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(12 Novembre 2011) Enzo Apicella

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06/06 - paramilitari di “don mario” descrivono l’orrore dei "falsi positivi" nel dipartimento del meta

(6 Giugno 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net

06/06 - PARAMILITARI DI “DON MARIO” DESCRIVONO L’ORRORE DEI "FALSI POSITIVI" NEL DIPARTIMENTO DEL META

Secondo quanto riferito da alcuni paramilitari, tra il 2002 e il 2004 almeno 200 uomini dell'esercito colombiano sono stati coinvolti nell'assassinio di civili poi presentati come ‘guerriglieri abbattuti in combattimento’, fenomeno

conosciuto in Colombia con l'eufemistica definizione di "falsi positivi", volta a sminuire -nelle intenzioni del suo inventore Juan Manuel Santos- la gravità dei fatti.
Dopo giorni di interrogatori di fronte alla Commissione di Giustizia e Pace gli uomini di Daniel Rendón Herrera, alias "Don Mario", il feroce capo paramilitare delle AUC, hanno confessato la collaborazione tra paramilitari e ufficiali dell'esercito nel dipartimento del Meta in quelli che sono stati e sono veri e propri crimini di lesa umanità.
L' ex capo paramilitare e uomo di “Don Mario”, Luis Arlex Arango alias “Chatarro”, ha segnalato alcuni nomi di ufficiali coinvolti: il colonnello Cabuya de León, il maggiore Ricardo Efraín Arcos Rosero, il capitano Tamayo, il capitano Peña, il capitano Ricardo Sánchez e i tenenti “Chupo” e Torres del XXI Battaglione Vargas e della Brigata mobile n. 4 del Meta.
Nelle dichiarazioni sono menzionati alcuni dei sistemi adottati da paramilitari ed esercito per creare "falsos positivos"; Benjamín Parras, alias "Cony", ha segnalato che membri dell'esercito fornivano armi ai paramilitari affinché le ferite ai civili (poi presentati come guerriglieri) risultassero provocate da armi in dotazione all'esercito, presuntamente nel corso di scontri a fuoco.
Ad ogni modo, i funzionari della magistratura incaricati di recuperare i cadaveri si sono resi conto (a causa delle caratteristiche delle ferite, delle traiettorie dei proiettili e grazie alle autopsie) che i presunti guerriglieri morti in combattimento in realtà sono civili assassinati a sangue freddo.
Secondo “Cony”, il tenente Bastidas del XXI Battaglione Vargas gli ha personalmente consegnato un'arma per assassinare a sangue freddo un civile, presunto collaboratore della guerriglia, presentato come al solito come un guerrigliero morto in combattimento.
Jesús Roldán Pérez, alias "Julián", ha confessato di aver coordinato col capitano Peña un combattimento contro la guerriglia delle FARC nel 2003; dieci paramilitari morti nel confronto a fuoco sono stati poi travestiti con uniformi fariane per simulare una vittoria sul campo.
Il piano di incentivi alla guerra disegnato da Washington e messo in atto dal narcoparamilitare Uribe e dal suo ministro della guerra Santos (ora candidato alle presidenziali), ha portato ad un aumento esponenziale della violazione dei diritti umani in Colombia già calpestati dall'oligarchia, ossessionata dal desiderio di annientare con ogni mezzo tutte le forme di opposizione al regime. I risultati reali di questa dottrina sono ormai evidenti ai colombiani ed alla comunità internazionale: l'incapacità dello stato fascista colombiano e di tutti i suoi apparati di infliggere colpi significativi alle organizzazioni insorgenti, si traduce nell'assassinio di civili innocenti per mostrare ‘risultati’ nel confronto bellico.

www.nuovacolombia.net

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