAN MANUEL SANTOS

E’ stato riattivato in Ecuador il processo contro Juan Manuel Santos per le sue responsabilità, quando era ministro della difesa colombiano, nell'autorizzare l'operazione di pirateria internazionale che ha portato al bombardamento del territorio ecuatoriano il 1 marzo 2008. Contestualmente al bombardamento illegale del territorio neutrale dell'Ecuador, avente per obiettivo l'accampamento diplomatico del Comandante guerrigliero Raúl Reyes, si produsse uno sconfinamento da parte di truppe dell'esercito colombiano che completarono l'opera massacrando a sangue freddo i sopravvissuti. In tale operazione trovarono la morte, oltre al capo della Commissione Internazionale politico-diplomatica delle FARC-EP ed una ventina di guerriglieri della sua scorta, anche 4 giovani studenti messicani (che svolgevano un lavoro di documentazione accademica) ed un cittadino ecuatoriano. Con questa operazione si interruppe il processo di liberazione unilaterale deciso dalle FARC nei confronti di Ingrid Betancourt, per il quale Raúl Reyes stava negoziando con emissari internazionali svizzeri e francesi, e venne temporaneamente compromesso quello che poteva essere un processo per una soluzione politica e negoziata della guerra civile.
Insieme al neo-candidato alla presidenza colombiana J.M.Santos, già coinvolto in Colombia nei crimini di lesa umanità mal chiamati “falsos positivos” (migliaia di giovani disoccupati uccisi dall'esercito colombiano e travestiti poi da guerriglieri per intascare i premi previsti dal governo sulla base del numero dei nemici uccisi) e nello scandalo delle chuzadas (intercettazioni e pedinamenti illegali realizzati dal DAS, la polizia politica alle dirette dipendenze del governo colombiano, ai danni di magistrati ed oppositori politici, parlamentari e giornalisti), sono imputati per l'infame massacro di Sucumbíos anche il capo della polizia colombiana Oscar Naranjo (il cui fratello sconta pena carceraria in Germania per traffico internazionale di stupefacenti), l'allora capo dell'esercito Mario Montoya (già coinvolto nel massacro condotto da esercito e paramilitari contro la comunità di San José de Apartadó, e costretto alle dimissioni per lo scandalo dei “falsos positivos”) ed il Generale Freddy Padilla.
L'aggressione di Sucumbíos ha comportato la rottura delle relazioni diplomatiche con l'Ecuador. Il processo per questo delitto si era interrotto per vizi di forma nella notificazione delle indagini agli imputati, ed è da questo punto (cioè dall'inizio del procedimento penale) che ora è ripartito.
J.M.Santos è designato dall'oligarchia colombiana come il continuatore della politica uribista fondata sulla guerra senza quartiere contro ogni forma di opposizione interna ed internazionale, nonché sul servilismo più squallido e sfacciato nei confronti degli interessi delle multinazionali nordamericane ed europee e del governo di Washington. Se Santos giungesse il prossimo agosto al Palacio de Nariño, si sarebbe semplicemente sostituito il criminale Uribe con un altro criminale internazionale dello stesso calibro e natura. E la Colombia non avanzerebbe di un millimetro nella soluzione dei propri drammi, né nella ricerca di un accordo di pace con l'insorgenza. Occorre che dopo di Uribe la Corte Penale Internazionale si occupi anche di Santos, suo complice e continuatore negli innumerevoli crimini commessi contro il popolo colombiano.

19/04 - PIEDAD CORDOBA DENUNCIA FORNI CREMATORI DEI PARAMILITARI PER FAR SPARIRE CADAVERI DI LEADER SOCIALI

La settimana scorsa la senatrice Piedad Córdoba, in Europa per sollecitare i governi del vecchio continente ad appoggiare un accordo umanitario che funga da apripista alla ricerca di una soluzione politica al conflitto sociale ed armato colombiano, ha denunciato da Berna l'esistenza di forni crematori costruiti da paramilitari per far sparire i cadaveri degli oppositori sociali.
In un’intervista rilasciata al quotidiano La Tribune de Genève, Piedad Córdoba ha ricordato la scoperta della gigantesca fossa comune della Macarena, con i resti di oltre 2000 persone ammazzate e seppellite dall’esercito; a questo proposito, ha dichiarato che il parlamento britannico invierà una delegazione per esaminare questa orribile realtà e “la politica di sterminio esercitata sotto la guida del ministero di chi oggi è il candidato ufficiale, praticamente il candidato della Presidenza, per cui non si vede un cambiamento reale per il prossimo futuro; è auspicabile una decisione della società civile di affrontare il clima di guerra e di continua degradazione dei diritti umani, della corruzione, del sistema elettorale, che elegge quelli che comprano i voti”. Il riferimento è a Juan Manuel Santos, ex ministro della guerra, sotto inchiesta in Ecuador per la strage di Sucumbíos.
La senatrice, portavoce dei “Colombiani per la Pace ”, ha sottolineato il ruolo della Svizzera nei processi di dialogo in Colombia, visto che essa è considerata un interlocutore affidabile per le parti in conflitto, mentre, ad esempio, la Croce Rossa ha perduto la fiducia delle FARC dopo l'”Operazione Jaque”, all'interno della quale l'esercito colombiano ha illegalmente utilizzato il suo emblema, senza che la Croce Rossa stessa denunciasse in modo sufficientemente energico un simile crimine di guerra.
“Quel che sta succedendo in Colombia é quel che è successo in Europa”, ha concluso la parlamentare colombiana, paragonando la sistematica violazione dei diritti umani dei colombiani con la tragedia della II Guerra Mondiale, e spiegando che, come testimone ai processi dei paramilitari estradati negli Stati Uniti, ha potuto constatare l'esistenza di forni crematori, utilizzati con metodi nazisti nei confronti di leaders di organizzazioni sociali e popolari.
Il narcogoverno colombiano attacca chiunque si opponga alla sua politica guerrafondaia e terrorista; ad ulteriore conferma di questa realtà inoccultabile, il giorno successivo al rilascio di questa intervista, la magistratura colombiana ha formalizzato l'accusa alla senatrice Córdoba di essere legata alle FARC, grazie al solito computer di Raúl Reyes, cappello a cilindro da dove il regime colombiano pesca le sue invenzioni ad orologeria per sostenere le accuse contro gli oppositori sociali e politici.

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